di Redazione
2 settembre 2021
La pandemia da Covid-19 porta con sé vari strascichi, non solo in termini di vite umane. Difatti è stata la psiche ad essere messa duramente alla prova, e i veri effetti della pandemia forse si vedranno solo nel prossimo futuro, soprattutto sui più giovani. Ma anche su altro: le dipendenze sono aumentate, così come i consumi di alcol, di circa il 60%. Dicasi lo stesso per le overdose da oppiacei. E per il gioco d’azzardo che, nota positiva, è aumentato e divenuto popolarissimo tra i consumatori. Come riferito da Non solo AAMS, sulla scorta di uno studio condotto dall’Università di Bristol, emergono dati interessanti.
I giocatori, infatti, avevano maggiori probabilità di giocare più spesso durante il lockdown nel Regno Unito rispetto a quanto avvenuto in precedenza. Prima molte forme di azzardo erano limitate e in seguito una minoranza di giocatori hanno significativamente aumentato il loro tempo di gioco.
Le disuguaglianze, come in ogni caso, sono state esacerbate e gruppi particolarmente vulnerabili, sottolinea lo studio, sono stati colpiti in misura nettamente maggiore.
L’uso e il consumo di gioco, che comprende indifferentemente casinò online, poker, bingo, è aumentato di sei volte. I risultati rivelano che gli uomini erano tre volte più propensi delle donne a giocare su base giornaliera. Inoltre si è riscontrato un chiaro legame tra il consumo di alcol e il gioco regolare.
Le pubblicità sul gioco online sono contestualmente aumentate negli ultimi anni e secondo il docente di Marketing dell’Università di Bristol Agnes Nairn, si tratta di una nota dolente.
L’aumento dello smart-working ha chiaramente inciso e sarà importante, sottolinea Nairn, per lo sviluppo di politiche future. Fatto inequivocabile che indica come il gioco d’azzardo online sia stato amplificato da campagne di marketing studiate in maniera capillare.
L’impatto sulla salute può essere notevole, in proporzione. E nonostante gli avvertimenti sui siti in cui si gioca d’azzardo, secondo lo studio questa misura lascerebbe il tempo che trova.
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