Rof, un concerto molto… Albelo. Il tenore spagnolo incanta pubblico e colleghi

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18 agosto 2013

PESARO – Un concerto davvero… Albelo, molto Albelo. Un’ora e mezza di emozioni, il pane quotidiano del Rof, un Festival in cui si respira un clima particolare, che ha pochi riscontri in analoghe manifestazioni.

 

Celso Albelo e il pianista Giulio Zappa

Celso Albelo e il pianista Giulio Zappa

C’era attesa per il concerto, perché gli appassionati che hanno gremito la platea dell’Auditorium Pedrotti conoscono bene lo straordinario valore di Celso Albelo, che ha una capacità unica di estendere la voce senza accusare alcun problema. Una tecnica perfetta e uno stile raffinato gli danno la possibilità di raggiungere vette inarrivabili a tanti.

 

Chi era presente potrà dire – ne siamo certi – di avere assistito a un concerto raramente così entusiasmante. Condito da un brivido. Nel primo bis, Una furtiva lagrima, da L’Elisir d’Amore di Donizetti, Albelo ha interrotto l’esecuzione e chiesto scusa al pubblico e al pianista Giulio Zappa: “C’è sempre una prima volta”, avendo dato l’impressione di avere perso la parola giusta.

 

Tutto questo non ha tolto niente alla qualità di quanto ascoltato, partendo dalle canzoni di due autori a lui cari: lo spagnolo Joaquin Turina su testi di Ramòn Maria de las Mercedes de Campoamor y Campoosorio e l’argentino Carlos Guastavino. Poi, ancora in tema, la canzonetta spagnuola di Rossini, del quale, subito dopo, ha eseguito stupendamente l’Aria di Leicester “Della cieca fortuna… Saziati, o sorte ingrata” da Elisabetta, regina d’Inghilterra. Il concerto è salito di tono, grazie a una capacità davvero unica di passare dai sospiri ai “tuoni”. Bellissime le esecuzioni dalla Lucrezia Borgia, Recitativo e Aria di Gennaro “Partir degg’io… T’amo qual s’ama un angelo” e dalla Lucia di Lammermoor, Recitativo e Aria di Edgardo, “Tombe degli avi miei… Fra poco a me ricovero”.

 

Poi, richiestissimi, con un boato di applausi,i tre bis. Oltre a Una furtiva lagrima, Il lamento di Federico, da L’Arlesiana di Cilea, e La donna è mobile, dal Rigoletto di Verdi.

 

 

Celso Albelo e il pianista Giulio Zappa

Celso Albelo e il pianista Giulio Zappa

In platea Juan Diego Florez (seduto in alto) e Simon Orfila (sorridente in primo piano)

In platea Juan Diego Florez (seduto in alto) e Simon Orfila (sorridente in primo piano)

Sull’ultima nota – “Giuro, non posso cantare ancora, martedì 20 ho una recita” annuncia il tenore spagnolo travolto dagli applausi, guardando la balconata dove hanno il solito posto il sovrintendente Mariotti e il direttore artistico Zedda – si sente forte, in platea, un “bravo!”. Lo esclama Simon Orfila, compagno d’avventura di Albelo nel Guillaume Tell.

 

Tra platea e balconata abbiano visto altri colleghi, da Juan Diego Florez a Simone Alberghini e Alessandro Luciano. Tutti insieme raggiungono il camerino per congratularsi con il collega. Gli spettatori avrebbero voluto unirsi al gruppo.

 

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Un commento to “Rof, un concerto molto… Albelo. Il tenore spagnolo incanta pubblico e colleghi”

  1. re rubbishing Abbs: fundamental difference is that you don’t have to choose either holden or ford (eg you can not buy a car at all), but you do have to choose either Abbs or Rudd;

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