Ana Bjelica, quando la serba impressionò il pubblico di Pesaro e annunciò a www.pu24.it che avrebbe giocato in Italia

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26 ottobre 2021

PESARO – Era il 12 gennaio 2012 e lei, non ancora ventenne (è nata il 3 aprile 1992), attirò l’attenzione degli appassionati. Ana Bjelica si presentò sul taraflex di Campanara con la maglia della Crvena Zvezda, la Stella Rossa di Belgrado (rileggi qui) .
h2z6hbe5pefvoknufvwtLe ragazzine arrivate in pullman dopo un lungo viaggio dalla Serbia misero in difficoltà la Scavolini che schierava Ferretti e Ortolani, Brinker e Klineman, Manzano, Tomsia (allora Okuniewska) e Monica De Gennaro.
Brave, brave, brave. È bello vederle lavorare in questo modo. Hanno fatto 14 ore di viaggio in pullman, hanno mangiato e dormito in pullman. Sono arrivate mezz’ora prima del riscaldamento che precede la partita e si sono messe subito a giocare. È bello vedere ragazze così”, fu il commento di Luciano Pedullà, il Professore che guidava la Scavolini .
Pesaro vinse 3-0 ma soffrendo moltissimo nel primo (25-23) e nel terzo set (25-22). Nel primo set le male devojčice, le ragazzine, erano avanti sia al primo che al secondo time out tecnico. Poi le colibrì allungarono (24-21), ma Ana Bjelica non è solo una grande promessa del volley continentale e realizza un punto stratosferico per il 24-23 interno. Rakić getta al vento l’attacco del pari. In corsivo abbiamo riportato la parte finale del nostro commento di allora al primo set. Ana chiuse la partita con 11 punti, come Kecman. Nella squadra di Belgrado anche Mina Popović, che dopo diverse stagioni in Italia è approdata al Fenerbahçe Istanbul. A fine partita, fermammo Ana per una velocissima intervista, che riproponiamo oggi.
Sono veramente felice di avere avuto la possibilità di giocare contro una squadra così importante come la Scavolini e soddisfatta di come abbiamo giocato stasera, anche se credo che possiamo fare meglio”. Eravate a un passo dalla grande sorpresa, potevate anche vincere il primo set. E avete fallito la palla per andare ai vantaggi.
È vero, ma la Scavolini ha reagito e onestamente non ritengo che al momento noi possiamo vincere con loro che hanno tante brave giocatrici”.
Lei ha cambiato ruolo: come si è trovata passando da schiacciatrice a opposto?
Direi bene. Posso fare meglio da opposto che ricevendo e schiacciando”.
La carriera di molte giocatrici serbe è passata e passa dal campionato italiano. Pensa che la vedremo qui fra qualche tempo?
Oh sì, penso che il prossimo campionato o fra due stagioni potrei giocare qui!”. Sono trascorsi più anni, ma meglio tardi che mai.
Da quella sera, ho seguito con attenzione (non sempre, in verità) la carriera di Ana, che talvolta non ha mantenuto le promesse. Dopo gli anni della Crvena Zvezda è passata al Chemik Police, in Polonia, quindi al Salihli Belediyesi Gençlik ve Spor Kulübü, in Turchia. Dalla Turchia al Brasile per indossare la maglia dell’Osasco, una delle squadre già famose. Poi il ritorno all’Alma Mater, la Stella Rossa, per trasferirsi subito a una realtà importante della pallavolo europea, il Voléro Zurigo. Un Voléro attira un altro Volero, ma senza l’accento, quello francese di Le Cannet. Cittadina del mondo, Ana approda anche in Cina, ingaggiata dal Beijing Qiche Nuzi Paiqiu Julebu, squadra della capitale. Sappiamo tutti cosa accade in Cina prima e nel resto del mondo poi tra il 2020 e il 2021. La giocatrice serba torna a casa, allo Železničar Lajkovac, con cui vince la Coppa di Serbia, ma chiude la stagione in Polonia, al Radomka.
Infine la chiamata dalla Megabox Ondulati Del Savio Vallefoglia (RILEGGI PRECEDENTE ARTICOLO PU24), augurando a lei e alla squadra che il rapporto sia proficuo e Ana torni a essere non più la promessa ma la grande certezza che solo la fantastica Tijana Bošković ha oscurato nella nazionale serba e nelle attenzioni degli appassionati.

 

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