Il Montepaschi fa la squadra coi soldi degli italiani

CARLOFORTE (Carbonia-Iglesias) – In vacanza uno può rinunciare ai quotidiani sportivi per non dovere leggere ipotesi ignobili su biscotti tra croati e spagnoli avanzate da chi dimentica il fango in cui sguazza il calcio italiano. Per fortuna che Vicente del Bosque è un signore, altrimenti alla domanda degli inviati italiani avrebbe dovuto rovesciare il tavolo. Quegli inviati che hanno vomitato insulti su una Nazionale “noiosa”, magari anche “dopata”, che ha risposto come solo i campioni sanno rispondere: sul campo. E che lezione!

Scavolini Siviglia-Treviso, Daniel Hackett

Daniel Hackett. Foto Giardini

Dunque, si può rinunciare a leggere i reportage di chi aveva assegnato già il Pallone d’Oro a Pirlo (con tutto il rispetto, ci mancherebbe), ma non alle notizie di basket. Impossibile restare a digiuno, soprattutto nel momento in cui si decide il futuro della Victoria Libertas.

Il futuro, perché il presente è già passato.

L’avevamo anticipato, quando tutti sembravano “prigionieri” dei diecimila all’Adriatic Arena in gara 4 con Milano.

Lo scorso 5 giugno titolammo: “Dalla Dama Bianca all’esodo, sale la nostalgia”.

E scrivemmo…

“Fuori dagli spogliatoi, mentre il pullman di Milano lasciava il parcheggio, ancora tifosi, parenti e amici ad attendere. E ancora applausi. Poi tutti insieme a cena, perché Simone Flamini ha fatto riaprire – per una sera – il covo preferito, Dama Bianca, al lato della chiesa del Porto. Dopo gli applausi, una serata di festa, nell’intimità che protegge e asciuga le lacrime con un sorriso. Non giocheranno più insieme, le strade si dividono. C’è chi dovrà attendere e chi ha già altre proposte, alcune ricche, altre interessanti. “Peccato – ha detto Luca Dalmonte a fine gara – perché un gruppo così non lo ritrovi più”.

Mirko Facenda aveva anticipato che su Hickman c’era il Maccabi Tel Aviv. E puntualmente Ricky ha firmato per l’orgoglio di Israele.

Tutti a fare gli scongiuri, ma anche l’Italia che conta e tanta Europa importante inseguivano Hackett.

Scrivemmo: “Partirà anche Hackett. Canterebbe Battisti che uno scoglio non può arginare il mare”. E così è stato.

Sorprende, però, che vada a Siena. Lo scriviamo con il massimo rispetto per la scelta del giocatore, che pure non comprendiamo. Ci sarebbe piaciuto (o forse siamo ancora in tempo a scrivere ci piacerebbe) che Daniel fosse andato a vincere con una squadra a secco da tempo, fosse Milano o Cantù o Valencia, non in una squadra che è reduce da sei scudetti consecutivi e anche vincendo il settimo non stabilirebbe più un record. Scritto questo, tiferemo sempre per Daniel, a prescindere dalla maglia che indosserà, anche per ringraziarlo delle emozioni che ha regalato in maglia VL.

Detto questo, però, ci sembra doveroso sottolineare – pur senza essere un parlamentare lombardo tifoso di Cantù che ha presentato una legittima interrogazione – che, mentre quasi tutte le società di basket s’arrabattano o rischiano di chiudere, Siena continua a investire. Ora, fino a che lo faceva con i soldi propri, niente da dire, anzi tanto da applaudire.

Oggi, però, la situazione è cambiata, decisamente. E una squadra di basket rischia di pagare i giocatori con i soldi degli italiani onesti, che pagano le tasse.

Dovete sapere che il Monte dei Paschi, inteso come banca e non come società sportiva, è alle prese con una situazione che definire difficile è eufemistico. Una situazione figlia di politiche sbagliate – su altre ipotesi lavora la magistratura – che hanno portato ad acquistare un altro istituto di credito, la banca Antonveneta, pagandola assai più del valore.

