Il Decreto antifrode sta paralizzando il settore delle Costruzioni CNA denuncia “Lavori e pratiche per i bonus casa bloccati dalla burocrazia”

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3 dicembre 2021

Bordoni e Baldarelli

Bordoni e Baldarelli

PESARO – Il Decreto legge antifrode entrato in vigore a metà novembre, sta creando un vero e proprio caos nel settore delle costruzioni. Lo denuncia la CNA di Pesaro e Urbino che afferma come il provvedimento – entrato in vigore da un giorno all’altro – abbia in realtà stravolto le regole e stia di fatto bloccando i lavori di ristrutturazione, tutte le pratiche del bonus casa, ad eccezione del Superbonus 110%. Ma a rischio ci sono soprattutto le riscossioni delle imprese che avevano concluso gli interventi secondo la norma precedente.

Per CNA Costruzioni il decreto legge antifrode ha creato solo confusione, disorientamento e anche rabbia nel settore. Questo nuovo Decreto rischia infatti di paralizzare un meccanismo che funzionava bene e che consentiva ai cittadini di fare lavori con lo sconto in fattura e alle imprese di cedere il credito alle banche o alle Poste. “Questa – sostiene Moreno Bordoni, segretario della CNA di Pesaro e Urbino – è una vera e propria tegola caduta improvvisamente sulla testa di tutte le imprese del comparto: quasi 5.00 imprese in provincia di Pesaro tra quelle dell’edilizia e dell’impiantistica”.

A lanciare l’allarme è anche il responsabile di Cna Costruzioni di Pesaro e Urbino Fausto Baldarelli. “Se l’intento del Decreto legge era buono – afferma – la sua realizzazione si è rivelata pessima con un aggravio di burocrazia che sta paralizzando i cantieri”. Il Decreto legge introduce infatti due ulteriori adempimenti burocratici, già previsti per il Superbonus 110%, per tutti gli altri bonus edili, dal bonus facciate all’efficientamento energetico.

Il primo è l’obbligo del visto di conformità (rilasciato da commercialisti e Caf); il secondo l’asseverazione della congruità delle spese per ogni intervento, in base a tariffari regionali che, purtroppo, non sono aggiornati. Secondo la CNA occorre per questo ricorrere ad un tecnico esterno per ottenere il bonus, ma non è noto chi debba essere e come si debba fare la certificazione.

E dunque per la CNA in attesa di chiarimenti – che non si sa quando arriveranno – le pratiche in corso, anche quelle avviate pochi giorni prima del 12 novembre, data di pubblicazione del decreto antifrode, sono a tutt’oggi bloccate.

Con il decreto, inoltre, è in arrivo una quantità enorme di controlli che, di fatto, disincentiva in modo piuttosto esplicito l’agevolazione da ogni punto di vista. Sia per gli imprenditori edili che per i cittadini. Senza contare che, con l’obbligo di ricorrere ad un tecnico, il costo dei lavori aumenterà.

“Si arriva così al paradosso che per sostituire una semplice caldaia o anche solo una finestra, il nuovo onere – sottolinea Baldarelli – rischia di essere più costoso del beneficio fiscale stesso. Ma secondo CNA Costruzioni c’è di più perché, al momento, non è ancora chiaro chi dovrà rilasciare l’asseverazione sulla congruità dei costi e quali contenuti dovrà avere, con la conseguenza che l’invio di tali comunicazioni all’Agenzia delle Entrate è attualmente bloccato. Tutto questo non solo per lavori futuri, ma anche per quelli già contrattualizzati e definiti.

“Si tratta di un paradosso se non proprio di follia – conclude CNA Costruzioni – perché senza l’invio del modello l’Agenzia delle Entrate non si può dare il via libera e gli sconti (magari anche quelli con fattura già emessa), mentre gli istituti di credito per quanto previsto dal decreto, non se la sentono più di accollarsi crediti”.

CNA è strenuamente contraria alle frodi, ma combatterle con strumenti del genere, che oltretutto vanno contro ogni processo di semplificazione è inaccettabile”. La soluzione? “Se si crede nella bontà dei bonus e rispetto per un settore e per i cittadini occorre emendare il tutto in fase di conversione del decreto”.

 

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