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22 ottobre 2021
Mister Pressing
Il meglio: Maurizio Crozza alla guida della sinistra italiana. Basta ascoltarlo un attimo per capire che è l’unico che parla di lavoro, di diritti dei lavoratori, di bisogni della gente, di povertà che cresce, di stipendi che perdono il potere d’acquisto. Vi invito a guardare l’ultima puntata, quella di venerdì 15 ottobre su Discovery+, che si può trovare anche su You Tube. Crozza ha detto cose comprensibili a tutti, meno a quelli del PD. “Amici della sinistra, non vi è mai venuto il dubbio che il fascismo sia cresciuto in questi anni anche perché voi vi siete dimenticati di difendere i lavoratori? Oh, magari fra gli ombrelloni di Capalbio non arrivano i dati Ocse, può essere”. Chi legge questa rubrica può testimoniare che lo scrivo da sempre: il PD, seguendo i Renzi e i Calenda, la sua anima democristiana, ha perso il cuore e l’anima, si occupa di piste ciclabili, di monopattini, di raccolta differenziata, di Zone a traffico limitato, che sono temi importanti, ma non quanto i bisogni della gente. Forza Maurizio, candidati alla guida del PD, magari avrai un solo voto, ma il mio non ti mancherà. E votando te farei sicuramente meglio di quando, alle primarie del 2012, ho votato Renzi.
Il peggio: Mister Pressing che ha votato Renzi. È difficile, ma provo a spiegare perché l’ho votato. Stanco delle vecchie facce, ho pensato, nove anni fa, che alla sinistra (allora si ragionava ancora così) servissero facce nuove. Una era rappresentata da Renzi. Era un buon sindaco di Firenze, come confermavano quasi tutti gli amici e le amiche fiorentine. Però uno mi mise sull’avviso. “Lo chiamano il Bomba e puoi immaginare perché. Si preoccupa più di se stesso e del suo futuro che degli altri”. I fatto accaduti in seguito hanno dato ragione all’unico mio amico che lo detestava. Ma allora…
Il peggio: la fame uccide più di ogni altra cosa. Anche del Covid-19. La Giornata Mondiale dell’Alimentazione, che si è celebrata giorni addietro, ha raccontato una triste realtà: la situazione non è mai stata così complessa e delicata: l’impatto dei conflitti, della pandemia di Covid-19 e dei cambiamenti climatici è stato devastante per l’aumento della fame nel mondo. In questo momento, come denuncia Oxfam, sono addirittura 155 milioni le persone che soffrono la fame, tante le persone – soprattutto i bambini – che muoiono per mancanza di cibo. Ne uccide più la fame del Covid-19. Eppure, mentre bimbi muoiono di fame, tante persone di Paesi ricchi gettano via il cibo che sfamerebbe chi ne è privo. L’egoismo impera. Un egoismo anche stupido, perché quando il sud povero si ribellerà al nord ricco potrebbe essere un disastro per tutti.
Il meglio: Oxfam. Oxfam è un movimento globale di persone che vogliono eliminare l’ingiustizia della povertà. Oxfam (Oxford committee for Famine Relief) nasce in Gran Bretagna nel 1942, per portare cibo alle donne e ai bambini greci stremati dalla guerra. Oxfam Italia ha aderito nel 2010 alla confederazione internazionale Oxfam e nasce dall’esperienza di Ucodep, organizzazione non governativa italiana che per oltre 30 anni si è impegnata con passione e professionalità per migliorare le condizioni di vita di migliaia di persone povere nel mondo, dando loro il potere e l’energia di costruirsi un proprio futuro, di controllare e orientare la propria vita, di esercitare i propri diritti. Ognuno di noi, nel suo piccolo, può contribuire aiutando Oxfam. Esistono diversi modi per donare a Oxfam. 1) con una donazione online: www.oxfamitalia.org; 2) con bonifico bancario sul conto corrente bancario Banca Etica, IBAN IT78C0501802800000011020005. 3) con bollettino postale sul conto corrente postale numero 14301527.