Lo scorso 26 giugno, un articolo pubblicato dalle pagine finanziarie de La Repubblica ha spiegato la questione ai lettori. Già il titolo era illuminante: “Mps, arriva l’aiuto di Stato. Il Tesoro compra 4 miliardi di bond”. Nell’articolo si spiegava come la banca senese – in seguito alla vicenda Antonveneta – era costretta a ricorrere all’emissione di obbligazioni. E che il Consiglio dei Ministri (una volta di più amico delle banche; ndr) aveva deliberato l’acquisto di 3,9 miliardi di queste obbligazioni.

La Repubblica ha sostenuto che nei fatti è una sorta di nazionalizzazione.

Domanda: come può una banca che si è venuta a trovare – per propria colpa – in queste condizioni e che per questo potrebbe procedere a clamorosi tagli di filiali e di personale mettere soldi nello sport?

Perché aziende serie come la Benetton e la Scavolini, nel basket da una vita, devono fare una scelta dolorosa mentre il Montepaschi, che senza l’aiuto di Stato rischierebbe un tracollo, può permettersi di andare avanti anche nella pallacanestro?

In questo contesto è legittima e logica, pure sedi parte, l’interrogazione del parlamentare leghista, Nicola Molteni, canturino, che si rivolge al ministro per l’Economia, Passera, sostenendo che “per salvare il Monte dei Paschi si utilizzano soldi pubblici, che l’istituto senese chiuderà circa 400 filiali e taglierà 4.600 posti di lavoro, ma continua a sostenere le società sportive senesi”. Molteni si è dichiarato stanco di vedere Siena vincere con i soldi pubblici, mentre altre realtà – e lui fa riferimento a Cantù – vanno avanti con l’impegno dei privati.

Chi scrive è raramente d’accordo con i leghisti, ma in questo caso è impossibile non condividere le ragioni di Molteni.

Questa voce è stata pubblicata in Basket, Pesaro, Pesaro-Sport, Sport. Contrassegna il permalink.

12 risposte a Il Montepaschi fa la squadra coi soldi degli italiani

  1. Maurizio scrive:

    Perchè l’ENEL che sponsorizza Brindisi è normale?

  2. Francesco scrive:

    Articolo ridicolo. Se avete collaboratori che scrivono mentre bevono un negroni in spiaggia, quantomeno chiedetegli di informarsi prima di rendere un sito intero patetico. Poi, se non vi interessa, contenti voi…

    • admin scrive:

      Gentile lettore, il “collaboratore” in questione è una delle firme storiche del basket non solo pesarese o marchigiano, ma nazionale. Proprio oggi è stato premiato dal Coni per un suo recente libro. E le assicuro che è molto più informato di quanto crede, visto il rapporto diretto e personale che ha con la maggior parte dei giocatori, dirigenti e allenatori italiani e non solo. Si informi lei, prima di scrivere certi commenti (che comunque noi pubblichiamo, perché noi diamo spazio a tutte le opinioni). Saluti

      • fabio scrive:

        egregio admin,
        l’informazione è alquanto relativa, ovvero possiamo vederla in differenti modi.
        ad esempio potrei dirle che benetton ha lucrato comprando parte del servizio autostradale a spese dei cittadini (e questi si hanno pagato), investendo minima parte del guadagno sulla cura della sicurezza e innalzando i prezzi a discapito dei cittadini stessi. potrei anche dirle che la mps da un lato ha problemi finanziari, ma se non reinveste una piccola parte del capitale (stiamo parlando di 13mln su 4 miliardi di euro) in “pubblicità”, la quale è in parte chiave del successo, lascerà a casa altri lavoratori. Sto dicendo che è colpa di benetton se ci sono migliaia di morti l’anno e che la mps fa bene a licenziare 4000 lavoratori? assolutamente no, ma come vede il passaggio da informazione ad editoriale è sottile, ed il vostro francamente è un pensiero che lascia il tempo che trova… distinti saluti, fabio

