Il meglio (la nazionale di pallavolo maschile e Paolo, tifoso della Vuelle) e il peggio (la stampa santifica Moratti e dimentica Oil)

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20 settembre 2021

Mister Pressing

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Il meglio: la nazionale di pallavolo maschile.  L’Italia maschile non vinceva in Europa da 16 anni. Contro una magnifica Slovenia, la squadra di Fefè De Giorgi ribadisce che l’Italia è la regina del continente.  Prima le ragazze, poi i ragazzi colorano d’azzurro un’estate infinita per lo sport italiano. Applausi!
Il meglio: Fefè De Giorgi. L’allenatore della porta accanto, quello che spiega con parole semplici, che evita di comportarsi da inventore dello sport sotto la rete. E non esita a dare spazio a tutti, come ha fatto nella finale. Una lezione per i colleghi saccenti e per la Lube, che lo ha licenziato preferendogli Blengini. Schierando Romanò, opposto mancino, decisivo nella rimonta, che non ha giocato mai nel massimo campionato, De Giorgi ha indicato una strada. La pallavolo maschile italiana riuscirà a seguirla?
Il peggio: ma che brutta Vuelle! Onestamente, non mi sarei aspettato la brutta figura fatta in Supercoppa con Venezia. Dopo le amichevoli, le sensazioni erano negative, ma la realtà è stata anche peggio. E oggettivamente le parole di Petrović, che ha scaricato di due brasiliani fortemente voluti da lui, mi hanno disorientato. Niente da fare, noi tifosi della Vuelle siamo nati per soffrire.
Il meglio: Paolo, tifoso Vuelle. In attesa delle finali di pallavolo, abbiamo fatto bene a rinviare la pubblicazione della rubrica dal tradizionale venerdì a questo lunedì. Altrimenti ci sarebbe mancata questa, letta stamattina sul Carlino Pesaro. È il commento di Paolo, tifoso VL: “Quando sabato un mio amico si è collegato per seguire la Vuelle, la partita con Venezia era all’intervallo: pensava che 14-45 fosse l’orario”. Applausi, a Paolo ovvio.
Il meglio: Gaetano Azzariti, una lezione di diritto costituzionale per Matteo Ricci, Roberto Benigni e compagnia cantante. Il professor Gaetano Azzariti è docente di Diritto costituzionale presso la Sapienza di Roma. Intervistato da Il Fatto Quotidiano, ha bocciato i tuttologi tipo il sindaco di Pesaro Matteo Ricci e l’attore Roberto Benigni che hanno invocato la conferma di Sergio Mattarella alla Presidenza della Repubblica, perché loro – Ricci e Benigni – la Costituzione la considerano “cosa di parte”. “Vero è che la rielezione non è esplicitamente vietata ma proprio per questo, dopo il già controverso precedente di Napolitano, si affermerebbe una consuetudine che farebbe diventare regola il doppio mandato. Cambiando la nostra forma di governo. Quattordici anni al Colle sono una durata abnorme, “eterna”, più consona a una monarchia che a una democrazia parlamentare”.
Il peggio: L’obbligo della certificazione verde va avanti, ma l’obbligo di vaccinazione? Dopo annunci roboanti (vedi alla voce successiva), il Governo Draghi ha evitato di imporre l’obbligo del vaccino. Incapace di fare una scelta forte, Draghi ha deciso di imporre la “certificazione verde”.  Un provvedimento che se non è “un obbligo vaccinale poco ci manca”. Tra virgolette perché la frase non è mia, ma di Alessandro De Angelis (Huffington Post), giornalista e giornale certamente benevoli con Draghi. Eppure, De Angelis rimarca che Draghi non ha fatto bene a saltare la conferenza stampa per spiegare la scelta.
