Vuelle, convincente passo avanti nella classifica di una Serie A sempre più equilibrata

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6 dicembre 2021

larson e jonesPESARO – Il pubblico pesarese potrebbe soffrire di stress post traumatico sportivo, perché nove anni di magra, hanno per forza lasciato il segno sullo spirito dei tifosi, e ormai non si fida più, neanche quando la sua Vuelle è avanti di 19 lunghezze, neanche quando è lampante che i due punti sono già in cassaforte, perché nel basket esiste la meritocrazia, e 9 volte su 10, se giochi meglio dell’avversario, conquisti i due punti in palio.

E ieri sera, la Carpegna Prosciutto ha giocato meglio di Varese, ha interpretato meglio il match, ha saputo leggere bene la zona avversaria, attaccandola nei suoi punti deboli, nel secondo quarto, quello decisivo, la difesa pesarese ha messo in grossa difficoltà Gentile e compagni, raddoppiando il figlio di Nando, con cambi sistematici che hanno coinvolto tutti i giocatori sul parquet, recuperando tanti palloni, costringendo l’Open Job Metis a diverse forzature.

Ma è stato il secondo tempo a confortarci, perché abbiamo visto tante volte Pesaro buttare al vento vantaggi consistenti, mentre contro Varese, gli uomini di Banchi sono stati bravi a mantenere la concentrazione, continuando a far girare la palla coi tempi giusti, cavalcando prima Jones e poi Larson, usufruendo anche della crescita di Lamb, uno che la pallacanestro la conosce, e che ha un’arma importante nel suo feretro, quell’arresto e tiro dai cinque metri che le difese avversarie tendono sempre a concedere.

E per chi, oltre alla tecnica, si concentra anche sul linguaggio del corpo, dobbiamo dire che ieri sera si è visto, forse per la prima volta, un gruppo coeso, capace di sorridere, contento di passarsi la palla, e che aveva voglia di buttarsi per terra a recuperare un pallone vagante, e che ha saputo compattarsi dopo la perdita forzata di capitan Delfino, rimasto negli spogliatoi dopo aver ricevuto un taglio all’occhio destro che gli appannava la vista, e sappiamo quanto sia importante la presenza dell’argentino sul parquet, sia a livello tecnico, che di leadership.

E allora Banchi ha dovuto affidarsi ad altri, che magari non saranno dei leader come il capitano, ma che hanno la necessaria esperienza per provarci, anche se una rondine non fa primavera, e Larson dovrà dimostrare anche nelle prossime partite il suo valore, così come lo stesso Lamb, che non sarà un fenomeno, ma che ha l’età giusta per dare il suo contributo.

Discorso a parte lo merita Tyrique Jones, che per il suo ruolo difficilmente può essere considerato un leader, ma abbiamo capito, dopo dieci giornate, che le speranze di salvezza della Vuelle passeranno in gran parte dal suo rendimento, dalla sua capacità di rimanere sempre sul pezzo, di voler fare un tagliafuori in più o un fallo inutile in meno, di rientrare in difesa correndo invece che camminando, insomma, in una Vuelle composta da giocatori mediamente talentuosi, l’unico che può andare sempre oltre la media è proprio il buon Tyrique.

E l’altro fuoriclasse potrebbe essere coach Banchi, uno che pretende sempre il massimo dai suoi giocatori, e che non si accontenta mai, né durante la settimana, né la domenica, uno che sa che la differenza canestri potrebbe essere fondamentale, e che a 20 secondi dalla sirena, sul più 17, urla a Doron Lamb di non fermarsi a dare i cinque, ma di continuare ad attaccare, e cercare il canestro del più 19, che magari non servirà a niente, ma sono i particolari a fare la differenza, e dai particolari si vede la differenza tra un allenatore “normale” e uno bravo.

I PIU’……..

Leonardo Demetrio: Ci sono volute dieci giornate per metterlo in questa rubrica, ma abbiamo voluto premiarlo, anche se le sue cifre sarebbero normali per uno straniero, ma il brasiliano parte sempre con l’handicap di una tecnica e di un fisico modesti, e quando tira fuori una partita decorosa è giusto premiare la sua voglia di darsi da fare.

Tyrique Jones: Magari saremo incontentabili, ma siamo convinti che Jones possa fare sempre di più, anche nelle serate in cui porta a casa una doppia-doppia, perché al contrario di Demetrio, ha fisico e tecnica per dominare ogni domenica, anche in fase difensiva, comunque se andrà sempre in doppia-doppia, vedremo di accontentarci.

Tyler Larson: Durante la settimana fatica ad allenarsi per piccoli problemi fisici, ma se la domenica giocherà sempre così, ce ne faremo una ragione, e Varese ha rivisto il Larson decisivo di quattro anni fa, quando era stato determinante proprio con la maglia dell’Open Job Metis.

Rimbalzi: 47 a 34 per la Vuelle, brava a catturarne 20 offensivi, che le hanno consentito di effettuare tanti secondi tiri, in una serata dove tutti hanno portato il loro mattoncino.