Il peggio: Letta vuole il nuovo Ulivo. E il sindaco di Firenze lo allargherebbe a Forza Italia, ovviamente con Italia Viva e Azione. E M5S che fa? Si suicida? In verità si è suicidato quando Grillo, incontrato Draghi, ha commentato che il banchiere era un grillino e ha dato il benestare al governo allargato.
Il meglio: Conte che dice no all’Ulivo di Letta. “Mai insieme a Italia Viva e Azione”, ha dichiarato Giuseppe Conte. Se M5S vuole provare a rinascere è già una buona base di partenza.
Il peggio: Draghi “dittatore” in Consiglio dei ministri e la stampa applaude. Ci ha colpito molto la lettura di un articolo che, a firma Michele Verderami, il Corriere della Sera ha pubblicato giovedì 21 ottobre. “… in Consiglio dei ministri, dove alcuni rappresentanti del governo hanno protestato con il premier per aver dovuto approvare il Documento programmatico di bilancio “senza che ci sia stato nemmeno distribuito il testo”… L’avesse fatto Giuseppe Conte, l’avrebbero massacrato. Invece Verderami critica i ministri che vorrebbero entrare nel merito delle decisioni di Draghi. Altri ministri chinano il capo. Fra questi i peggiori sono quelli di M5S guidati da Di Maio che accettano tutto per… salvare la poltrona? Ma che dire della stampa libera, dei soloni sempre presenti in Tv a criticare il “dittatore Conte”? Che dire soprattutto di Matteo Renzi: “Non abbiamo tolto i pieni poteri a Salvini per darli a Conte”, dichiarò. Oggi che i pieni poteri se li è presi Draghi, tacciono tutti, salvo pochissime voci libere.
Il peggio: la strategia della disattenzione. In poco più di una settimana, il governo unico nazionale, cosiddetto dei migliori, ha mostrato un doppio volto. La “sua” polizia è stata disattenta, se non connivente, con i prepotenti di Forza Nuova, a Roma, fino a “scortarla” alla sede della Cgil nazionale, poi devastata, ma spietata con i portuali triestini, presi di mira dai cannoni ad acqua, dai lacrimogeni e dai manganelli, perché essere privi di carta verde è un gravissimo reato, ma assaltare un edificio istituzionale è dimostrazione di libertà. Il ministro Lamorgese, rispondendo in parlamento, ha negato che i fatti di Roma facciano parte di “una strategia della tensione”, come ha accusato Giorgia Meloni. Siamo d’accordo con Lamorgese: semmai è una “strategia della disattenzione”.
Il peggio: Gli italiani ragionano se vince il PD. Dopo le elezioni politiche del 2018, un amico filo PD commentò: “Gli italiani non ci hanno capito niente”. Come sempre, quando non votano PD, replicai. Ora che la maggioranza della minoranza che è andata a votare ha scelto il PD cosa dirà il mio amico? Probabilmente che gli italiani hanno ritrovato la ragione.
Il peggio: gli stipendi italiani sono crollati. Gli ultimi dati forniti da OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) sono sconfortanti. Presi in esame gli ultimi trent’anni (1990-2020), gli stipendi lituani hanno avuto un balzo positivo del 276 per 100. Molto bene anche gli altri paesi baltici (Estonia e Lettonia). Ora è vero che questi paesi venivano dalla disastrata economia sovietica, come pure Slovacchia, Repubblica Ceca e Polonia, rispettivamente quarta, quinta e sesta nella classifica con, rispettivamente, + 129,60%; + 112,40% e + 96,50%. Però, mentre tutti i Paesi hanno un segno positivo (Portogallo, terzultimo con + 13,70%, Spagna penultima con + 6,20%), l’Italia è l’unico Paese in negativo: meno 2,90%. In questo contesto, sorprende ma non troppo che anche in Germania (più 33,70%) e Francia (più 31,10%) gli stipendi non solo abbiano tenuto, ma siamo cresciuti. Ancor più sorprendente è la Grecia che vanta più 30,50%. Ovviamente, su questi dati, nessun commento di Confindustria, che da quando Draghi è a Palazzo Chigi si sente come le rane nello stagno.
