Ecco come i carabinieri hanno incastrato Donald, il killer “amico”. E gli ormai ex colleghi cercano di linciarlo. LE FOTO

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9 giugno 2013

PESARO  - Questa notte i Carabinieri del Comando Provinciale di Pesaro e Urbino, in esito ad una frenetica e complessa attività investigativa, hanno fermato i presunti autori dell’omicidio di Andrea Ferri.

Le indagini condotte da giorni con straordinaria intensità e che vedevano il concorso delle componenti specializzate dell’Arma (Reparto Investigazioni Scientifiche di Roma per i necessari accertamenti tecnico – scientifici di carattere balistico, dattiloscopici, biologici e merceologici e Nucleo Carabinieri Subacquei di Genova per le attività di ricerca della pistola nelle acque del porto canale di Pesaro), nelle ultime 24 ore si erano concentrate intorno alla cerchia dei collaboratori dell’imprenditore assassinato ed in particolare nei confronti di un cittadino macedone di 24 anni, dipendente della “Iperstation Tamoil” di Montecchio di Sant’Angelo in Lizzola (PU), che, dopo l’omicidio, si era allontanato da Pesaro, rendendosi irreperibile.

Il suo nome è Donald Sabanov, 25 anni, macedone, celibe, residente a Trasanni di Urbino con una compagna: pugile dilettante, conosciutissimo a Montecchio. Aveva cercato di far passare il delitto come passionale giustiziando Andrea Ferri dopo l’incontro con una ragazza nigeriana. Invece lo ha trucidato solo per rubargli la chiave del caveau della stazione di servizio di Montecchio che teneva in macchina. Ferri, da quello che emerge, lo aveva sempre trattato non come un semplice dipendente ma come un amico vero. Anche per questo molti colleghi, ormai ex, di Donald l’hanno atteso all’uscita dalla caserma dei Carabinieri di Pesaro per linciarlo. Solo i carabinieri, con il macedone al sicuro all’interno dell’auto, sono riusciti a placare la rabbia dei presenti che poi si sono lasciati andare a un lungo applauso liberatorio: la persona che ha spezzato la vita di Andrea Ferri, ora, è in carcere dove avrà tempo e modo per riflettere sul dolore che ha provocato e sul fatto che prima o poi i conti con la legge si pagano. L’applauso ai carabinieri, che in 5 giorni di lavoro hanno incastrato i colpevoli, lo testimonia.

Clicca qui per vedere chi sono Donald Sabanov e Karim Bari nelle foto segnaletiche fornite dai carabinieri: le foto

I due, su facebook, si fotografavano spesso durante le loro uscite e durante gli allenamenti in palestra.

Descritto come affabile, simpatico, sempre con la battuta pronta: Montecchio e dintorni sono sconvolti, tutti quelli che lo conoscevano restano increduli in uno stato di rabbia crescente. Chi poteva pensare che dietro a una esecuzione così spietata si potesse nascondere quel suo fidato dipendente?

Proprio nella stessa Stazione di servizio, la notte del 7 giugno 2013, veniva infatti perpetrato un furto di denaro contante attraverso l’utilizzo delle chiavi di accesso ai locali e della cassaforte, rapinate alla vittima dopo l’omicidio. Le telecamere lo hanno incastrato.

Nel corso di un decisivo servizio di osservazione e pedinamento, disposto nei pressi della Chiesa di Pesaro, ove erano in corso i funerali della vittima, i carabinieri individuano proprio il “sospettato”, che dopo le esequie raggiungeva un amico, di origini marocchine di anni 23, che era rimasto ad attenderlo in auto, a debita distanza dal luogo della cerimonia. I due venivano così condotti in caserma.

Le dichiarazioni rese agli investigatori, sui loro movimenti negli ultimi giorni, ben presto evidenziavano lacune e contraddizioni nei racconti dei due, tanto da confortare inequivocabilmente le tesi degli inquirenti.

Le immediate perquisizioni alle loro abitazioni consentivano di recuperare:

in Morciano di Romagna, nell’abitazione del cittadino di origini marocchine, nella quale aveva trovato rifugio il macedone:

a) occultata all’interno di un borsone riempito da indumenti e pronto per una repentina fuga, una pistola Beretta Modello 1950 calibro 7,65 utilizzata per l’omicidio e già ricaricata;

b) alcuni mazzi di chiavi rapinati alla vittima nel corso dell’omicidio;

c) ulteriore materiale di riscontro utili alle indagini, coerente con le indicazioni tecnico-scientifiche individuate da personale operante e del RIS CC di Roma;

in Morciano di Romagna:

a) un ciclomotore ed un casco da motociclista, entrambi utilizzati dai predetti per consumare il furto ai danni del distributore di carburante;

b) l’autovettura Ford Fiesta, in uso al macedone, presumibilmente utilizzata dai predetti la notte del 4 giugno 2013;

in Urbino, presso la residenza del macedone:

a) numerose pallottole di vari calibri, tra cui alcune compatibili con la pistola utilizzata per l’omicidio.

 

Così, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo del Comando Provinciale CC di Pesaro e Urbino unitamente a quelli del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia CC di Pesaro, eseguivano nelle prime ore odierne il fermo dei due, quali indiziati, in concorso tra loro, dei delitti di: omicidio aggravato e premeditato ai danni di Andrea Ferri, porto e detenzione di arma clandestina da sparo, nonché di furto pluriaggravato di una consistente somma di denaro, commesso in Montecchio di Sant’Angelo in Lizzola, il 7 u.s. presso il distributore di carburante “Tamoil Iperstation”.

Insieme a lui è stato arrestato Karim Bari, 23 anni, italiano di origine marocchina, calciatore, residente a Morciano di Romagna nella casa della famiglia d’origine. A casa sua è stata rinvenuta la pistola calibro 7.65 utilizzata nel delitto. L’ha indicato lui stesso dove si trovasse.

Entrambi sono accusati di omicidio aggravato premeditato e porto abusivo di arma: rischiano l’ergastolo.

L’articolata operazione di servizio ha visto impegnati oltre 40 carabinieri, compresi quelli dei Reparti Speciali (RIS CC Roma e Nucleo CC Subacquei di Genova), in varie località della Provincia di Pesaro e Urbino e di Rimini.

Le attività investigative sono state coordinate dal Procuratore Capo della Repubblica presso il Tribunale di Pesaro, Dott. Manfredi Palumbo e dal Sost. Dott.ssa Monica Garulli.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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  4. [...] PESARO – “Dedichiamo il nostro lavoro alla moglie e ai figli di Andrea Ferri”. Nelle parole del comandante provinciale dei carabinieri di Pesaro, Giuseppe Donnarumma, ci sono tutte le sfumature dell’applauso che i pesaresi presenti davanti la caserma, in buona parte amici e colleghi di Andrea Ferri, hanno tributato al lavoro dei carabinieri che, nel giro di cinque giorni, hanno portato all’arresto dei due presunti colpevoli (per saperne di più sull’arresto clicca qui: https://www.pu24.it/2013/06/09/ecco-come-i-carabinieri-hanno-incastrato-donald-il-killer-amico/). [...]

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