Il 10 dicembre allo Spazio Bianco inaugura “Uomo Natura”

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8 dicembre 2022

PESARO – Sabato 10 dicembre l’Archivio Loreno Sguanci, in collaborazione con il progetto SONDARE L’ALTROVE e con l’Associazione Azobé,  presenta Uomo Natura, collettiva di Valentina D’Accardi, Alessandro Giampaoli, Luca Piovaccari e Patrizia Zelano a cura di Milena Becci. La mostra, organizzata con la compartecipazione del Consiglio regionale – Assemblea legislativa delle Marche, con il patrocinio del Comune di Pesaro/Assessorato alla Bellezza e con spazio bianco – Fondazione Pescheria, sarà dislocata in due spazi espositivi, entrambi ubicati a Pesaro, e inaugurerà il 10 dicembre alle ore 17 allo Spazio Bianco e alle ore 19 della stessa giornata presso Pelicula Studio Fotografico.

Uomo Natura è il prosieguo di un percorso intrapreso dall’Archivio Loreno Sguanci APS nel 2018 dal titolo Arte e Natura, un comparto tematico le cui tracce documentali sono consultabili sul sito www.archiviolorenosguanci.it. La modalità generale dell’approccio culturale è stato ed è quello di un corpo coerente di iniziative che creano un percorso verso una partecipazione civica maggiormente consapevole delle contemporanee urgenze di sostenibilità. Nel loro insieme gli eventi messi in campo promuovono delle proposte concrete e calibrate sulle caratteristiche dei  luoghi della città di Pesaro con comprovato  valore naturalistico e/o culturale. Queste declinazioni pratico-operative, discusse attraverso la formula della mostra d’arte abbinata ad un incontro pubblico convegnistico, mantengono una forte attenzione anche su esempi virtuosi di altri territori e quindi un carattere di generalizzazione ed esportazione di concetti, progetti ed idee utili anche in altri contesti urbani. Il percorso di divulgazione culturale attraverso la formula della ricerca fotografica, intrapreso dal 2020 ad oggi, è consistito in un primo corpo di mostre personali presso il Museo della Marineria Washington Patrignani di Pesaro. L’iter espositivo si è chiuso il 24 settembre 2022 con la mostra Mare Prima di Valentina D’Accardi e, nelle date precedenti, ha visto protagonisti Alessandro Giampaoli, Luca Piovaccari e Patrizia Zelano. L’intento era ed è quello di permettere la  trasposizione in arte dei contenuti scientifici e/o antropologici legati all’idea di un sano rapporto dell’uomo con la risorsa “mare” e ben evidenziata dalla consuetudine di accostare all’inaugurazione l’intervento/relazione di un ricercatore o di un esperto di materie scientifiche. 

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In questo contesto si inserisce la collettiva Uomo Natura – alla cui organizzazione si sono prontamente uniti il progetto del fotografo pesarese Michele Alberto Sereni, Sondare L’Altrove, e l’Associazione Azobé Odv – che vuole narrare il difficile equilibrio tra mondo urbanizzato e mondo naturale con l’intento di rendere evidente, attraverso la forza del linguaggio estetico formale della ricerca fotografica, allo Spazio Bianco, e di altri media, presso lo studio fotografico Pelicula, il rapporto esistente tra uomo e natura. Indagando, quindi, questa  dicotomia in seno all’unità, che non può essere solo affrontata con la logica e la razionalità, la mostra vuole produrre un primo nucleo iconografico capace di avvicinare un pubblico eterogeneo a tematiche di sostenibilità ambientale e a logiche di convivenza con il mondo naturale e, allo stesso tempo, promuovere una coinvolgimento attivo dei professionisti dell’arte su tematiche che rappresentano, anche per le loro ricadute sociali, le vere sfide della contemporaneità. La transizione ecologica, la trasformazione dei luoghi del vivere e delle abitudini individuali e collettive avviene in modo spontaneo laddove viene interiorizzata la cultura  di un nuovo valore: quello di una consapevole coesistenza con gli aspetti selvatici del nostro prezioso pianeta. 

Da sempre molti artisti lavorano intorno a questa tematica analizzandola sotto variegati punti di vista, ognuno seguendo il proprio modus operandi. Valentina D’Accardi, Alessandro Giampaoli, Luca Piovaccari e Patrizia Zelano, dopo i quattro progetti singoli presentati in quattro diversi appuntamenti di Arte e Natura, si ritrovano ora riuniti in questa nuova avventura collettiva svelando i differenti approcci che li caratterizzano, l’uno accostato all’altro. 