Il peggio: il prezzo della benzina. La fotografia è stata scattata pochi giorni fa in Spagna, zona Valencia. Potete osservare la differenza di prezzo con quelli che leggete quando entrate in una stazione di servizio italiana. Gli stipendi calano, il costo della vita aumenta, il prezzo della benzina è alle stelle, ma tutti tacciono. O avete ascoltato qualche politico occuparsene durante una delle logorroiche trasmissioni radiotelevisive che insegnano agli italiani cosa è giusto e cosa è sbagliato?
Il peggio: Salvini. Dal 2018 – pure insidiato dall’altro Matteo – è stabile al primo posto della nostra classifica dedicata ai peggiori. Ma trattando il tema benzina, non possiamo non pensare alla sua mitica dichiarazione dell’1 marzo 2018: Non pagheremo più le tasse più alte d’Europa sulla benzina. Accise di 80 anni fa con il governo Salvini non ci saranno più. Ma diavolo d’un Salvini, non potevi aspettare un mese prima di parlare? Sarebbe stato il primo aprile, con tutto ciò che ne consegue. In compenso la Lega ha fatto sparire 49 milioni di euro. E c’è ancora chi lo vota!
Il peggio: David Sassoli sostiene Navalny, ma dimentica Assange. il presidente del Parlamento europeo David Sassoli ha ricordato la figura di Navalny, un uomo che ha condotto “una strenua campagna contro la corruzione del regime di Putin” e ha espresso “il forte sostegno del Parlamento europeo per il suo rilascio immediato”. Bene, bravo, Sassoli, ma una parolina su Julian Assange? Forse perché il giornalista australiano, che con Wikileaks ha svelato i peggiori misfatti del cosiddetto mondo libero, è detenuto in un carcere inglese e a chiederne l’estradizione sono gli Stati Uniti d’America?
Il peggio: i giornalisti e quota 100. Ogni giorno siamo bombardati da notizie contro il Reddito di cittadinanza e la Quota 100. Quasi tutti i cosiddetti grandi giornalisti ospiti delle trasmissioni Tv sono in pensione, molti sono stati prepensionati grazie a un ricco contributo dello Stato, ma continuano a collaborare – molti di loro lautamente pagati – con giornali e Tv che, appunto, non fanno passare un giorno senza criticare Quota 100 e il Reddito di cittadinanza. Ovviamente, quello degli altri, tacendo sul proprio.
Il peggio: pallavolista decapitata. Il 21 settembre avevamo inserito nel “meglio” l’ex Ct di volley maschile, Mauro Berruto, che con la collaborazione di altre persone e del personale dei consolati italiani, è riuscito a fare arrivare in Italia, dopo una fuga da film, la ventenne Safiya, pallavolista che rischiava, come altre sportive, di essere uccisa dai talebani solo per avere giocato a capo scoperto. Purtroppo, giovedì Mauro Berruto ha raccontato la terribile storia di Mahjabin Hakimi: “Guardatela come se fosse vostra figlia: Mahjabin è stata decapitata, perché Hazara e perché giocava a pallavolo senza hijab. Questo è oggi l’Afghanistan. Abbiamo persone lì che sono cadaveri ambulanti. Fermiamo questo genocidio con i corridoi umanitari o ne saremo responsabili”. La Fipav, federazione italiana pallavolo, ha disposto un minuto di silenzio in memoria della giovane pallavolista afgana uccisa dai talebani; sarà osservato su tutti i campi della pallavolo italiana nel fine settimana.
