di Davide Perugini
14 giugno 2021
PESARO – Premessa: ognuno con i suoi soldi può farci quel che vuole, e decidere come spenderli.
Seconda premessa: un imprenditore sportivo, ha tutto il diritto di fare i conti, e valutare se il suo investimento è redditizio, ovvero se i ricavi derivanti dalla sponsorizzazione, siano maggiori della somma investita inizialmente.
Fatte le doverose promesse, non siamo comunque d’accordo sulle valutazioni espresse sabato scorso da Andrea Beretta, durante la riunione del Consorzio Pesaro Basket, il proprietario della Vuelle, che al 90% si chiamerà Carpegna Prosciutto anche nella stagione 2021-22, più per la parola data dallo stesso Beretta a Costa ed Amadori, che per una reale volontà di rimanere, in quello che sembra un preambolo per il divorzio del prossimo anno.
Andrea Beretta con Jasmin Repesa e Ario Costa
Magari siamo ignoranti noi, ma ci sembra strano che una grande azienda come il salumificio Beretta, si aspetti di rientrare da un investimento, basandosi solo sul prosciutto venduto in provincia di Pesaro-Urbino, dove sarà anche vero che, alla sera, si preferisce mangiare una grigliata di pesce, invece che una fetta di prosciutto, ma non abbiamo l’esclusiva del prodotto, che proprio per la sua commerciabilità, si può vendere tranquillamente sull’intero territorio nazionale.
Ci piacerebbe sapere se un bolognese, un milanese, un veneziano, un brindisino, e un abitante di tutte le altre 10 province della serie A, sanno dove eventualmente trovare il Prosciutto Carpegna, il supermercato che lo vende, perché se sotto casa non lo trovi, non credo che ti metti a girare la città per acquistarlo, e finisci per comprare un’altra marca, e il prosciutto dovrebbe vendersi anche al di fuori della serie A, in tutte quelle città dove comunque il basket è presente a buon livello.
Ci piacerebbe sapere anche se, tornando alla nostra provincia, la stessa azienda Beretta sia andata a proporsi alle associazioni di categoria, ovvero a quei ristoratori/albergatori “rei” di preferire un’altra marca, ma qui torniamo alla seconda premessa, quella dove ognuno è libero di fare i propri conti ed acquistare in base alla convenienza.
Poi, sappiamo che il basket non è il calcio, e che il ritorno pubblicitario è un centesimo rispetto al pallone, ma non crediamo che i signori Beretta applichino lo stesso criterio al Torino calcio, di cui sono uno dei principali sponsor da anni, andando a controllare i salumi venduti nel capoluogo piemontese e basandosi solo su questo, per proseguire il rapporto.
Terza premessa: nell’estate 2019 la Vuelle stava vivendo un brutto momento, si era salvata all’ultima giornata, dopo una stagione in cui era stata l’unica senza un main sponsor, e l’accordo raggiunto con la Carpegna Prosciutto le aveva permesso di respirare e di proseguire anche la stagione successiva, mentre l’estate scorsa, quando tutto lasciava presagire un autoretrocessione in serie A2, fu proprio l’intervento della famiglia Beretta quello decisivo per la permanenza in serie A.
E allora ci chiediamo cosa sia cambiato in questi 12 mesi, perché si sapeva che la Vuelle non avrebbe lottato per lo scudetto, e l’approdo in finale di Coppa Italia era stato salutato con entusiasmo da tutto l’entourage presente a Milano per le Final Eight, poi, possiamo capire che le sconfitte dell’ultimo periodo non abbiano fatto piacere, così come la partenza di Jasmin Repesa, ma la salvezza è stata comunque raggiunta, e se abbiamo imparato qualcosa dal campionato appena terminato, è che basta pochissimo per scendere dal sesto posto al quindicesimo e viceversa.
Ma noi ragioniamo da tifosi, in casa Beretta invece da imprenditori, o meglio da contabili, perché un bravo imprenditore capisce anche quando è il momento di investire, che non vuol dire valutare solo l’immediato, ma ampliare il raggio di azione, investendo una cifra adeguata, che permetterebbe alla Vuelle di approdare ai playoff, e con essi di partecipare ad una Coppa Europea nel 2022, perché siamo convinti che, oltre che in provincia di Pesaro, il prosciutto di Carpegna si possa vendere anche in Germania, in Spagna ed in Francia.
