Fox Petroli: i serbatoi si convertono in depositi di gas naturale. Cambia l’area della Tombaccia

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11 maggio 2023

def-pesaro-cisterne-fox-petroli-768x451PESARO – Un importante progetto di riconversione degli attuali serbatoi Fox di proprietà della famiglia Berloni presentato il 23 Gennaio scorso al Sindaco e alla sua maggioranza, per la trasformazione del sito che corre lungo via Senigallia nella zona industriale Tombaccia.

«Gli attuali vistosi serbatoi – commenta la capogruppo Pd Anna Maria Mattioli il giorno dopo l’audizione dei vertici di Fox Petroli in commissione Ambiente presieduta dal consigliere dem Michele Gambini – verranno in parte rimossi e i rifornimenti arriveranno tramite un gasdotto; avremo finalmente un nuovo e più arioso skyline per quell’area. Resterà la “destinazione energetica” con la conversione da depositi petroliferi a gas naturale liquefatto, messo in rete attraverso due stazioni di pompaggio fino alle utenze domestiche ed industriali.  Un’operazione – aggiunge Mattioli – che richiede un ingente investimento per la famiglia Berloni e che rientra nella valutazione di impatto ambientale, tanto che il piano è stato sottoposto all’attenzione e parere di tutti gli enti locali da parte del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica».

Questa riqualificazione si aggancia a un progetto nazionale ovvero a quello della realizzazione del gasdotto che parte dalla Puglia e passerà per Villa Ceccolini: proprio da qui attraverso una stazione di pompaggio,  il gas liquefatto raggiungerà gli impianti della Fox. Si andranno così ad eliminare 130mila metri cubi di deposito petrolifero sostituiti da due linee di liquefazione del metano per 140mila tonnellate di gas; saranno rimossi anche 15mila metri cubi dei depositi di riserva sostituiti da 2mila metri cubi per lo stoccaggio del gas, con una generale trasformazione di tutta l’area con maggior decoro e riqualificazione generale.

La capogruppo Mattioli ricapitola l’iter del progetto nelle fase precedenti l’audizione di martedì.

Anna Maria Mattioli

Anna Maria Mattioli

«Presentato al Ministero il 17 marzo scorso, il progetto gode anche dei finanziamenti del Pnrr per la transizione ecologica attraverso il passaggio da combustibili fossili a combustibili bio senza emissione di inquinanti, ed è ora al vaglio della commissione tecnica. Ma anche il Comune, la Provincia, l’Ente Parco San Bartolo vista la vicinanza con Villa Caprile e dunque il Ministero del Beni Culturali per la verifica delle eventuali interferenze archeologiche stanno al momento verificando la Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) per il Nulla Osta di Fattibilità (NOF).  Con la trasformazione dell’impianto, che lavorerà 24 ore su 24 e sette giorni alla settimana movimentando 400 tonnellate di gas liquido al giorno, si migliorerà la qualità dell’aria e dell’ambiente, grazie alle dimensioni ridotte del sito, alla riduzione dello stoccaggio (al massimo durante il weekend, in quanto i mezzi di trasporto sono in fermo) e alla distanza dell’area stessa dalle abitazioni in un raggio di 200 metri. Inoltre l’area sarà circondata da barriere di sicurezza e da controlli costanti del piano di esondazione della zona circostante.  Quanto alla parziale demolizione e ricostruzione – aggiunge Mattioli – al posto degli attuali 15 serbatoi a stoccaggio verticale ne verranno impiantati 5 piccoli e solo 4 grandi con implementazione del sistema antincendio molto vasto e altamente sicuro su tutto l’impianto con sistemi di rilevamento Fire & Gas; sarà effettuata la valutazione paesaggistica e idraulica, lo studio acustico e sulla sicurezza, verifiche geologiche sul suolo e sottosuolo, sulla biodiversità, impatto sulla popolazione, sulla salute umana e sull’atmosfera che avrà un minor impatto in termini di emissione di CO2.

Il tutto prevede anche l’aumento di posti di lavoro, dalle 45 unità odierne a circa 65, con il potenziamento anche di tutto l’indotto del tessuto economico diretto ed indiretto, con personale altamente qualificato ed operativo, per carico-scarico mezzi pesanti, addetti alla sicurezza, tecnici dei sistemi di controllo degli impianti, incremento della logistica, e la stretta collaborazione con l’Università di Pesaro e la facoltà di Ingegneria – conclude Anna Maria Mattioli – sono tanti punti a favore di questo rigenerativo progetto ambientale».

 

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