31 luglio 2012
PESARO – Il basket al tempo dei quartieri, quando Loreto contro Lupo o contro Delfino era un derby che richiamava un pubblico da serie A. E le grandi di A passavano a Pesaro per soffrire in Coppa Italia. Chi ricorda Loreto-Libertyas Forlì? E chi, più tardi, Lupo-Duco Mestre?
Abbiamo la fortuna di potere contare sull’amicizia di Giorgio Secondini, che del basket pesarese è stato grande protagonista e soprattutto conserva un archivio che farebbe invidia a un quotidiano.
Eccola, allora, la foto storica. Si giocava all’aperto, appare evidente, e con coach Mao Di Giacomo e lo stesso Giorgio Secondini, anche due giocatori che partendo dal campo sulla Via Flaminia hanno guadagnato palcoscenici importanti, fino ad arrivare alla maglia azzurra. Perché il quarto e quinto da sinistra sono Paolo Gurini, uno dei più grandi contropiedisti italiani, e Franco Cinciarini, papà di Daniele e Andrea. Insomma, la sua è una famiglia sotto i canestri.
Con i dioscuri della pallacanestro targata Loreto, partendo dal lato di Mao, troviamo Tonnini, Fava e, poi a destra, Marini e De Palo, a sua volta diventato allenatore capo del Loreto che faceva sognare. Quindi,accosciati, Giorgio Secondini, Marcello Secchiaroli, in seguito anche assessore regionale, e Landi che nella Regione Marche è stato dirigente di grande importanza.
Come a dire che sotto i canestri si vola, in tutti i sensi.
E con Forlì si perse di un punto!! In caso di vittoria sarebbe scesa sul campetto di Loreto nientepopodimeno che l’Ignis Varese del grande Manuel Raga.
P.S.: quel giorno del Forlì ero padrino in una cresima nell’attigua chiesa parrocchiale!! Azz… Fu un continuo entrare/uscire dalla chiesa per vedere la partita almeno a strappi (è da allora che mi proposero per la scomunica). Se non ricordo male in quella partita Gino Pagnini e Dudo (Agostino Sani), fecero impazzire Angelo Rovati e Federico Nizza.
Ho vissuto, con un paio di anni di ritardo rispetto alla foto, l’epoca dei campionati all’aperto e della furente, ma sanissima,rivalità esistente tra i quartieri di Loreto, Pantano e Porto. Sono stati periodi indimenticabili, dove il
basket si chiamava ancora pallacanestro e dove il cemento dei campi all’aperto sostituiva i morbidi parquets di
adesso. Ho avuto l’onore di vestire le magliette di lana grezza del Loreto , di calcare il campo di via Flaminia e di
aspettare la fine della Messa per iniziare a giocare la domenica mattina alle 11. L’odore acre dell’olio canforato
impregnava l’aria, in panchina si stava coperti con plaid e giacche a vento, ma si giocava, con qualunque
clima e contro chiunque. I derby con Lupo e Delfino erano qualcosa di affascinante, cominciavano settimane
prima e la cornice di tifosi che circondava i campi all’aperto era qualcosa di romanzesco. Si giocava e si dava
l’anima, non si prendevano soldi e le cene tutti insieme erano sufficienti a moltiplicare passione e fatica.
Rivedere queste foto è come rivivere i tanti splendidi ricordi dell’epoca ed è come rigiocare quelle mitiche
partite all’aperto. Era veramente bello.