18 ottobre 2022
Da Apeldoorn a Marotta, dopo settimane di lontananza da casa, da Katya e Anna, ma anche da Happy, il piccolo amico a quattro zampe della famiglia Bertini.
Matteo, vice dell’amico e concittadino Davide Mazzanti sulla panchina dell’Italia, è tornato dall’Olanda con in valigia una medaglia di bronzo, magari un po’ di rammarico per l’epilogo mondiale, sicuramente stanco per un impegno che ha riempito il suo tempo dalla primavera all’autunno, ma già pronto a tuffarsi nel campionato che, dopo la parentesi di Trento, lo vedrà più vicino alla sua Marotta, che del resto è una spiaggia fra le più predilette dagli umbri.
Matteo Bertini è l’allenatore della Bartoccini Fortinfissi Perugia che domenica aprirà la stagione 2022/23 ospitando la Savino Del Bene Scandicci.
“È bastato mettere i piedi a casa per rigenerarmi subito e dimenticare la stanchezza dei mesi vissuti lontano da Marotta. Rivedere Katya e Anna, la nostra bimba che gioca, mi aiuta a recuperare”.
“Vedere Roberto Casagrande, il nostro allenatore
è stato un grande piacere per me e Davide”
è stato un grande piacere per me e Davide”
I vostri concittadini possono essere orgogliosi di voi. Avete portato Marotta nelle case degli appassionati di volley di tutto il mondo.
“Ne siamo consapevoli, ma, più che grazie a noi, bisogna dire grazie a loro. Sono loro che si spostano e colgono ogni occasione per organizzare qualcosa di particolare per festeggiarci e renderci partecipi di quel che succede a Marotta. Noi, da allenatore e da vice allenatore della Nazionale, cerchiamo di fare il nostro meglio. Loro, appena possono ci seguono, anche all’estero, facendo sentire una vicinanza importante. Vengono a darci un grande supporto. Così, alle fasi finali del Mondiale in Olanda è stato presente un bel gruppo. A me e a Davide ha fatto molto piacere vedere il nostro primo allenatore, Roberto Casagrande, e con lui tanti marottesi. Alcuni fanno anche parte dell’Amministrazione comunale di Mondolfo. In occasione del Mondiale precedente, in Giappone, quando l’Italia allenata da Davide vinse l’argento, il sindaco l’accolse all’aeroporto di Fiumicino. Dopo la vittoria degli Europei 2021, a Belgrado, Marotta ci ha festeggiato con una parata sul lungomare. E così quest’anno dopo il successo dell’Italia nella VNL”.
Vedere gli striscioni di Marotta inquadrati durante le finali e trasmessi dalle Tv di tutto il mondo è stata una bella pubblicità.
“Assolutamente”.
Per lei, Mazzanti e tutto lo staff, come pure per le ragazze, è stata una lunga stagione incominciata in primavera e finita in autunno inoltrato.
“Avviata il 19 aprile, la stagione è terminata il 15 ottobre: sei mesi, con soli venti giorni di pausa tra la fine della VNL e l’inizio dei Mondiali. Un’attività lunga, logorante. Non è facile vivere per così tanto tempo in albergo, in perenne ritiro. Siamo rimasti un mese in Olanda. Per fortuna la stagione è volata via senza particolari contrattempi, soprattutto in VNL si è incominciato a giocare subito, e quando giochi il tempo passa più in fretta. In vista del Mondiale, la preparazione è ripartita da zero, ma la competizione è stata interminabile. Causa Covid, io ho saltato la prima settimana, ma sono state tre settimane di partite. Forse la formula è da rivedere sia per quanto riguarda gli incroci sia per l’organizzazione”.
Matteo Bertini ha fatto parte dello staff azzurro sia con Barbolini sia con Mencarelli, ma è con Mazzanti che ha conquistato due medaglie d’oro (Europei 2021, VNL 2022) e una di bronzo (Mondiale 2022). Una grandissima soddisfazione.
“Per anni ho fatto parte delle nazionali giovanili, poi della rappresentativa più importante. Indossare la divisa azzurra è davvero particolare. Pure con tutti i nostri pregi e difetti, sono molto nazionalista. È un grandissimo onore rappresentare l’Italia nello sport che amo da sempre. Nutro il massimo rispetto per la maglia del mio Paese”.
