di Redazione
17 maggio 2022
CAGLI – È di quattro capi uccisi tra pecore e cavalli il bilancio dell’ultima settimana dopo le incursioni di lupi nell’Alto Pesarese. I raid sono stati registrati in località Molleone di Cagli e a Cantiano, alle pendici del Catria dove l’omonimo cavallo viene allevato allo stato brado all’interno del progetto di recupero e salvaguardia della specie tipica della zona. La prassi, ora, prevede un risarcimento per i capi uccisi. “Tuttavia la cifra è esigua e non tiene affatto conto della perdita di reddito dell’azienda. Basta a stento per coprire le spese di smaltimento delle carcasse – spiegano Tommaso Di Sante e Claudio Calevi, presidente e direttore di Coldiretti Pesaro Urbino – Nel tempo per far convivere allevatori e lupi la Regione Marche ha messo in campo vari strumenti come il sostegno all’acquisto di recinzioni o di cani da pastore ma è chiaro ormai che tutto ciò non basta più. Sono necessari interventi di riequilibrio e siamo pronti a discuterne senza vincoli ideologici. Le specie animali vanno tutte salvaguardate e il proliferare di una non può avvenire a scapito di altre”. Secondo i dati della Regione Marche nel 2021 da gennaio a settembre nella provincia di Pesaro Urbino si è registrato il 27% dei 59 attacchi totali (bilancio regionale: 236 tra pecore o capre, 21 vitelli e 16 tra puledri e asini uccisi). Nel 2020 Cagli e Urbino sono state le località che hanno registrato più attacchi. Negli ultimi 4 anni sono stati predati oltre 1500 animali in tutta la regione.
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