Il peggio: c’era una volta il decisionista. 2 settembre: Il Sole 24 OreSi arriverà all’obbligo vaccinale. Lo ha affermato il presidente del Consiglio, Mario Draghi, rispondendo affermativamente a chi in conferenza stampa gli ha chiesto se, quando arriverà il via libera di Ema e Aifa, si andrà verso l’obbligo vaccinale. Obbligo vaccinale, Ema e Aifa permettendo, e terza dose di vaccino anti-Covid all’orizzonte? «Sì a entrambe le domande», ha detto il premier Draghi in conferenza stampa. 4 settembre, Ansa.it: titolo: L’affondo di Draghi, terza dose e obbligo vaccinale. Testo: “Orientamento del governo è estendere il green pass. Il governo va avanti. Dai no vax violenza odiosa. Green pass sta andando bene. A fine settembre saremo a 80%. Ribadisco l’invito a immunizzarsi”. Ora a parte che il vaccino protegge ma non rende immuni al Covid-19, come dimostrano numerosi contagi che hanno colpito chi aveva già fatto due dosi, quel che segue è la fotografia del Governo Draghi: “Per il vaccino contro il Covid scatterà l’obbligo, quando verrà dichiarato da Ema e Aifa non più farmaco emergenziale ma ordinario, e si va anche verso l’introduzione della terza dose”. 2 settembre: La Repubblica: Draghi in conferenza stampa: verso l’obbligo di vaccinazione e sì a terza dose. Sulla Lega contro il Green Pass: “Il governo va avanti”. 3 settembre: La Repubblica: Covid, sì di Draghi a terza dose e vaccino obbligatorio: “Il governo va avanti”. Dunque non siamo noi ad aver capito male, è Draghi che annuncia una cosa e poi ne fa un’altra, con gli adoratori in servizio permanente effettivo sempre al suo, anzi al Suo fianco.
Il peggio: Il “governo dei migliori”. Quasi tutti, per fortuna non tutti perché esiste anche una stampa libera, gli organi d’informazione hanno definito così il Governo Draghi, talvolta evitando il plurale e concentrandosi sul singolare. Ma poi scopri che l’annuncio del 2-3 settembre, quello che tutti (salvo qualcuno che pesa ancora le notizie) avevano lanciato come la notizia dell’anno, era una balla clamorosa. Ma Draghi ha sempre ragione, anche quando non dice la verità. Ha  surrogato l’obbligo vaccinale con l’obbligo della certificazione verde, quindi anche con l’obbligo del tampone, a pagamento, a carico dei lavoratori. Più che un obbligo sembra un ricatto.
Il peggio: il ministro Speranza. Assente ingiustificato il presidente del Consiglio, il ministro della Salute Roberto Speranza ha spiegato così la decisione del governo, presa all’unanimità: “Il Green pass è uno strumento di libertà”. Ora, a parte la risibilità di un governo italiano che usa termini inglesi, che libertà c’è in un’imposizione che nasce dalla codardia di chi non ha gli attributi per rendere il vaccino obbligatorio?
Il peggio: Paolo Mieli. C’è un atteggiamento positivo da parte dei giornalisti nei confronti di Draghi, non vanno volentieri a fargli le pulci. Bisogna riconoscerlo. Non c’è una punzecchiatura costante. Secondo me lo furono anche con il Governo Conte…”. Lo giuro, ho riportato, parola per parola, la risposta di Mieli alla domanda di Lilli Gruber nella trasmissione Otto e mezzo (La7) del 13 settembre… E Mieli ha anche aggiunto: “Secondo me ci fu un atteggiamento non ostile…”, nei confronti di Conte. Ah ah ah. Poi ci si chiede perché della disistima nei confronti della quasi totalità dei giornalisti.
Il meglio: la denuncia dei profitti record grazie al Covid-19. La denuncia è di Oxfam ed Emergency: Pfizer e Moderna hanno incassato entrate record grazie ai vaccini Covid ma, allo stesso tempo, “irrisorie” sono state le imposte versate sui profitti. Lo scrive QuiFinanza. È il libero mercato, bellezza! Peccato che queste aziende abbiano potuto contare su ricchissimi contributi pubblici, alla faccia del libero mercato, che alla fine è sempre lo stesso: si privatizzano i guadagni, si socializzano le perdite, anche durante una pandemia così devastante.