        • fabio scrive:

          …quindi che sia un collaboratore di basket e firma di prestigio lunge da me dissentire, ma limitiamoci a parlare di basket.
          P.s. il migliaia di morti è volutamente provocatorio nell’ambito della sicurezza stradale

          • admin scrive:

            Le faremo rispondere, nel dettaglio, dal nostro Luciano Murgia appena tornerà dalle ferie. Saluti

        • VG_Lazza scrive:

          certo, reinvestire.
          Ma intanto mandi a casa 4600 persone. Mi pare legittimo il dubbio di chi, come Luciano, si permette di porsi la domanda sulla liceità di tale comportamento.
          Ovvero, prendi i soldi dei cittadini, perchè hai fatto delle boiate pazzesche, e li butti nello sport? Da noi, aziende serie come Scavolini, hanno fatto scelte diverse a tutela dei loro lavoratori: mi pare un modo molto più valido di contrastare un difficile periodo economico.
          La domanda che ti pongo, caro fabio, è: “A chi vendi, se nessuno può comprare?”
          Un certo Henry Ford (si, quello della famosa casa automobilistica) decise di sviluppare una vettura che tutti i suoi dipendenti potessero acquistare. Fu la rivoluzione del ’900, l’automobile, grazie a questa grande idea.

          Risulta quindi evidente la contraddizione che contraddistingue il caso Mps da Scavolini ed altri. L’azienda, che se sbaglia, paga a caro prezzo i suoi errori, contro la Banca, che se sbaglia ha lo Stato che “gli para il culo”.

          • fabio scrive:

            Quella di Ford è una bellissima frase ma perdonami è fuori contesto, che ci incastra “A chi vendi, se nessuno può comprare?”? scusa ma veramente non ne capisco il significato nella discussione…quindi attenderò una risposta per continuare a parlare del problema banca.
            Intanto dirò la mia modestissimia opinione sull’argomento basket :
            Il problema è che qua si confonde la società di pallacanestro Mens Sana con la società Monte dei Paschi. La Monte dei Paschi ha un contratto biennale da rispettare (reciprocamente) nei confronti della società Mens Sana. Cosa si deve fare? non pagare ed entrare in una causa già persa? far fallire la società per 10 mln di euro da pagare? non lo so, ma dire che la Mens Sana (società di basket nominata dall’autore il montepaschi) si fa la squadra con i soldi pubblici quando ha solo firmato un contratto (prima della crisi) di sponsorizzazione è una boiata solo per gettare fango su una società stabile, che cerca di valorizzare i giocatori per rivenderli e lasciare i bilanci sani.

          • VG_Lazza scrive:

            La frase non è fuori contesto, nella misura e nella forma in cui il sig.Scavolini preferisce tutelare le persone (i suoi dipendenti) piuttosto che lo sport. E quindi sponsorizza secondo le sue possibilità.
            Mps ha un contratto che non potrebbe mai onorare (essendo in crisi netta) con la Mens-Sana e quindi, dato che ha ricevuto finanziamenti dallo stato (sotto forma di obbligazioni), indirettamente la società di basket senese fa la squadra con i soldi degli italiani.
            Per la nomenclatura, ti dico anche che a quel punto anche a Pesaro si parla spesso di Scavolini e non di VUELLE, come a Treviso non si è mai sentito recentemente il nome reale della società sportiva, se non accostato a quello del suo magnate, Benetton. Si tratta di una licenza stilistica in cui si identifica una squadra con il suo sponsor (come avviene peraltro quotidianamente nel basket ed in altri sport).

