Proponeva sedicenti investimenti ecologici internazionali in criptovaluta. La Guardia di Finanza indaga un 49enne pesarese

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17 marzo 2022

guardia di finanzaPESARO – I finanzieri del Comando Provinciale di Pesaro, nell’ambito di un’articolata operazione di polizia giudiziaria denominata “GREEN SCAM”, hanno eseguito una perquisizione domiciliare presso il luogo di dimora di un uomo pesarese di 49 anni, leader italiano di un’organizzazione transnazionale che, in assenza delle previste abilitazioni ed autorizzazioni per operare sui mercati finanziari italiani, era dedita all’offerta al pubblico di varie tipologie di investimenti di natura finanziaria, diversificati nel corso del tempo, che hanno visto protagonista anche una sedicente criptovaluta coniata dall’organizzazione stessa, denominata CSR, potenzialmente in frode degli ignari investitori.
Contestualmente, all’uomo è stata notificata l’ordinanza di misura cautelare personale del divieto per 12 mesi di esercitare la professione, emessa in data 8. marzo 2022, dal Tribunale di Pesaro a seguito di indagini coordinate dalla Procura di Pesaro.

La complessa ed articolata attività di indagine, trae origine da autonoma attività investigativa intrapresa dal Nucleo di Polizia EconomicoFinanziaria della Guardia di Finanza di Pesaro con la quale erano stati individuati alcuni soggetti che svolgevano da circa 3 anni, nella provincia pesarese sul territorio nazionale, un’attività illecita di collocamento di investimenti di natura finanziaripromossi da varie società estere, facenti capo ad uno stesso “gruppo”.

In particolare l’uomo, avvalendosi di una rete di collaboratori subordinati di cui si professava “leader” e “responsabile italiano”, promuoveva e collocava mediante tecniche di comunicazione a distanza (principalmente tutti i social network ed alcuni siti web dedicati), strumenti finanziari/servizi e attività di investimento, secondo l’accusa in violazione dell’art. 166 del Testo Unico delle disposizioni in materia di intermediazione finanziaria (abusivismo finanziario), reato che prevede una pena edittale fino ad 8 anni di reclusione.

Le peculiarità dell’offerta e le modalità di adesione presentavano, inoltre, delle analogie con l’ormai noto e collaudato modello economico di vendita fraudolenta riconducibile al cosiddetto “Schema PONZI” infatti le vittime, con la promessa di ingenti profitti futuri anche in criptovaluta, sarebbero stati coinvolti nel finanziamento di un progetto industriale ecologico (di fatto verosimilmente inesistente).

L’organizzazione, attraverso società di comodo create ad “hoc” con sedi dichiarate a Bangkok e Amsterdam (ma di fatto inesistenti), sosteneva infatti la realizzazione di un «avveniristico» progetto industriale ecologico finalizzato a trasformare il rifiuto plastico in biocarburante avanzato, di fatto 
inesistente, con la promessa di ingenti profitti, secondo l’ipotesi investigativa, ingannando in tal modo gli ignari investitori, da un lato allettati da facili guadagni e, dall’altro, coinvolgendoli in un’apparente nobile causa orientata nel settore della ”green economy”.
È stata quindi interpellata dall’Autorità giudiziaria pesarese, per un proficuo scambio di informazioni ed un efficace raccordo investigativo, l’Autorità Italiana per la vigilanza dei mercati finanziari (CONSOB), che sulla base di un’autonoma ed incisiva istruttoria interna, eseguita dalla Divisione Tutela del consumatore Ufficio vigilanza sui fenomeni abusivi, ha adottato in data 27 gennaio 2022 una delibera che ordinava di porre termine alle violazioni riscontrate, perpetrate anche tramite uno dei siti web delle società, e consistenti nell’offerta e nello svolgimento nei confronti del pubblico italiano dei servizi e delle attività di investimento. Contestualmente veniva adottato dalla CONSOB un provvedimento di oscuramento del sito web e, nel contempo, la stessa CONSOB rendeva opportuna informativa alla Procura della Repubblica di Pesaro.

Le investigazioni hanno fatto emergere che le varie tipologie di investimento offerte, susseguitisi nel corso del tempo, sono state sottoscritte da diverse centinaia di clienti su tutto il territorio nazionale ed anche estero, che hanno pagato l’investimento disponendo numerosi e consistenti bonifici bancari su conti correnti siti in Estonia, Olanda ed altri paesi esteri, gestiti tutti dall’organizzazione ed in corso di individuazione.

Sono ancora al vaglio degli investigatori e dell’Autorità Giudiziaria le posizioni di tutti gli “influencer” che si sono adoperati per offrire al pubblico e collocare i vari investimenti percependo commissioni in denaro ed in criptovaluta.

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