MotoGp, da Reggio Emilia alla conquista del mondo: parla Jarno Zaffelli l’ideatore e costruttore del circuito di Termas de Rio Hondo in Argentina

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21 aprile 2014

Lo sapevate che il nuovo circuito argentino di Termas di Rio Hondo, dove domenica si correrà per la prima volta una prova del Motomondiale è stato pensato, progettato e costruito grazie alla fervida fantasia di un giovane “genio” italiano? Bene, adesso lo sapete.

Jarno Zaffelli, nato a Reggio Emilia, ha costruito il circuito di Termas de Rio Hondo, dovesi correrà il prossimo Gp d'Argentina

Jarno Zaffelli, nato a Reggio Emilia, ha costruito il circuito di Termas de Rio Hondo, dovesi correrà il prossimo Gp

Tutto il merito è di Jarno Zaffelli , classe 1976, progettista e titolare dello Studio Dromo, una di quelle meravigliose realtà del Made in Italy, la cui sede è nientemeno che nella Motor Valley italiana, a Reggio Emilia.
Ma come ha fatto, direte voi, un ragazzo italiano (ci piace chiamarlo così, visto gli anni che ci separano) a imporsi all’attenzione internazionale, a combattere e a vincere contro studi di ingegneria che vanno per la maggiore (uno per tutti quello del tedesco Hermann Tilke), che muovono interessi per milioni e milioni di euro e che soprattutto sembrano avere risorse illimitate? Lo abbiamo chiesto a lui, in una mezz’oretta passata al telefono nel quale ci ha spiegato come è riuscito nell’impresa.

La nuova pista del Correntaio ridisegnata e riasfaltata dalla Dromo di Zaffelli

La nuova curva del Correntaio riasfaltata dalla Dromo di Zaffelli

Premessa doverosa: Zaffelli non è partito alla ventura, confidando in una mail arrivata alla persona giusta nel momento giusto. Il suo studio Dromo si è fatto le ossa (e molto bene) in Italia: “Siamo in pista dal 2000 quando mi ero messo in testa ed avevo progettato un autodromo nella mia Reggio Emilia, progetto poi portato a Verona ed autorizzato, ma ancora non realizzato. Pazienza. Dopo quel progetto ricevo una chiamata da Misano. Avevano avuto alcuni problemi sulle vie di fuga, vi ricordate quella moto che passò oltre le barriere di protezione? Bene, volevano risolvere la cosa una volta per tutte. Da quel momento ho lavorato a lungo con loro, ho fatto tutte le valutazioni di rischio con un sistema di mia concezione, abbiamo cambiato le fughe della 15-16, le protezioni dei commissari, e adesso Misano è davvero a posto. Dopo quel lavoro ecco arrivare Imola, circuito che è stato riasfaltato, riprofilato, mettendo mano a cordoli, protezioni e anche in questo caso le valutazioni di rischio. Poi è stata la volta del Mugello, con la riasfaltatura completa del 2011 e i relativi drenaggi. Qui non ho toccato il layout ma solo la pista, per riuscire a farla andare il meglio possibile perché il progettista originale, che era il magnifico ingegner Agnoletto, nella realizzazione gli erano sfuggiti alcuni particolari che abbiamo provveduto a rimettere a posto. Ad esempio nella Palagio, quella che porta al Correntaio, abbiamo tolto il problema del torrente che esisteva sulla racing line. Ora non c’è più, in caso di pioggia non inonda più la pista e i piloti sono contentissimi di questo. Quest’anno ho riprogettato la fuga al Correntaio, i lavori sono finiti da poco e sono molto contento dei risultati”.

plano_autodromo_Termas_de_rio_hondo
E dopo numerose consulenze in giro per il mondo, (USA, Russia, India, Singapore, Messico) ecco, nel 2011, l’opportunità argentina: ”Tutto è nato quasi per caso – di Zaffelli -. Quando si è iniziato a parlare di fare un Gran Premio d’Argentina a Termas ho visto la struttura e ho pensato tra me “E’ impossibile che si venga a correre qui”.
Un circuito costruito nel nulla?
“Nel nulla se si pensa alle difficoltà per portare tutto il Circus in una zona dell’Argentina assai lontana dai grandi centri. Termas però aveva, ed ha, la fortuna di vivere e proliferare sulle Terme più famose di tutta la Nazione, di avere già una gran quantità di alberghi e posti letto, alcuni centri divertimenti, supermercati a go-go, una moltitudine di ristoranti ed infine avere un Governatore grande amante dei motori. A questo punto ho inviato la documentazione di quanto avevo fatto e mi sono proposto per costruire il circuito. Senza sapere che Dorna aveva già provveduto a fare un sopralluogo e aveva detto agli organizzatori che con ‘due modifiche’ il circuito era pronto per la MotoGp”

Le Terme sono la principale attrazione di questa cittadina nel cuore dell'Argentina

Le Terme sono la principale attrazione di questa cittadina nel cuore dell’Argentina

E quali erano le due modifiche?
“All’inizio sembravano poche cose. Poi col tempo ho capito che nella loro mente sarebbe stato più semplice. Uno: distruggerlo, l’altro ricostruirlo”.
Non avevo dubbi, conoscendo Dorna. Morale?

