di Redazione
18 febbraio 2022
PESARO – Questa mattina Confcommercio Marche Nord, con il presidente Angelo Serra, il direttore Amerigo Varotti, la vice presidente Barbara Marcolini e il vice direttore Agnese Trufelli, ha consegnato in Prefettura un corposo documento al Prefetto di Pesaro Urbino Tommaso Ricciardi da recapitare al Presidente del Consiglio dei ministri Mario Draghi e al Ministro dello sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, con le iniziative assunte per contrastare il caro-bollette, allegato al quale ci sono alcune bollette eloquenti di aziende della provincia di Pesaro Urbino, articoli di stampa e il documento della Confcommercio nazionale relativo all’impatto del caro energia sulle imprese del terziario.
“Servono misure urgenti e forti per evitare un lockdown economico”: il messaggio chiaro e determinato.
Il Prefetto Ricciardi si è detto d’accordo con la linea di Confcommercio e ha evidenziato che la questione del caro bollette è prioritaria per il Governo.
Dopo la consegna del documento in Prefettura, Confcommercio Marche Nord ha illustrato le iniziative e proposte nel corso di una conferenza stampa.
«Le imprese della provincia di Pesaro e Urbino, particolarmente le aziende del terziario, dei servizi e del turismo, già pesantemente colpite dagli effetti economici derivanti dalla pandemia – ha esordito Varotti – sono al collasso a causa della crescita esponenziale e fuori controllo dei prezzi dell’energia elettrica, del gas, del metano e dei carburanti. Aumento di energia elettrica e gas le cui percentuali di incremento vanno ben oltre il 40-60% riportato dalle fonti ufficiali e dalla stampa. L’aumento registrato a gennaio 2022 – che va sommato agli aumenti già subiti nel corso del 2021 – è di gran lunga superiore, nella maggior parte dei casi, al 200%. Circa 100 aziende si sono rivolte a noi facendoci presente della situazione insostenibile. Emblematica la nostra bolletta dell’energia elettrica, passata da 4.360 euro a 11.184. Tutte le aziende del nostro settore si trovano in una situazione molto difficile e quello alberghiero al momento risente limitatamente degli aumenti perché la maggior parte delle strutture sono stagionali. Gli effetti pesantissimi li subiranno ad aprile quando apriranno. Tra quelle annuali c’è chi invece ha deciso di restare chiuso. Le misure messe in atto dal Governo – ha proseguito – sono assolutamente insufficienti. E’ gravissimo ciò che è contenuto nel Decreto Legge del 27 gennaio dove è previsto – per ridurre gli effetti degli aumenti dei prezzi nel settore elettrico – l’annullamento della voce in bolletta relativa agli “oneri di sistema” per tutte le utenze con potenza disponibile pari o superiore a 16,5 kw. E le imprese che operano con una potenza inferiore? E le micro e piccole imprese? Se non si vuole una esertificazione con la scomparsa di centinaia di migliaia di imprese e particolarmente di quelle che trainano l’economia del Paese, è necessario e urgente un intervento significativo da parte del Governo. Necessari interventi strutturali come la riduzione della dipendenza dalle forniture estere o la riforma della struttura della bolletta elettrica, affrontando il nodo degli oneri generali di sistema che rappresentano il 70 %. Bene la richiesta di Confcommercio della riduzione dell’Iva al 22% al 10%. Servono misure straordinarie per evitare – come ha scritto qualche esponente politico – il «lockdown economico». Non vogliamo e non possiamo morire, dopo essere sopravvissuti al virus, a causa del «caro bollette»”.
E’ intervenuto anche il presidente Serra: “Il settore alberghiero è particolarmente preoccupato e disorientato. Per questi fortissimi incrementi si dovrebbero alzare i prezzi, ma ciò porterbbe a perdere clientela. Necessaria la diminuzione dell’Iva. Sarà una stagione difficile”.
Ha proseguito Marcolini: “Fondamentale l’intervento del Governo, ma chiediamo anche ai Comuni di adottare alcune misure, come la riduzione della Tari”.
Ha concluso il presidente dell’associazione Ristoratori di Confcommercio Mario Di Remigio: “La situazione è tragica, prima e ancora in parte per le restrizioni dovute al Covid, e ora per il caro-bollette. In alcuni casi conviene non aprire affatto i locali. Senza misure urgenti il futuro è incerto”.
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