…… E I MENO DELLA SFIDA PESARO – VARESE

Simone Zanotti: Brutta serata la sua, in cui è rimasto sempre nella terra di mezzo in fase difensiva, arrivando sempre in ritardo nelle chiusure, mentre in attacco ha fallito le sue triple e facili appoggi dentro l’area.

Davide Moretti: Deve ritagliarsi il suo spazio, in una Vuelle che adesso ha cinque esterni intercambiabili nel proprio roster, e lo vorremmo vedere più propositivo, e soprattutto più preciso dall’arco, dove sta tirando con un inguardabile 4 su 27 complessivo.

IL MOMENTO DELLA SQUADRA

Grazie alla seconda vittoria consecutiva, la Vuelle lascia temporaneamente l’ultimo posto in classifica alla Fortitudo, anzi in virtù della classifica avulsa, Pesaro sale al 12esimo posto, di un campionato che si conferma equilibrato come da previsioni estive, e che crediamo rimarrà cosi fino alla primavera. Le conferenze stampa di coach Banchi non sono mai banali, né quelle pre partita, dove non lo sentiremo mai affermare che la squadra si è allenata bene durante la settimana, sottolineando giustamente quello che invece non ha funzionato, né quelle post partita, dove anche se la Vuelle ha vinto di 19, si sofferma su quello che si poteva fare in maniera differente.

Ma Banchi la pallacanestro la conosce, e non è casuale che abbia sottolineato la caratura morale di Carlos Delfino, che venerdì scorso, invece di svolgere un allenamento differenziato per recuperare dalle fatiche argentine, si è messo regoarmente a disposizione, dopo aver visto i compagni distratti, e l’avvio di partita del capitano era stato come sempre encomiabile, fermato solamente dal problema all’occhio che l’ha costretto a rimanere negli spogliatoi per il resto del match, problema che sarà valutato in giornata, sperando che non sia grave e che possa ritornare sul parquet fin da sabato sera, nell’anticipo di Treviso.

Non è casuale neanche che Banchi abbia detto per un paio di volte che il buon Demetrio difetti di valore tecnico, perché il brasiliano non è diventato improvvisamente un fenomeno, ma è giusto rimarcare che, a livello di impegno, non ha fatto mai mancare il suo contributo, e in fin dei conti, ai giocatori modesti si chiede questo, di dare sempre il 110%, cosa che ad esempio, non sta più capitando a Zanotti, che nelle ultime partite appare più svagato del solito, in grosse difficoltà in ambo i lati del campo, un problema da risolvere al più presto, in un reparto lunghi dove non si può contare solo sulla fisicità di Jones, consapevoli che Tyrique non sempre dà il suo 100%, accontentandosi di dominare magari un tempo, e di cazzeggiare per il resto della partita, difetto comune a tanti americani passati dalle nostre parti, che Banchi dovrà cercare di risolvere.

E non è casuale che abbiamo nominato così tante volte Luca Banchi, il cui valore magari è passato sotto silenzio in questi mesi, concentrati come siamo sulla classifica deficitaria della Vuelle, ma che rimane uno dei migliori allenatori italiani in attività, e che non vuole rovinare il suo curriculum, con la retrocessione di Pesaro, e che sta cercando di tirare fuori il gruppo dalla mediocrità, compito assai complicato, perché finora quello che è mancato è proprio un gruppo coeso che rema dalla stessa parte.

Ieri sera contro Varese, abbiamo visto per la prima volta i giocatori sorridere tra di loro, scambiarsi dei cinque convinti, e sbucciarsi le ginocchia sui palloni vaganti, perché se il talento non abbonda, devi tirare fuori quel qualcosa in più, lo sa Banchi, che forse per la prima volta avrà a che fare con una squadra che non deve vincere un titolo, ma “semplicemente” salvarsi, ma il coach grossetano dovrebbe avere capito che di semplice non c’è niente a Pesaro, e che mettersi dietro due squadre sarà complicato più che vincere una Coppa Intercontinentale.

DAGLI ALTRI PARQUET.

Milano dimentica le delusioni di Coppa, lasciando Brindisi a soli 53 punti segnati, qualificandosi già matematicamente alle Final Eight, Coppa a cui parteciperà sicuramente anche la Virtus, alle prese però con un numero impressionante di infortuni, che le hanno permesso di vincere solo al supplementare contro una Sassari in ripresa, per decidere invece le altre sei partecipanti alla kermesse pesarese, si dovrà aspettare un po’, perché serviranno 16 punti per rimanere nelle prime otto.

Avvantaggiate naturalmente quelle squadre già a quota 12, dove oltre a Brindisi, troviamo la sempre più sorprendente Napoli, che infila la quinta vittoria consecutiva, battendo in volata Cremona, Treviso, che ha superato abbastanza agevolmente Reggio Emilia, e Trieste, vincente contro Trento grazie ad un buzzer beater di Grazulis, successo che consente ai veneti di raggiungere proprio la Dolomiti al terzo posto, perde invece ancora Venezia, superata con merito da Brescia, e l’Umana viene così affiancata a quota 10 punti da Tortona, che nel posticipo supera la Fortitudo, lasciando i bolognesi da soli all’ultimo posto.

 

 

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