Termas5
“Mi invitano in Argentina a prendere visione del circuito. Il vero problema era che l’impianto era stato costruito nel 2007 da una celebrità nazionale, Hector Farina, campione argentino di turismo carretera (il più antico campionato di Stock Cars del mondo, ndr) e attuale direttore del circuito. Parlando con lui, ho capito subito che considerava l’impianto un po’ come suo figlio. Quando ci siamo accordati con gli organizzatori, la mia prima idea era quella di toccare il layout il meno possibile. Il progetto è iniziato ideando le curve 2, 3 e 4 e lasciando inalterato il resto. Poi è andata a finire che abbiamo creato anche le curve 8, 9 e 10 e le 12,13 e 14”.

Una gara di Turismo Carrettera, tra le più seguite in Argentina

Una gara di Turismo Carrettera, tra le copetizioni più seguite in Argentina

Quindi quasi rifatto completamente…
“Ma c’è di più: vado a fare i rilevamenti e scopro che rispetto ai miei dati ci sono errori anche di 6 metri… Insomma, un mezzo disastro”.
Chissà come l’avrà presa Farina.
“Farina mi ha guardato male sino a quando non ha messo piede sulla pista rifatta ed ha fatto un giro. Da quel momento sono diventato come il suo migliore amico”.
Le credo.
“Ma è presto detto perché: lui aveva una concezione delle traiettorie fatte su auto poco potenti e sottosterzanti, non era appropriata. Ora molte curve sono disegnate per indurre all’errore percettivo i piloti. Un esempio? Ho chiesto ad alcuni rider locali di tracciare con dei bastoni, camminando, le traiettorie che loro credevano essere la migliore alla curva 9, 10 e 11. Ognuno diceva la sua, poi tutti si sono accorti che una volta arrivati alla terza, avevano sbagliato fin dalla prima”.
E quindi sbagliavano tutte e tre le curve in successione. Adesso invece com’è il tracciato?

La curva 5 del circuito di Termas de Rio Hondo

La curva 5 del circuito di Termas de Rio Hondo

“Posso tranquillamente dire che ci sono almeno 4 curve che non esistono in nessun altro tracciato al mondo e lo dico perché ho messo a confronto il mio impianto con tutti quelli dove corrono F1, Nascar, MotoGp e Superbike”. La curva 2, ad esempio, è unica nel suo genere, perché non esistono curve in altri impianti che abbiano un banking a inclinazione variabile. E poi la 3 è una curva negativa. L’ho fatta apposta, perché altrimenti i piloti si fionderebbero sulla 5. Ho voluto deliberatamente creare delle difficoltà ai piloti proprio perché, usando traction control o il loro stile di guida, il sorpasso avvenga per gli errori che fanno e non per altro, anche se quelle sono curve che i piloti percorrono a 150 orari. E proprio per questo difficili.”