Si notava quando la inquadravano mentre cantava l’Inno di Mameli.
“È vero. Per quanto riguarda le medaglie, vorrei aggiungere che, quando sono entrato a fare parte dello staff per il campionato europeo 2021, mi sono presentato in punta di piedi, cercando di dare il meglio per aiutare tutti. Il lavoro del secondo allenatore è essere un facilitatore. Ho messo tutto me stesso, spero di essere riuscito nell’intento, sia con lo staff sia con le ragazze. Di sicuro, le soddisfazioni non sono mancate, come dicono i numeri: due ori e un bronzo non si vincono tutti i giorni. Sono contento dell’esperienza e onorato di farne parte”.
Per un punto è cambiata la storia del Mondiale 2022. Come avete vissuto la sconfitta in semifinale contro il Brasile, al termine di una partita che, probabilmente, con un punto in più, quello non arrivato sull’attacco di Egonu per chiudere il terzo set e portare l’Italia su 2 a 1, avrebbe avuto un’altra storia?
“Quel punto è la sintesi dello sport. Non è mai tutto facile, niente è scontato. L’abbiamo visto anche negli Europei di basket vinti dalla Spagna, che non era la favorita, ma ha conquistato l’oro. Non ci sono squadre imbattibili, invincibili, bisogna giocare le partite fino all’ultima palla e, come ha detto lei, una palla può cambiare la storia di una competizione. La nostra aspettativa era di arrivare fino in fondo e dopo la sconfitta abbiamo vissuto due giorni veramente duri, soprattutto a livello mentale. Sono state emozioni forti, in altalena tra la delusione della sconfitta e la volontà di trovare le energie per vincere la finale per il terzo posto. In quei due giorni mi è piaciuto molto che abbiamo condiviso, tutti, la determinazione di concludere il Mondiale con una medaglia al collo. Perché nella storia resta un podio comunque importante, che dà un senso di appartenenza della squadra alla propria nazione, alla federazione, ai tifosi”.
La reazione dell’Italia, capace di recuperare dal 20-24 del terzo set per poi vincere il parziale e superare 3-0 gli Stati Uniti, è stata un’emozione fortissima.
“Sembrava che tutto portasse al quarto set, ma, con un finale incredibile, le ragazze, mettendo in campo tutte le qualità tecniche e tattiche, senza dovere sperare negli errori delle americane, se si esclude una fast di Washington, hanno ribaltato il punteggio. Ci è voluta una grande forza mentale, ma la squadra voleva vincere”.
“Un po’ di dispiacere per Zé Roberto, un mito”
Per il nostro volley sarebbe stata una pubblicità pazzesca con una finale tra l’Italia e la Serbia. Daniele Santarelli sulla panchina serba contro Monica De Gennaro libero azzurro. Una sfida in famiglia, tra marito e moglie, credo non si sia vista mai a questo livello.
“E sarebbe stata la rivincita del precedente Mondiale, vinto dalla Serbia, e dell’ultimo Europeo, conquistato dall’Italia a Belgrado, nella tana di Bošković e compagne. Sì, sarebbe stata una sfida affascinante, ma ad evitarla si è inserito molto bene il Brasile, che nel corso dell’estate ha avuto una crescita esponenziale. Bisogna fare i complimenti a Zé Roberto. Glieli ho fatti personalmente ad Apeldoorn. Un grandissimo lavoro, il suo. E confesso che, in tutto questo, ho provato un po’ di “dispiacere”, tra virgolette, per il Brasile, anzi per Zé Roberto, un grande allenatore, una grandissima persona…”.
Che ha vinto tutto, ma non un Mondiale. Ed è un vero peccato. Nessuno lo meriterebbe più di lui.
“Sembra incredibile: ha vinto tre Olimpiadi e tutto il resto, ma gli manca la rassegna iridata. Dispiace davvero per la grandezza del personaggio, soprattutto dell’uomo. Zé è sempre molto carino con me. Negli anni ho avuto l’occasione di conoscerlo e di parlargli più volte. Ogni volta che ci incontriamo passiamo un po’ di tempo a confrontarci e mi fa sempre grandi complimenti. Riceverli da un mito della pallavolo, dello sport, è un grande onore”.