Il peggio: il ministro della transizione ecologica al… nucleare. Roberto Cingolani, ministro voluto da Beppe Grillo alla guida della transizione ecologica, ha annunciato che “la bolletta elettrica aumenta del 40 per 100”. Così, di colpo. Mentre i nostri stipendi e le nostre pensioni restano, se va bene, invariate. Nel senso che calano sempre, mai aumentano. Che se l’aumento si fosse registrato con il Governo Conte l’avrebbero linciato. Invece, con Draghi, se ne prende atto. Magari pensiamo male, ma non è che l’annuncio di Cingolani sottintende che con l’energia nucleare le bollette sarebbero meno care? Che sarebbe l’ennesima balla, visto che gli innamorati dell’energia atomica amano calcolare il costo ai morsetti dell’alternatore (macchina elettrica rotante che sfrutta i campi elettromagnetici come mezzo per trasformare l’energia meccanica in elettrica), dimenticando di inserire quelli a valle, incominciando dallo stoccaggio delle scorie e dallo smaltimento dei rifiuti radioattivi.
Il peggio: i giornalisti e il nucleare. Ma perché non continuate a occuparvi di calci di rigore e di fuorigioco non rilevati dal VAR, invece di lanciarvi in proclami tipo “senza l’energia nucleare torneremo al lume di candela”?  Lo scrivevano quarant’anni fa per scongiurare il referendum contro il nucleare, minacciando il ritorno all’età della pietra. I giorni scorsi l’abbiamo letto di nuovo, scritto da gente che  abitualmente non distingue un Volt da un Watt, che quando si occupa di un guasto agli impianti elettrici scrive “centrale elettrica in tilt”, mentre era una semplice cabina di trasformazione dell’energia. Più sono ignoranti e più pontificano, come piace ai padroni editori.
Il peggio: Salvini vuole il nucleare anche in Lombardia. “Metterei una centrale nucleare in Lombardia? Che problema c’è”. Così Matteo Salvini ha risposto alle domande dei giornalisti durante un giro elettorale a sostegno di Luca Bernardo, candidato sindaco a Milano. E ha aggiunto: “L’energia nucleare è quella più pulita e sicura”. Non solo virologo, anche fisico nucleare. Mi ricorda tanto altri due Matteo della politica, che sanno tutto di tutto come Salvini, che però stavolta ha sbagliato pista, inimicandosi i suoi sindaci lombardi.
Il peggio: Il Marchese degli Orfini. Matteo Orfini, ha detto candidamente, quello che in tanti pensiamo dei parlamentari: non sono i nostri rappresentanti, rappresentano se stessi. Ora, noi cittadini comuni mortali dobbiamo essere in possesso della Certificazione Verde per accedere a qualsiasi cosa, i parlamentari no. Sapete perché? Ce lo spiega il Marchese degli Orfini, parlamentare del PD: “Vedo che alcuni chiedono perché non è previsto il green pass per entrare in aula… È molto semplice: perché il diritto di un parlamentare di entrare in aula è sancito dalla costituzione e non può essere limitato”. Che bello! Però i poliziotti che hanno svolto un servizio importante gomito a gomito con altri colleghi, non possono accedere alla mensa senza la Certificazione Verde. E in queste ore il governo ha imposto la Certificazione a tutti i lavoratori. Che per lavorare devono pagare. Gente comune, mica come i parlamentari del Grillo. Sì, detto anche nel senso che avete capito.
Il peggio: l’incontro Gallagher-Salvini. il ministro degli Esteri di Papa Francesco, monsignor Paul Richard Gallagher, segretario per i rapporti con gli Stati, ha incontrato Matteo Salvini. E non si capisce quale Stato Salvini rappresenti. La Padania? I Padani che si pulivano il didietro con la bandiera italiana? Il governo? Ma Salvini non è un ministro e spesso vota con l’opposizione perché lui è di lotta e di governo. Ma papa Bergoglio era informato? E pensare che c’è chi ipotizza un patto Lega-Vaticano per un’“Intesa su temi scottanti”. A incominciare dalla famiglia, hanno scritto molti commentatori. La famiglia di Salvini? Però Bergoglio continua a rifiutarsi di incontrare il leghista. Per fortuna. Ma Gallagher e Parolini non lo sanno?
