10 dicembre 2021
PESARO – Scrive Marcello Fois per Tuttolibri, inserto de La Stampa, che “Molti autori italiani davvero interessanti e importanti, quali Gabriele Tonon, Michele Vaccari, Francesco Targhetta, sono usciti da quella elegante fucina che è stata la Isbn Edizioni. Omar di Monopoli fa parte di questa scuderia e sotto molti aspetti ne rappresenta uno dei punti cardinali. Il gruppo di lavoro… aveva in mente, infatti, un’operazione di scoutismo che partisse dalle singole, e singolari, declinazioni di una scrittura contemporanea non omologata. E Di Monopoli, in quella logica, ha incarnato, e incarna, l’idea di una narrazione con fortissimi referenti e un altrettanto fortissima personalitàа. Ha rappresentato cioè un punto di vista che, restando collegato al pulp, era in grado di rimodulare la narrativa di genere in un territorio come il Salento, spesso consumato e, narrativamente, debilitato dall’abuso di retorica e luoghi comuni”.
Il Salento, una bellissima terra diventata negli ultimi anni luogo di attrazione per i turisti italiani e soprattuto stranieri, in particolare abbienti, quindi alla ricerca di una masseria da sogno da raccontare a parenti e amici, ma lontana anni luce dalla realtà quotidiana che Omar Di Monopoli racconta. Un “nero” che non è solo “nero”, lontano dai luoghi comuni, intriso dalla realtà che respira chi nasce e vive in una terra bellissima ma spesso in mano alla criminalità che vive di commistioni con il potere locale, quindi con la politica e agisce alla luce del sole con l’arroganza di chi si sente potete e prepotente. Vi dice niente la Sacra Corona Unita? Qualcuno la considera più pericolosa e spietata delle altre mafie.
Potete immaginare come può viverla una famiglia, i Caraglia, che all’inizio degli anno Novanta perde il capo, il padre, Livio, in un incendio che devasta il territorio denominato Torre Languorina. Un incendio assurdo, provo di logica, non di obiettivi. Livio era un ex vigile del fuoco. Per alcuni muore da eroe, per altri era un delinquente, un estortore al servizio della criminalità locale, che, pure in un territorio ai margini, appare legata alla più potente SCU. Come altri territori controllati dalla criminalità, il confine tra eroismo e delinquenza è assai labile. Come sempre c’è chi è attratto dal crimine e chi non esita a combatterlo.
Accade anche nella famiglia Caraglia, perché anni dopo, Rocco e Gaetano, i figli di Livio, proveranno a combattere questo clima, uno attratto dall’alone di mistero e di successo che circonda la Sacra Corona Unita, l’altro dal desiderio di redenzione, dalla volontà di rinascere. Quando Precamuerti, un vecchio capobastone della Sacra Corona Unita, fa ritorno dalla latitanza, deciso a riorganizzare il mandamento provinciale, i fragili equilibri su cui si regge la comunità collassano.
Omar Di Monopoli non fa mai calare la tensione, soprattutto quella morale che accompagna chi non vuole arrendersi a quell’aria di bruciato che sovrasta territori come Torre Languorina.
Brucia l’aria, di Omar Di Monopoli (Feltrinelli)
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