“Caso Egonu? Una riflessione a mente fredda”
Dopo la vittoria della medaglia di bronzo è venuto fuori il caso Egonu. Come lo avete vissuto?
“Qualche parola a caldo può uscire, ma è meglio ragionare a mente fredda e riflettere, perché in quei momenti, tra stanchezza fisica e mentale per una stagione molto dura e la delusione per il risultato che volevamo diverso, si possono dire cose in maniera forzata. Meglio cercare il giusto equilibrio e poi decidere. Credo che dovremo fare tutti una riflessione, ma a mente fredda”.
Appena tornato a casa, ha avuto giusto il tempo di disfare la valigia che ha dovuto mettersi in viaggio alla volta di Perugia. Il massimo campionato italiano incomincia domenica. Lei non ha un attimo di pausa. Come si riesce a dimenticare quanto accaduto in Olanda e a proiettarsi alla nuova stagione con il suo club?
“In realtà, sono stato sempre a contatto con il mio staff, ma anche con la ragazze, scambiando qualche messaggio. Ho seguito il lavoro fatto finora. Fra un collegiale e l’altro con la Nazionale, sono stato a Perugia per conoscere le ragazze e la mia sensazione è che ci sia un bell’ambiente. È vero che la stagione incomincia fra sei giorni, e non ho un compito facile, ma la motivazione è grande, come pure la riconoscenza verso la società che, affidandomi la squadra, ha preso una decisione difficile sapendo che per i primi due mesi sarei stato assente. Il club mi ha dato grandissima fiducia, fidandosi delle mie proposte sullo staff tecnico. Tutto questo è una molla che fa scattare al massimo il mio entusiasmo e azzera la fatica di questi mesi. Non vedo l’ora di condividere il lavoro con lo staff e la squadra. Sarà una lunga stagione, ma ho capito che tutte le ragazze, anche se per motivi diversi, ci tengono tanto e sono certo che, come amo dire, partiremo con il gas aperto. Un approccio importante che la società merita”.
Che squadra avete allestito?
“Una buona squadra, pure con ragazze che sono debuttanti nella nostra serie A, ma nelle quali crediamo molto, e con alcune giovani italiane, tutte interessanti. Dall’Olanda ho appreso che si lavora bene, in un bel clima, con la massima condivisione. Stefano Freschi, che ha fatto un bellissimo lavoro, mi mandava i video degli allenamenti
“Sarà un bellissimo campionato”
Volenti o nolenti, c’è sempre di mezzo Paola Egonu. La stagione 2022/23 sarà la prima senza Paola, che ha scelto la Turchia, la VakifBank Istanbul di Giovanni Guidetti, per proseguire la carriera. Partita lei, sono arrivate, o tornate, grandissime giocatrici che poco hanno da invidiare a Egonu. Mi riferisco alla cinese Zhu, che ha firmato per Scandicci, e a Isabelle Haak, la svedese che ha fatto il percorso contrario di Egonu, tornando in Italia, dove si è messa in mostra proprio a Scandicci. Matteo Bertini, faccia le carte al campionato italiano.
“Sono arrivate tante giocatrici forti e, soprattutto, le squadre si sono rimescolate. Alla fine i valori saranno più o meno gli stessi, ma non so se è diminuita la distanza tra Conegliano e le altre grandi, perché le campionesse d’Italia hanno una continuità nel progetto che altre non vantano ancora. Staff tecnico e squadra di Conegliano hanno più o meno la stessa base. Penso a Wołosz, De Gennaro, De Kruijf, Robinson, che è un ritorno, e Fahr, che sono lì da tempo. Una base di partenza che può fare la differenza. E non dimentico la staff tecnico molto preparato. Sono da valutare Scandicci, Monza e Novara, mossesi bene sul mercato acquisendo giocatrici molto forti, però non hanno la continuità delle venete. Sono convinto che sarà un bel campionato perché anche altre squadre hanno operato bene: penso a Cuneo, Casalmaggiore e Chieri. Vallefoglia ha dichiarato che punta ai playoff. Molte le squadre che vogliono fare bene, ma io spero che Bergamo e Perugia siano le sorprese. Sono certo che il livello medio si è alzato, poi vedremo se la partenza di Paola sarà un vantaggio per la bellezza del campionato o uno svantaggio per avere perso una giocatrice così importante”.
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