Il peggio: Salvini e i posti che mancano nel settore turismo. “Questa estate manca il personale nel settore turistico, da nord a sud. Colpa del Reddito di cittadinanza”. L’idea che quest’uomo sia stato ministro e un domani possa governare il Paese fa venire la nausea. Salvini parla, anzi sparla, senza conoscere i fatti. A proposito del settore turistico, i dati Istat smentiscono il leghista. L’economista Andrea Garnero ha analizzato i dati Istat: “Il tasso dei posti vacanti nell’ospitalità & ristorazione è inferiore a quello pre-crisi”. (Twitter @AGarnero del 13 settembre).
Il meglio: Garibaldi animalista. L’Eroe dei Due Mondi fondatore dell’Enpa (Ente Nazionale Protezione Animali). Il primo aprile 1871 Garibaldi scrisse a Timoteo Riboli, medico e scrittore emiliano, affinché istituisse la Società protettrice degli animali e affidasse l’incarico di presidente ad Anna Winter, signora inglese. L’episodio è stato ricordato durante la conclusione dei festeggiamenti per i 150 anni dell’Enpa. A distanza di tanto tempo, applausi a Garibaldi.
Il peggio: getta il mozzicone nell’acqua del porto. Domenica 12 settembre, mattina, gente che trascorre il tempo sulla coperta di una barca ormeggiata nel porto canale di Pesaro. Gente che dovrebbe amare il mare, o almeno rispettarlo. Né l’uno né l’altro. Un uomo, terminato di fumare, getta il mozzicone in acqua. Nessuno degli amici a bordo interviene. Ma quanti pochi amici ha il mare!
Il peggio: Aldo Grasso su Assange: “Ma veramente è giornalismo d’inchiesta quello di Assange?”. Ovviamente, non è una domanda, è una risposta inequivocabile contenuta nel titolo al commento di Aldo Grasso, esperto dei mezzi di comunicazione di massa, pubblicato il 7 settembre. Il nostro commento: meglio i giornali e i giornalisti che nascondono le informazioni? Se Grasso si guardasse intorno, vicino alla sua scrivania, ne troverebbe uno che si chiama Federico Fubini, che non è un giornalista qualunque, ma vicedirettore ad personam del Corriere della Sera, per cui scrive Grasso. Il 2 maggio 2019, intervistato da Tv2000, la televisione controllata dalla Conferenza Episcopale Italiana, Fubini confessò“C’è un articolo che non ho voluto scrivere sul Corriere. Io sono appassionato di dati e guardando i dati della mortalità infantile in Grecia mi sono accorto che con la crisi sono aumentati i decessi di bambini: 700 bambini in più rispetto a prima della crisi. Non l’ho scritto perché il dibattito in Italia è così avvelenato tra gli anti-europei, pronti a usare qualunque materiale come una clava contro l’Europa e ciò che rappresenta, cioè un principio di democrazia fondata sulle regole e sulle istituzioni…”. Democrazia fondata sulle scelte economiche che fanno morire i bambini! Caspita che democrazia. Ha ragione Grasso: peggio Assange!
Il peggio: i giornali contro Alessandro Barbero. Gli hanno dato dell’evasore vaccinale, pure avendo dichiarato di avere fatto la doppia dose di vaccino, solo perché, come tanti altri docenti universitari, ha espresso seri dubbi sulla Certificazione Verde. Ed è stato messo al rogo da chi, anziché confutare le idee del noto storico e degli altri colleghi, preferisce attaccarlo scrivendo il falso.
