di _
17 luglio 2013
Mirko Ballerini*
PESARO – Il Sindaco e la Regione stanno cercando in tutti i modi di dare il via alla costruzione del nuovo ospedale con la formula del project financing. Ma questa scelta dimostra poca attenzione e considerazione degli effetti devastanti che questo strumento ha causato e sta causando dove è stato già utilizzato. L’ing. Ivan Cicconi, direttore di ITACA (Istituto per la Trasparenza negli Appalti e la Compatibilità Ambientale) ha presentato qualche mese fa alla cittadinanza, sia a Pesaro che a Fano, come funziona il project financing e cosa questo strumento comporta in termini di rischi e pericoli. La mancanza di fondi per la realizzazione di opere non consente alle amministrazioni di fare investimenti, con questa motivazione vengono attivati i project financing che consentono di spostare la spesa da investimento a spesa corrente nel tempo. Le opere vengono realizzate e finanziante dalla società di progetto, la quale ne mantiene la gestione per 30 anni. In tal modo la società che realizza l’opera recupera l’investimento e guadagna. L’ammistrazione copre solo in parte l’investimento (in questo caso si cercano 80ml di euro a fronte di un investimento di 200ml di euro) e paga un canone di disponbilità dell’opera. Inoltre ci saranno spese ricorrenti per la gestione di tutti i servizi accessori non ospedalieri (esempio pargheggi, pulizie, gestione dei servizi informatici-telefonici, ristorazione ecc ecc) che saranno stipulati a priori e saranno vincolanti per tutta la durata della gestione con i rischi derivanti dalla mancata concorrenza sul mercato per la durata ultradecennale del contratto.
In Italia questo strumento ha avuto forte impulso a partire dal 2002, da quando cioè alla società di progetto viene riconosciuta una copertura anche del costo sostenuto per la realizzazione dell’opera. Questo ha di fatto reso il project financing un pericoloso strumento di indebitamento pubblico nel tempo rendendo meno rilevante l’economicità e i tempi di realizzazione dell’opera il cui scopo era di far rientrare e rendere massimo l’investimento della società di progetto. Infatti le società di progetto vengono ad essere tutelate dalla parziale copertura dell’investimento, nel caso dell’ospedale unico si parlava di 40 ml iniziali e ora se ne prevedono 200ml e si chiede una copertura pubblica di almeno 80 ml!! Ma quello che nessuno dice è che i costi per le nostre tasche possono decuplicare considerando il canone di disponibilità che andrà riconosciuto alla società di progetto per circa 30 anni!
La scelta di ricorrere alla finanza di progetto è quindi una scelta scellerata e miope che stride con la funzione della Amministrazione che dovrebbe tutelare cittadini e territorio. Sembra piuttosto una scelta di comodo legata al voler a tutti i costi realizzare o avviare un’opera faraonica di cui farsi vanto.
*Consigliere comunale
Movimento 5 Stelle Pesaro
Gentile consigliere,
tralascio fin da subito l’approssimazione con cui viene spiegato il modello comunemente chiamato Project Financing e tralascio anche le sue enormi chiacchiere da bar (perche’ di chiacchiere da bar si tratta) quando dice che si tratta di una scelta “scellerata”.
Se lei vuole farsi bello di fronte ad un elettorato che di queste cose probabilmente non ne capisce una mazza (scusi, ma mi sento di mettere anche lei nel gruppone), dica piuttosto dove e come si trovano i soldi per fornire alla citta’ di Pesaro il servizio ospedaliero, che e’ un diritto degli italiani.
Ribadisco, e’ troppo facile essere contro senza essere minimamente propositivi, per il semplice motivo che questo atteggiamento denota furbizia da due soldi, populismo e soprattutto una buona dose di grassa ignoranza.
A me non interessa sapere come “non si fanno le cose”, piuttoste come andrebbero fatte!
Quindi dica come andrebbe fatto l’ospedale, quale sarebbe la vostra proposta, il vostro modello e la vostra soluzione.
E che sia una storia plausibile, non fandonie come quelle che leggo qui.
Sebastiano Baldan