Il peggio: Jacobs e Tamberi esclusi dai migliori dieci atleti dell’anno. Da non credere: uno, Marcel Jacobs, ha vinto due ori – e che ori – ai Giochi Olimpici, l’altro, Tamberi, è stato protagonista, con Mutaz Barshim, di una delle gare più eccitanti dell’Olimpiade giapponese. Eppure, nella lista dei dieci finalisti al premio miglior atleta dell’anno assegnato da World Athletics, la federazione mondiale, non compaiono i nomi di Jacobs e Tamberi. Al netto del nostro disprezzo per Sebastian Coe, presidente di WA, la scelta è incomprensibile, anzi ingiustificabile. Ora, sono indiscutibili i nomi del meraviglioso norvegese Karsten Warholm, oro a Tokyo e primatista mondiale dei 400 ostacoli, ennesimo record stabilito a Tokyo, e del fantastico astista svedese Armand Duplantis, come pure del maratoneta keniota Eliud Kipchoge, due ori olimpici e primato mondiale, e del formidabile decatleta canadese Damian Warner e del pesista statunitense Ryan Crouser, oro a Rio e a Tokyo e primatista mondiale, ma la giuria che ha scelto i dieci dovrebbe spiegare che cosa hanno di più il triplista portoghese di origine cubana Pedro Pichardo, vincitore a Tokyo con una misura normale, e il lunghista greco Miltiadis Tentoglou, oro con 8,41. Non venite a dirci che le prestazioni di Pichardo e Tentoglou sono superiori a quelle di Tamberi e, soprattutto, di Jacobs.
Il peggio: Piadamarina non c’è più. Le due fotografie mostrano lo stesso luogo, un angolo della Calata Caio che oggi è diverso, meno umano, perché le regole sono le regole, sempre, ma non abbiamo dubbi che la presenza di Piadamarina fosse meno impattante del capannone del Cantiere Rossini. La prima foto mostra gli “avanzi” di quella che era Piadamarina, la seconda dopo che il noto “locale” è stato portato via. Un angolo vuoto, pieno di tristezza. Solo fischi a chi ha preso la decisione.
Il meglio: Aza Petrović, hombre vertical. La sua vicenda mi ricorda quella di Luis Van Gaal, allenatore olandese che, licenziato dal Barça, rinunciò all’ingaggio. “Presidente, se non lavoro, non voglio soldi!”. Quanti altri l’avrebbero fatto? E quanti allenatori si sarebbero dimessi come ha fatto Aza, rinunciando a un contratto biennale e assumendo tutte le colpe delle scelte, che, intendiamoci, erano soprattutto sue perché ha sbagliato a sostenere l’ingaggio di Pacheco e Demetrio? Un hombre vertical, avrebbero scritto in Spagna. Lo scriviamo anche noi!
Il meglio: Luca Banchi. Scegliendo il coach maremmano per sostituire Aza, la Vuelle non poteva prendere decisione migliore. Buon lavoro, Luca. Ma per carità, non dategli del Draghi!
Il meglio: “Passatevi la palla, giocate di squadra!”. A un certo punto di Pesaro – Tortona, con la Vuelle pesantemente sotto, un tifoso che ci pare fosse seduto nella tribuna opposta alla panchina pesarese, ha un’uscita da applausi. Anziché ricorrere alle solite frasi fatte, trite e ritrite, urla nel silenzio: “Passatevi la palla, giocate di squadra!”. Più che un consiglio sembra un’implorazione.
Il peggio: fischiare Drell durante la presentazione. Chi paga il biglietto o l’abbonamento ha il diritto di contestare. Detto questo ci domandiamo a cosa servano i fischi e i buu a Drell al momento della presentazione se non a mettergli ulteriore pressione. Sappiamo tutti che, salvo la breve parentesi delle finali di Coppa Italia 2021, Drell si è dimostrato una scelta sbagliata, ma indossa la maglia della Vuelle e prima di scendere ii campo sarebbe meglio sostenerlo.
Il peggio: gli Stati generali del turismo 2022 e la tettoia dei pescatori rotta. Sicuramente una bella iniziativa. L’ha ospitata il cantiere Rossini, che si raggiunge passando in Strada tra i Due Porti. I partecipanti hanno potuto contare sui parcheggi riservati. Chissà se qualcuno si è preso il piacere di andare a piedi. Se l’ha fatto, non può non avere notato la tettoia dei pescatori rotta da due anni, da prima che fosse inaugurata. Un’immagine che qualifica l’attenzione dell’Amministrazione Comunale di Pesaro, che ama farsi bella con grandi proclami, ma non riesce a riparare una tettoia rotta. Buu!!!!
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