Che aria tira?

di 

20 agosto 2012

Statua Pasqualon

di Stefano Giampaoli*

PESARO – Ho assistito alla seguente scenetta in un supermercato della città. Un anziano guarda il prezzo delle pesche e riflette a voce alta: “In ce fa magnè più gnènt …” (Non ci fanno mangiare più niente). Un’anziana signora lo sente e commenta: “I magna tutt lori …” (Mangiano tutto loro …). Pausa piuttosto lunga e poi prosegue sprezzante: “Almen i se struzzasa na volta o cl’atra! (Almeno si strozzassero una volta o l’altra!). Dopo un ferragosto “senza botti”, questa è l’aria che tira fra la gente. Lo “spread” non è roba che si mangia, è qualcosa di impalpabile che fa paura. Pasqualon (il nostro poeta dialettale) forse direbbe oggi come disse ieri: “L’operai en pò scherzè Parchè en trova gnent da fè” (L’operaio non può scherzare Perché non trova niente da fare). Durante la grave crisi finanziaria del 1897 scrisse una poesia intitolata: “Non si ride più” dove descrive la misera condizione delle classi povere. Corsi e ricorsi della storia. Il poeta osserva: “ … chel por governe Anca lò le dispered Par i su lavor sbajed” ( … quel povero governo Anche lui è disperato Per i suoi lavori sbagliati). Poi invoca l’intervento dei santi Emidio ed Andrea. Noi, oggi, che santo invochiamo?

*Con il titolo “Pesaro, la nostra storia attraverso Pasqualon” verrà pubblicato un libro che sarà un compendio narrativo delle opere di Odoardo Giansanti. Le radici della Pesaro moderna che conosciamo affondano negli anni che stanno tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento. Il poeta dialettale Odoardo Giansanti (Pesaro 1852 – 1932) ne è stato ironico cantore ma anche fedele cronista.

Un commento to “Che aria tira?”

  1. STEFANO GIAMPAOLI scrive:

    Stefano, (t’ sì propi brav! An c’è gnent da dì!) Come pesarese ti sono riconoscente per ciò che fai per tutti gli INNAMORATI della città. Grazie.

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