Il peggio: accalcati al bar per vedere Napoli-Juventus. Tutti insieme appassionatamente, uno incollato all’altro, seduti per un paio d’ore, senza la mascherina, che, è vero, non è obbligatoria all’aperto, ma solo se si mantiene la distanza. Invece ai tifosi di calcio niente è vietato. Evviva.
Il peggio: assiepati per vedere gli europei di ciclismo. Senza distanziamento, senza mascherine e soprattutto senza quote. Ma il Governo pensa solo a tenere semichiusi teatri e palazzi dello sport. Evviva bis!
Il peggio: Lega Serie A, Dazn e gli abbonati. Il campionato è appena iniziato, bisogna dare tempo a Dazn affinché corregga, insieme ai propri partner, gli errori che ci sono stati. La Serie A si aspetta un prodotto e una distribuzione di prima qualità, questo è molto chiaro anche a Dazn: sono convinto che le sbavature della prima fase possano essere corrette, noi ce lo aspettiamo”. Lo ha detto Paolo Dal Pino, presidente della Lega Serie A ospite di Rai Gr Parlamento. Il campionato sarà anche appena iniziato, ma Dazn ha gli stessi problemi dell’anno scorso. Ma la colpa è di noi abbonati. Sono fra questi. Pochi giorni fa ho pagato la prima quota 2021/22 (19,99 euro). Sto meditando di dare la disdetta.
Il peggio: la MotoGp su Dazn. Non se ne può più di radiocronache, telecronache e giornali che fanno ricorso agli anglicismi. Questa l’abbiamo ascoltata durante le prove di MotoGp da Misano, sabato. Cade Quartararo… “marshal lavorano tempestivamente per portare via la moto”. I marshal… Ma dire commissari di percorso è troppo difficile?
Il peggio: i cori razzisti dei tifosi della Lazio a San Siro. Per entrare allo stadio devono avere il Certificato Verde. Senza non possono accedere. Quindi i tifosi della Lazio che domenica 12 settembre si sono “distinti” per i cori razzisti da vomito contro i milanisti Kessie e Bakayoko sono identificabili, uno a uno. Però dubitiamo che saranno cacciati dagli stadi, come si dovrebbe da quando questa gentaglia va in giro a esibire tutto il peggio possibile.
Il peggio: Moratti dona un anno di stipendio ai dipendenti e diventa santo. Il protagonista è Massimo Moratti, ex presidente dell’Inter, ora presidente di Saras, la raffineria in Sardegna. “Vi ringrazio per i sacrifici che state facendo che sono di grande aiuto per il superamento di un periodo difficile. Mi permetto di mettere a disposizione il mio emolumento annuo che vi consentirà di alleviare, almeno in parte, il peso della cassa integrazione”, ha scritto ai dipendenti. Un bel gesto di un industriale da sempre amato dalla stampa che si ferma alla copertina e non legge i libri. Accadde anche quando Moratti si dilettava ad andare a San Siro, a vedere l’Inter, in bicicletta. “Il presidente ecologista”, scriveva la stampa, non solo quella sportiva, priva di pudore. Un petroliere ecologista? Un ossimoro. La sua raffineria ha inquinato il golfo di Cagliari. Provate a guardare Oil, il documentario di Massimiliano Mazzotta, il regista che ha raccontato i danni causati da Saras, ma anche la vita di molti dipendenti. E magari leggete l’intervista che L’Espresso (https://gilioli.blogautore.espresso.repubblica.it/2009/09/22/io-i-moratti-e-quel-film-censurato/) ha fatto a Mazzotta che racconta tutti i tentativi di Saras e dei Moratti di bloccare la diffusione del documentario. Inoltre, visto che si è esaltato il milione e mezzo di euro donato da Moratti ai dipendenti, perché non informarsi su quanto ha guadagnato Massimo Moratti negli ultimi anni? Tra l’altro anche grazie a una quotazione  in borsa che si è dimostrata un disastro, ma solo per i piccoli investitori. Non per il presidente santificato dalla stampa che si ferma alla copertina e dimentica di leggere il resto del libro.

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