di Redazione
12 maggio 2023
PESARO – Non è buono lo stato di salute dell’economia pesarese. Lo dimostrano i dati relativi alla dinamica delle imprese che nei primi quattro mesi dell’anno, rispetto agli stessi dello scorso anno, dimostrano un deciso calo delle iscrizioni (apertura di nuove attività), alle quali non fa da contraltare un calo delle cessazioni; mentre si assottiglia il tessuto generale delle imprese attive (-3,2%). I dati elaborati dal Centro studi della CNA non lasciano margini a dubbi. “Ma come sempre – dice il direttore della CNA di Pesaro e Urbino, Claudio Tarsi – la complessità dei numeri va interpretata. Se da una parte abbiamo molte delle nostre imprese che hanno fatto il pieno di ordini ma che fanno fatica ad evaderli, soprattutto per la difficoltà a trovare mano d’opera, dall’altra c’è una scarsa propensione, soprattutto da parte dei giovani non solo ad occupare quei posti richiesti dal mondo delle imprese ma anche ad avviare un’attività. Un fatto questo che rappresenta un vero e proprio paradosso”. “Inoltre – aggiunge Tarsi – cominciano a farsi sentire pesantemente l’onda lunga degli effetti relativi al caro materie prime, ai costi dell’energia così come la stretta sui superbonus nel settore edile e la ripresa dell’inflazione. Tutti fattori che creano non solo difficoltà nel presente ma instabilità e incertezza per il futuro”. Ma vediamo i dati
Le iscrizioni
Le iscrizioni di nuove imprese nei primi quattro mesi del 2023 calano rispetto allo stesso periodo del 2022 del 7,7% ; assai meglio fa la regione nel suo complesso che registra solo un -2,9%. Calano notevolmente in provincia le iscrizioni per costruzioni (-35,1%), commercio (-22,1%). Contrariamente ad alcune narrazioni non vanno meglio neanche i servizi di alloggio e ristorazione (i cosiddetti servizi turistici che registrano un pesante -33,3%). Calano decisamente, purtroppo, anche le iscrizioni di alcune attività di servizio come le attività professionali scientifiche e tecniche (-23,5%), noleggio ag. viaggio servizi supporto imprese (-29%), le attività artistiche sportive intrattenimento e divertimento (-55,6%) e le altre attività di servizi alla persona”: -19%). Le nuove imprese del pesarese crescono di numero nel primo quadrimestre 2023 solo per alcuni settori, tra i quali l’agricoltura (+34%), le attività finanziarie e assicurative (+25%), le attività immobiliari (quadruplicate: da 4 a 16 pari al +300%), l’istruzione e la sanità-assistenza.
Le dinamiche delle nuove imprese nella provincia si distaccano notevolmente da quelle regionali in alcuni settori: nelle Marche le iscrizioni di imprese manifatturiere crescono (in provincia calano) e quelle dell’agricoltura diminuiscono fortemente (in provincia crescono decisamente).
Le cancellazioni
Nella provincia di Pesaro e Urbino le cancellazioni nei primi quattro mesi del 2023 calano rispetto allo stesso periodo del 2022 del -1% ; assai meglio fa la regione nel suo complesso che registra un -17,7%.
Le imprese attive
La dinamica delle imprese attive mostra che l’assottigliamento del tessuto delle imprese della provincia prosegue (-3,2%) anche nei primi quattro mesi del 2023 (il dato è aggiornato alla fine di aprile) ma in maniera meno decisa rispetto alla regione.
Considerazioni
Per il direttore della CNA, Claudio Tarsi “è arrivato il momento di serrare le fila e provare ad immaginare un nuovo modello di sviluppo. Dobbiamo fare in modo che le tanto decantate risorse del Pnrr vengano scaricate a terra e che si cominci a parlare di investimenti anche nella nostra provincia. Soprattutto in infrastrutture, materiali ma anche immateriali. Perché grazie a migliori collegamenti potremo aiutare non solo le nostre imprese ad essere più competitive ma anche ad attrarre turismo verso il nostro territorio. Così come dovremmo cercare di assecondare i cambiamenti attraverso un veloce adeguamento del nostro sistema produttivo e manifatturiero. Alla politica e alle istituzioni chiediamo di avere un orecchio attento ai segnali che arrivano dal mondo dell’impresa, fondamentale presidio di occupazione, ricchezza, coesione sociale e benessere di un territorio”.
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