Con Fiume Valentina D’Accardi ci racconta una storia autobiografica, un viaggio nel passato alla ricerca delle proprie origini. Passeggiare lungo il Reno rappresenta un atto meditativo, lento e colmo del rumore dei passi che calpestano il terreno umido per ritrovare e ritrovarsi. Qui la natura è necessaria, ci si immerge in essa per ricordare e raccontare. Le fotografie in bianco e nero, che saranno allestite presso lo Spazio Bianco, narrano l’ambiente e l’essere umano, una donna in questo caso, che appare con uno scialle bianco mentre insegue una scia luminosa. Valentina ha mappato e ripercorso l’ultimo viaggio di sua nonna, Elsa Mengoli, che scomparve un giorno di maggio del 1972. Il corpo fu trovato molti giorni dopo nel ferrarese, nel fiume Reno, e grazie al Resto del Carlino, alle segnalazioni dell’epoca e a Google Earth, ha potuto ricostruire il percorso del corpo e compierlo quarant’anni dopo. Alcuni lavori dalla serie di disegni I bimbi sperduti, parte dello stesso progetto, saranno presentati nello spazio di Sondare L’Altrove e sono i ritratti dei bimbi che questa donna ha lasciato e che nell’anno della sua scomparsa sono divenuti orfani.

Alessandro Giampaoli è portatore di un simbolismo che con e attraverso la natura ne svela i più disparati significati nascosti. Nei suoi lavori fotografici la luce rafforza quel legame tra umano e divino, come l’uno converge nell’altro e viceversa, e unifica la totalità dello spazio cancellando quasi totalmente la percezione della corporeità e dei confini. Ciò è perfettamente riconoscibile nella serie Deiwo a cui dona una nuova veste  mettendola in connessione con un altro suo progetto, Fluctuat nec mergitur, per un innalzamento del significato più profondo, per uno slancio della spiritualità della natura. La sua ultima produzione, che sarà allestita nello studio fotografico pesarese, mette allo scoperto la sua vocazione pittorica che nell’ultimo periodo affianca a quella della fotografia: il trasmutare della natura in immagine interiore fa affiorare alla mente memorie orientali, giapponesismi e tendenze neoromantiche per entrare in un universo fluido, con un grande omaggio alla realtà della natura che fuoriesce dagli occhi dell’uomo. 

Paesaggi, campagne, strade e centri abitati invasi dall’uomo senza alcun ritegno, sono invece i soggetti principali delle opere di Luca Piovaccari e vengono presentati al pubblico con la consueta tecnica utilizzata dall’artista, la fotografia su pellicole sovrapposte, svelando un’atmosfera che trasforma il margine in centralità. Gli acetati trasparenti di cui è composta Giardino esaltano un ambiente in bianco e nero che non gli appartiene, non è sua dimora ma accoglie e sovrasta la mano dell’uomo. Piovaccari scova questi angoli bui che la natura vorrebbe riconquistare esaltandoli e facendoli giungere fino a noi per riflettere. In mostra allo Spazio Bianco saranno presenti anche alcune opere fotografiche a colori della serie Natura che ci accompagnano verso l’intervento che sarà realizzato dall’artista nello spazio di Sondare L’Altrove, Sciogliere l’invisibile, in cui il disegno viene abbinato alla presenza di elementi naturali che si materializzano, lasciano una traccia per raccontare i nostri giorni, per fissarli e lasciare una memoria in un momento in cui è tangibile il vuoto che si è creato con il crollo ambientale.

Patrizia Zelano segue questa denuncia attraverso due progetti di grande impatto, Senigallia e Catania Fuoco, che rispettivamente “raccontano” la recentissima alluvione nelle Marche e gli incendi che spesso devastano il meridione. La sua capacità di fermare un momento va al di là della meccanica dello scatto e rivela un occhio che ruba accadimenti in luoghi lontani o vicini e familiari; probabilmente influenzata dai suoi studi etno-archeologici, la ricerca di Zelano pare inseguire e rivelare sempre la presenza di una traccia umana e vitale che restituisce a suo modo allo spettatore spesso fotografando in studio gli oggetti rinvenuti che divengono importanti presenza della sua opera che lega con la scultura e assume significati altri: così è per la serie Senigallia, che sarà allestita allo Spazio Bianco, in cui isola ciò che ha rinvenuto, naturalmente ricoperto di melma, e scatta in un contesto pulito dalla tragedia accaduta. L’incendio a Catania diviene invece, nelle mani dell’artista, una quinta teatrale, cromaticamente struggente, la cui immagine, stampata su pvc, scende dal soffitto di Pelicula per ricordarci ancora una volta qual è l’effetto delle cause poste dall’uomo. Sabato 7 gennaio sarà presentato il catalogo della mostra. 

La mostra sarà visitabile allo Spazio Bianco e su appuntamento (+39 3391521448) allo spazio Pelicula Studio Fotografico, a ingresso libero. In questa seconda sede, durante l’opening, sarà offerta una degustazione di vini dell’Azienda Agricola Valturio di Macerata Feltria (PU).

 

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