  3. Senese fiero scrive:

    Ho appena letto questo “articolo” e già dal titolo siamo partiti male… 1) Che vuol dire che il Monte dei Paschi fa la squadra con i soldi degli Italiani? Pesaro e Milano non fanno forse la squadra con i soldi degli Italiani che comprano le cucine Scavolini o i vestiti di Armani? 2) Una grande azienda come MPS dovrà pure investire dei soldi in pubblicità/marketing oppure secondo voi è vietato? Invece che in pagine di giornali e spot televisivi MPS ha deciso di promuovere se stessa mantenendo la sponsorizzazione della Mens Sana (da quanto tempo non si vede più lo spot con la canzone di Rino Gaetano?) 3) MPS passa alla Mens Sana circa 10 milioni di € annui… Le cifre su cui si discute mi sembra siano “leggermente” maggiori, giusto un pochino sapete… 4) L’invidia è una gran brutta bestia! Chissà, forse se Mr. Scavolini non pagasse più la Cuccarini magari avrebbe potuto tenere Hackett e Hickman… Questione di priorità! 5) Capisco che 6 anni di totale dominio in Italia possano far rosicare parecchia gente, ma da “una delle firme storiche del basket non solo pesarese o marchigiano, ma nazionale” sinceramente mi sarei aspettato un articolo più obiettivo e meno fazioso.
    Gradirei che pubblicaste questo mio commento, magari rispondendo con argomentazioni valide alle mia argomentazioni e non citando il curriculum del sig Murgia. Grazie

    • VG_Lazza scrive:

      Ti posso rispondere io, in attesa che lo faccia il nostro Luciano, che seguo da quand’ero un ragazzino:
      1 – Armani, Scavolini, Benetton fanno la squadra con i proventi delle loro aziende, per cui gli italiani acquistano regolarmente beni firmati da queste aziende e ne usufruiscono a loro piacimento, per LORO SCELTA. Mps si fa prestare 4mld di euro dallo STATO (quindi dai contribuenti italiani, attraverso le TASSE), fa tagli a personale e filiali, contemporaneamente però spende e spande milioni di euro nello sport (una contraddizione pesantissima, visto che in periodi di crisi come questi, le aziende storiche del basket – Scavolini e Benetton – chiudono i rubinetti per non perdere posti di lavoro)
      2 – I soldi si spendono quando ci sono e nella misura in cui le tue possibilità te lo permettono: un’azienda con 4mld di debiti (perchè 4mld di obbligazioni comprate dallo Stato = 4mld di debiti finanziati dai cittadini italiani) non dovrebbe spendere un centesimo in più di quanto necessario alla sua sopravvivenza ed al recupero della sua stabilità economica
      3 – 10 milioni all’anno ti pare poco? quando hai 4000 milioni di buco anche 100.000€ dovrebbero essere un problema.
      4 – Questione di priorità. dici? Forse, ma meglio preservare il lavoro di 4000 dipendenti che il divertimento. E personalmente sono d’accordo con Scavolini, non ho di che invidiare un’azienda che vive sulle sofferenze altrui. Stiamo parlando di un uomo (Valter Scavolini) che ha chiesto (e ottenuto) ai suoi dipendenti se si sentivano di rinunciare ai pacchi natalizi perche con quei soldi avrebbe pagato un costosissimo intervento alla figlia di uno dei suoi operai (non un manager, un operaio),
      5 – L’articolo non è fazioso, mette solo in risalto l’evidente contraddizione che c’è tra i 4mld di buco della Mps con i soldi (tu dici 10mln/anno) che proprio Mps mette a disposizione della Mens Sana. Che poi così Sana non è.

      Se hai altri dubbi…
      Marco.

      • VG_Lazza scrive:

        PS: Se una azienda come Benetton, o Scavolini, fa politiche sbagliate, si trova i creditori alla porta ed è costretta a vendere (o chiudere, o fallire, scegli tu la tua versione).
        Mps ha fatto politiche sbagliate, ma invece di essere costretta a vendere (o chiudere, o fallire, scegli tu la tua versione, di nuovo) si permette di ricevere un aiuto dallo Stato e di continuare, come nulla fosse, le sue sponsorizzazioni milionarie, con i soldi non più suoi, ma dei cittadini in questo caso.

Lascia un Commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>

 

note legali - credits