Il circuito argentino con tutte le curve e le specifiche di ogni tratto

Il circuito argentino con tutte le curve e le specifiche di ogni tratto

Requisiti di sicurezza?
“Centrati in pieno. Del resto sono anni che lavoro a stretto contatto con Franco Uncini e posso dire, con orgoglio, che non c’è nessun tracciato in giro per il mondo che rispetti i requisiti di sicurezza come Termas. Qui non c’è ghiaia dove non serve e non c’è asfalto dove non serve. Questo perché mi servo di un sistema di progettazione dati di mia ideazione e certificato, che si chiama Drocas e che sto sperimentando dal 2007. Prende in considerazione oltre 6000 incidenti solo nella MotoGp e un totale di oltre 30 mila in tutte le altre serie e mi permette di calcolare le cadute prevedibili delle moto e dove arriverebbe il pilota. A secondo del tipo di curva riesco a dire statisticamente dove potrebbero cadere. Ciò mi ha permesso di lavorare in stretto accordo con il servizio medico che sarà dislocato nei posti a maggior rischio cadute”.
Dalla sua voce traspare tutta la soddisfazione per aver costruito un impianto simile.
“Vero. Perché dietro c’è un grande grandissimo lavoro nell’interesse esclusivo dei piloti . Sa perché ho ideato la curva 10? Perché secondo i miei calcoli i piloti sarebbero arrivati alla staccata della 12 con le gomme fredde sulla spalla destra. Cosa pericolosa. Mi dica lei quale altro progettista al mondo esamina questa situazione. Il fatto è che le piste per essere belle devono essere pericolose: essere tecniche, indurre all’errore e richiedere tanto tempo per essere conosciute a fondo. Poi, è evidente, si tratta di metterle in sicurezza calcolando le giuste vie di fuga, però la sicurezza non deve essere una scusa per scegliere la strada più semplice per disegnare un tracciato”.
Una stoccata a Hermann Tilke?
“No, solo una constatazione. Tilke è bravissimo, fa piste e impianti perfetti, ha risorse praticamente illimitate, uno stuolo di ingegneri che lavorano per lui, ma progetta meraviglie tecnologiche… che non piacciono a nessuno dei piloti che ci corrono, per ultimi andatevi a rileggere le critiche di Pedrosa e Dovizioso su Austin, che hanno giudicato il tracciato “inguidabile”. Insomma, bellissime opere, ma piatte e senz’anima. Rendo l’idea?”
Eccome.

10 Commenti to “MotoGp, da Reggio Emilia alla conquista del mondo: parla Jarno Zaffelli l’ideatore e costruttore del circuito di Termas de Rio Hondo in Argentina”

  1. smanettone scrive:

    Jarno, un nome che ha segnato il giovane progettista fin da piccolo. Uno con un nome così non si poteva occupare di… golf. Congratulazioni a Dromo, congratulazioni a Biondi che ha scoperto questa bella realtà italiana ma mi chiedo: i grandi inviati quelli dei giornaloni che predono 10.000 euro dove sono? Una notizia così nel ritorno delle moto in Argentina è una notizia, grazie pu24.

  2. Giovanni scrive:

    Bel Colpo!!!!! Oggi sappiamo che gli autodromo non li progetta solo Tilke, il pezzo è davvero bello ma quellla riga finale ” piste senz’anima” è fantastica. La mia generazione, quella dei ragazzi del 68, a Riccione, Rimini, Villa Fastiggi si è svezzata. Certo altri tempi, ma la sicurezza si può coniugare anche con …l’anima.
    Grazie Biondi

  3. Simone Grotzkyj Giorgi scrive:

    Gli italiani hanno sempre una marcia in più :)

  4. massimo scrive:

    Complimenti a Enrico per l’ intervista e naturalmente a tutto lo staff di R.Z. Interessante quanto ci spiega Jarno. Capiamo meglio i pensieri del progettista, le soluzioni, le motivazioni…bellissimo!
    Ingegnere innovativo anche sul piano della COMUNICAZIONE. Sarebbe bello gli fosse dato l’ incarico per un nuovo tracciato in Italia, magari vicino a Roma.

  5. Paolo scrive:

    é sempre bello scoprire che in Italia, nonostante tutto, si possono trovare competenze che tutto il mondo ci invidia. Molto interessante il pezzo, dietro alle gare c’è tanta “umanità” e competenza. Trovare chi le scopre è un piacere

  6. IL BARISTA scrive:

    Pezzo incredibile, non avevo mai letto un articolo simile sulla costruzione di un circuito.Da salvare e conservare per i posteri.Grazie Biondi, Grazie RZ.

  7. Sandro scrive:

    In ITALIA ci sono delle eccelenze che il mondo ci invidia: la passione e la preparazione di quest’uomo sono davvero incredibili.

  8. LASER scrive:

    A questo punto non vedo l’ora di vedere la gara domenica. Dopo aver letto l’articolo di Biondi conosco la pista argentina come le mie tasche e devo dire che sembra eccezionale. Alla fine noi italiani abbiamo sempre quel qualcosa in piu’ che nessuno puo’ imitare.

  9. giesseics scrive:

    Che bell’articolo e che bella scoperta, un altro giovane talento italiano che trova riconoscimenti in giro per il mondo e che nel suo paese nessuno conosce se non clicca PU24. Complimenti Jarno per quello che sembra un ottimo circuito e per la dimestichezza nel raccontarcelo.

  10. SRS CORSE scrive:

    Dall’articolo sembra proprio un bel tracciato! Son curioso di seguire la gara in tv questo week-end :) ciao!!!!

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