Funerale cattolico coatto…

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29 ottobre 2012

Capisco che posso apparire monotematico, ma non è colpa mia se la Chiesa mi dà sempre spunto per scrivere qualcosa.
Sentite questa storia.
Qualche giorno fa è venuto a mancare un parente di una mia amica. Ieri c’è stato il funerale, in chiesa.
Tutto normale, direte voi.
E invece no. Si dà il caso che il deceduto in questione non fosse cattolico, ma i parenti hanno deciso comunque di fare un rito funebre religioso.
Domanda: è giusto secondo voi? E’ rispettoso nei confronti del morto? 
Io direi di no.
Proprio su questa questione, tra alcuni familiari si è aperto un mini dibattito. La giustificazione che è saltata fuori è stata questa: “Ma se non lo facevamo lì, il funerale, dove lo facevamo?”.

Sepolture alternative... Foto presa dal web

Bé, io una risposta ce l’avrei: esistono i riti civili, con i quali si può chiedere al sindaco del proprio paese uno spiazzo, un posto dove poter dare l’ultimo saluto al defunto, magari con qualche discorso di amici o familiari.

Oppure – scelta più drastica – si può anche decidere di non fare alcun rito e portare direttamente la bara al cimitero.
Sono convinto che in questa storia abbiano sbagliato soprattutto i familiari, ma qualche responsabilità – e spero siate d’accordo con me – penso ce l’abbia pure il parroco.
Mi spiego: non sarebbe eticamente corretto, da parte di un sacerdote, sapere se il morto è cattolico o meno, e non darlo per scontato? E in caso non lo fosse, non sarebbe giusto, da parte sua, rifiutare di celebrare il rito?
P.S. La vogliamo cancellare ‘sta cosa della falsa offerta libera – per matrimoni, funerali et simila – che poi in realtà viene imposta? Insisto: se davvero è libera, perché viene quasi sempre stabilito un minimo tariffario (ad es. 200 euro)?

Un commento to “Funerale cattolico coatto…”

  1. Andrea scrive:

    Che cosa vuol dire che il defunto non era cattolico? Non era battezzato? O non era credente? Oppure ateo (che non è la stessa cosa di non credente)? Sono parroco da più di undici anni e mi sono trovato più volte a gestire situazioni simili con i dovuti distinguo. Se un defunto non è battezzato non se ne parla di funerale ecclesiastico, esattamente come se è un ateo convinto e anticlericale, soprattutto per un rispetto della coscienza: inutile imporre a un morto ciò che egli ha sempre rifiutato da vivo. Ma la maggioranza dei casi che ricordo riguardano persone non credenti ma rispettose della fede e della Chiesa al punto tale da esservisi sposati, magari con rito misto, e da avervi poi battezzato i figli: parlando, loro stessi mi hanno confidato (la mia apertura facilita questi contatti) di non avere nulla in contrario anche ad un funerale in chiesa o che l’ipotesi li lasciava indifferenti. A volte poi ho optato per il rito senza Messa o una semplice benedizione al cimitero. Non esistono solo il bianco e il nero!!!
    Il parroco poi non può opporsi al funerale dei non credenti, sarebbe come rifiutare la misericordia di Dio per chi non crede: per noi il funerale è un affidamento.
    Infine: nella mia parrocchia l’offerta è davvero libera, c’è chi da poco, chi tanto e chi nulla ma certo mi chiedo: è onesto spendere migliaia di euro per le onoranze funebri e scandalizzarsi se l’offerta per la chiesa è di qualche decina?

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