GreenPeace Italia: “Marche, non è maltempo, sono cambiamenti climatici”. I cittadini possono e devono fare la loro parte per impedirli

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22 settembre 2022

pompieri protezione civile alluvioneCi sono i politic(ant)i che di fronte ai disastri invitano a sospendere la campagna elettorale, quelli che si dicono indignati dalle proteste del giorno dopo perché bisogna attivarsi prima, dimentichi che loro in prima persona e i propri partiti niente hanno fatto per scongiurare le catastrofi, e chi, prendendo esempio dai nemici della Terra, afferma che non esiste alcun cambiamento climatico, anzi – parole di Trump e Bolsonaro – “sono tutte cagate”.
E poi ci sono le associazioni ambientaliste che non aspettano il giorno dopo, ma da sempre sono attive direttamente e nella sensibilizzazione dei cittadini.
Non sono gli Zingaretti che il giorno in cui fu eletto segretario del Partito Democratico dedicò la nomina a Greta Thunberg, una delle attiviste di Fridays for Future, e la mattina dopo andò a visitare il cantiere del Tav, che sta facendo scempio del territorio piemontese.
Insomma, ambientalisti, ma anche no. Come il sindaco di Milano, Sala, che, presentando la lista Europa Verde, ha dichiarato: “Si apre una nuova pagina per la continuazione del progetto della Milano sostenibile ed ecologista. Europa Verde Milano non è solo portatore di una chiara idea di società, ma anche di un livello di esperienza che va oltre il buon senso… se facciamo bene qui, sul profilo ambientale, potrà riuscire anche il Paese”.
L’esempio che arriva da Milano è lo stadio di San Siro.
Sala, d’accordo con Milan e Inter, vuole abbatterlo e sostituirlo con un nuovo stadio… ma anche centri commerciali, alberghi, centinaia di appartamenti di lusso. Le due società calcistiche vogliono un nuovo stadio, ma anche guadagnare sulle edificazioni. Un’area pubblica che viene privatizzata. In sintesi, la città regala suoi beni a Milan e Inter.
306479454_393682326281854_3188134096776788426_nDice l’ineffabile Aleksander Čeferin, presidente dell’UEFA, la federazione calcistica europea, per contrastare il progetto di Superlega: “Il calcio appartiene al popolo”. Una balla colossale.
Infatti, nel progetto di Inter e Milan il nuovo stadio avrà 60.000 posti, di cui 46.500 per gli abbonati o gli acquirenti dei biglietti per le singole partite, e gli altri 13.500 riservati ai Vip (termine orrendo ma caro alle società calcistiche, e non solo), che poi sarebbero gli investitori, gli sponsor, gli amici.
Secondo i giornalisti Gianni Barbacetto e Andrea Sparaciari, che hanno studiato il progetto di fattibilità, pubblicando un’inchiesta nelle pagine di domenica 18 settembre de Il Fatto Quotidiano, con l’addio a San Siro nascerà una “cattedrale del cemento”. “La “Scala del calcio” demolita per una speculazione da 1,3 miliardi di euro e 135mila mq”. Secondo IFQ, “tra le richieste del Comune c’era quella di diminuire il cemento e di mantenere un indice di edificabilità 0,35. Il progetto con un trucco lo porta a 0,46. Lo stadio Meazza sarà integralmente distrutto. Non resterà neppure la reliquia prevista dal progetto precedente. L’impianto costerà 603 milioni di euro (invece dei 505 previsti nel progetto precedente). Una cifra altissima se la si confronta con il costo medio dei 29 nuovi stati europei che, compresi i due più cari, Wembley e Arsenal, è di 3.600 euro a posto: il nuovo San Siro costerà più del doppio, 10.000 euro a seggiolino”.
L’ambiente? “I lavori provocheranno alte emissioni di Co2 per anni, fino al 2030. Il progetto prevede ben 351.184 viaggi di camion dai cantieri, con una media di 300/400 viaggi/giorno nelle fasi di demolizione e scavo e 150/250 viaggi al giorno  durante la nuova costruzione”.
Il Fatto Quotidiano aggiunge che “il professor Paolo Pileri del Politecnico di Milano stima che la sola demolizione e ricostruzione dello stadio produrrà emissioni pari a tutte quelle che erano state ridotte a Milano in 15 anni”.
Ma a Milan e Inter e alle loro proprietà americane e cinesi e probabilmente ai loro tifosi tutto ciò non interessa. Poi magari qualcuno alzerà la voce contro i politici “colpevoli dei cambiamenti climatici”.
No, i colpevoli prima di tutto siamo noi cittadini, distratti o addirittura assenti quando si prendono grandi decisioni che hanno conseguenze sulla nostra vita.
Ci pensino, allora, i cittadini che subiscono progetti assurdi, come lo spostamento della ferrovia che avrebbe come traguardo arrivare pochi minuti prima da Milano a Lecce e viceversa. Il futuro dei nostri figli passa anche attraverso le nostre scelte. Dire no allo sventramento del territorio, favorire la messa in sicurezza dello stesso è un obbligo morale. Se invece di spendere, come è previsto, 1,2 miliardi di euro per lo spostamento della ferrovia adriatica, si investisse in manutenzione di scuole, ospedali e territorio, voi sareste contrari? Meglio arrivare 10 minuti prima o non attendere mesi per una visita in ospedale o rimanere ore e oere in un Pronto Soccorso perché manca il personale?
Mentre riflettevo su questi temi, ricevere la puntuale posta elettronica di GreenPeace Italia è stata una boccata d’aria pura.
In questo momento i nostri pensieri sono con chi sta soffrendo nelle Marche: gli affetti delle vittime, le comunità colpite, le tante persone dedicate ai soccorsi della terribile alluvione.
Questo però non è maltempo, sono cambiamenti climatici. Il dolore di questa tragedia, e di altre che si sono già verificate nel nostro Paese, non deve restare inascoltato. I responsabili, che ci sono, devono essere puniti e fermati.
Per questo, mentre ci uniamo al dolore per le vittime, non vogliamo smettere di lottare per fermare i responsabili dei cambiamenti climatici. Colossi energetici come Eni, Total Energies e Shell, che riempiono palinsesti ed eventi pubblici con le loro pubblicità ingannevoli e “finte green”, mentre continuano indisturbate ad immettere grandi quantità di CO2 causando le catastrofi climatiche che stiamo già vivendo. 
Per combattere i cambiamenti climatici, dobbiamo fermare le multinazionali più inquinanti del mondo. Sappiamo che ogni gigante ha il suo punto debole: ad esempio nel 2003, l’Unione Europea, riconoscendo il rischio per la salute, vietò alle aziende del tabacco di farsi pubblicità. Vogliamo ottenere lo stesso risultato con le multinazionali più inquinanti del mondo.
Unisciti a noi, firma per chiedere all’Unione Europea una legge che vieti la pubblicità e le sponsorizzazioni delle aziende inquinanti.
Firmando questa Petizione Europea, puoi fare ora un gesto concreto per il nostro Paese stretto nella morsa dei cambiamenti climatici, per il Pianeta e le future generazioni.
È un primo importante passo. Mi auguro vogliate farlo e sostenere le iniziative di GreenPeace Italia.

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