Santa Maria delle Fabbrecce, quartiere storico, è un paese per vecchi

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8 dicembre 2013

PESARO – Chi, passando lungo la strada Adriatica (che per i pesaresi è la Nazionale), direzione Rimini, superato Caprile, prima di Cattabrighe, non ha visto quel pino gigantesco in mezzo la strada, davanti a un edificio vetusto che ha sul muro la strana scritta “Anemia glomeruli Farmacia Ruggeri”? Una volta era – sì, lo scriviamo al passato – il quartiere e prima ancora il paese di Santa Maria delle Fabbrecce. Ricordo perfettamente, durante la cresima, che l’allora Vescovo mi accarezzò dicendo: “Sei di Santa Maria Fabbrecce, sai cosa significa? Vuol dire Fabbrichette, ovvero lavoro”.All’epoca – fine anni Sessanta – l’economia era in ripresa. Quella antica pubblicità è rimasta, anche se leggermente modificata, l’albero pure, ma il paese di Santa Maria non esiste più. Santa Maria delle Fabbrecce è il contrario del paese raccontato dal premiatissimo film di Ethan Coen: è diventato un paese per vecchi. E mi scuso con le persone di un certa età. Agli inizi degli Settanta vi erano numerosi e tradizionali negozi che regalavano un atmosfera allegra e vivace al paese. Come non ricordare, poco prima del vecchio asilo, sulla sinistra andando verso Rimini, la Farmacia Renzoni. Ha chiuso da qualche giorno, aprendo in un luogo più movimentato, fra l’Urbinate e l’Iper.

Santa Maria delle Fabbrecce

Santa Maria delle Fabbrecce

E il famoso Giardino del Conte Vismara Currò, proprio davanti alla Parrocchia del mitico Don Igino, uno dei sacerdoti più longevi di Pesaro? Come dimenticare la boutique di abbigliamento del magico Benito, affiancata dal grande Masini il Calzolaio. Fabio il Macellaio aveva a un centinaio di metri il collega rivale Tonti. C’erano il vecchio buon lattaio, la frutta e verdura Mosca, il genere alimentari Gili, il salone di barbiere degli storici Max e Tony, la mostra di salotti Bicciato, la grande edicola, la parrucchiera Luciana a fianco la Chiesa; e poco prima il pescivendolo Terenzi. Più a nord era situato il glorioso panificio Ridolfi e il mitico meccanico Remino aveva l’officina nello stesso immobile tra le due strade, una che porta a Rimini, l’altra ad Urbino. Poco lontano, quasi di fronte, il famoso Bar Giampaoli e più avanti verso la via per Urbino, appena usciti dal paese, il bar Primavera, mai chiuso. Era un paesotto tranquillo ed allegro, con le scuole elementari, nello stesso vecchio edificio dove ora troviamo il Centro Bocciofila Duilio Fabi. Ora regna il silenzio, presenzia il deserto e incombe una tristezza leopardiana in questo paese abbandonato. Si dice che la sua fine è coincisa con la nascita di un nuovo quartiere limitrofo, giovane e in crescita: Vismara, dal nome del conte Vismara che molti anni fa, lungo la strada alla fine della cosiddetta salita del “ciaki”, aveva una bellissima e ridente villa con un infiniti terreni e piantagioni. Persino la squadra di calcio che ora, milita in eccellenza, si chiama Vismara. Una volta la formazione era il glorioso Fabbrecce, poi è avvenuta la fusione con Cattabrighe, ed ecco Vismara. In alcuni siti web, fra i nomi dei quartieri, Vismara ha soppiantato Santa Maria Fabbrecce, ormai caduto in disuso. I giovani, non tantissimi, non fanno distinzione, affermando di essere Vismara e non di Santa Maria, quasi vergognandosi delle loro origini. Al recente Palio dei Bracieri ha partecipato il rione di Vismara, con ragazzi che magari potevano essere di Santa Maria. Un quartiere abbandonato, che speriamo riprenda a vivere con la nuova pista ciclabile che giungerà dalla vicina zona della Tombaccia. Auguriamoci che questo luogo spento si accenda di mille luci e brilli di una nuova energia, non solo in questo periodo Natalizio.

6 Commenti to “Santa Maria delle Fabbrecce, quartiere storico, è un paese per vecchi”

  1. m.lorena arceci scrive:

    E l’albero di Natale sul pino già pronto di questi tempi?

  2. alessandro scrive:

    Veramente le Scuole Elementari esistono ancora, vicino all’ufficio Postale. Mai sentito parlare della scuola Anna Frank? Dotata anche di una bella palestra?

  3. Maruska scrive:

    La grande edicola e cartoleria era di mio nonno Baldini Primo

  4. Luciano Ioni scrive:

    Caro Roberto,vorrei intanto precisarti che la macelleria era prima gestita da Fabi Sesto(e non Fabio)poi,fino a poco più di un’anno fa da Massimo Fabi.Il vecchio edificio dove c’è la bocciofila è un bellissimo palazzo tra i più conservati dello stile liberty pesarese che proprio da poco ha compiuto 100 anno(19 maggio 1913).Per l’occasione si è fatta la festa del centenario con varie iniziative e una cena con la presenza di 172 persone con tanto di una piccola ma pregevole pubblicazione(se vuoi te ne posso fare avere una copia).Comunque è molto lodevole il contributo che hai dato,ben venga!Se vuoi puoi contattarmi tramite la mail.

  5. Luciano Ioni scrive:

    Mi correggo data di inaugurazione coop.”D.Fabi”18 maggio 1913 e non 19.

  6. Annamaria scrive:

    Santa Maria delle Fabbriche è ora un borgo assediato dalle auto che circolano a doppio senso rendendo pericolosi gli spostamenti dei pedoni pericolosissimi in alcune ore del giorno.

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