Insomma, chi pensava che si potesse avviare finalmente un progetto almeno biennale, sarà rimasto deluso dalle parole del sig.Beretta, a cui va comunque il nostro ringraziamento, sperando che non si rimangi la parola data, e continui ad essere lo sponsor anche per la stagione 2021-22, ma se invece di rilanciare, la prossima estate deciderà di abbandonare la Vuelle, sarebbe il caso di saperlo in anticipo, in modo che Costa e Amadori inizino a trovare un’alternativa il prima possibile, magari un azienda che invece di guardare ad un solo orticello, si accorga che tutta l’Italia è un bellissimo giardino.
Articolo pubblicato in: Basket, il commento, Pesaro, Pesaro-Sport, Sport
Vuelle e Consorzio Pesaro Basket, si continua con Beretta e Carpegna Prosciutto, ma il futuro a lungo termine è tutto da decifrare
di Davide Perugini
14 giugno 2021
PESARO – Premessa: ognuno con i suoi soldi può farci quel che vuole, e decidere come spenderli.
Seconda premessa: un imprenditore sportivo, ha tutto il diritto di fare i conti, e valutare se il suo investimento è redditizio, ovvero se i ricavi derivanti dalla sponsorizzazione, siano maggiori della somma investita inizialmente.
Fatte le doverose promesse, non siamo comunque d’accordo sulle valutazioni espresse sabato scorso da Andrea Beretta, durante la riunione del Consorzio Pesaro Basket, il proprietario della Vuelle, che al 90% si chiamerà Carpegna Prosciutto anche nella stagione 2021-22, più per la parola data dallo stesso Beretta a Costa ed Amadori, che per una reale volontà di rimanere, in quello che sembra un preambolo per il divorzio del prossimo anno.
Andrea Beretta con Jasmin Repesa e Ario Costa
Magari siamo ignoranti noi, ma ci sembra strano che una grande azienda come il salumificio Beretta, si aspetti di rientrare da un investimento, basandosi solo sul prosciutto venduto in provincia di Pesaro-Urbino, dove sarà anche vero che, alla sera, si preferisce mangiare una grigliata di pesce, invece che una fetta di prosciutto, ma non abbiamo l’esclusiva del prodotto, che proprio per la sua commerciabilità, si può vendere tranquillamente sull’intero territorio nazionale.
Ci piacerebbe sapere se un bolognese, un milanese, un veneziano, un brindisino, e un abitante di tutte le altre 10 province della serie A, sanno dove eventualmente trovare il Prosciutto Carpegna, il supermercato che lo vende, perché se sotto casa non lo trovi, non credo che ti metti a girare la città per acquistarlo, e finisci per comprare un’altra marca, e il prosciutto dovrebbe vendersi anche al di fuori della serie A, in tutte quelle città dove comunque il basket è presente a buon livello.
Ci piacerebbe sapere anche se, tornando alla nostra provincia, la stessa azienda Beretta sia andata a proporsi alle associazioni di categoria, ovvero a quei ristoratori/albergatori “rei” di preferire un’altra marca, ma qui torniamo alla seconda premessa, quella dove ognuno è libero di fare i propri conti ed acquistare in base alla convenienza.
Poi, sappiamo che il basket non è il calcio, e che il ritorno pubblicitario è un centesimo rispetto al pallone, ma non crediamo che i signori Beretta applichino lo stesso criterio al Torino calcio, di cui sono uno dei principali sponsor da anni, andando a controllare i salumi venduti nel capoluogo piemontese e basandosi solo su questo, per proseguire il rapporto.
Terza premessa: nell’estate 2019 la Vuelle stava vivendo un brutto momento, si era salvata all’ultima giornata, dopo una stagione in cui era stata l’unica senza un main sponsor, e l’accordo raggiunto con la Carpegna Prosciutto le aveva permesso di respirare e di proseguire anche la stagione successiva, mentre l’estate scorsa, quando tutto lasciava presagire un autoretrocessione in serie A2, fu proprio l’intervento della famiglia Beretta quello decisivo per la permanenza in serie A.
E allora ci chiediamo cosa sia cambiato in questi 12 mesi, perché si sapeva che la Vuelle non avrebbe lottato per lo scudetto, e l’approdo in finale di Coppa Italia era stato salutato con entusiasmo da tutto l’entourage presente a Milano per le Final Eight, poi, possiamo capire che le sconfitte dell’ultimo periodo non abbiano fatto piacere, così come la partenza di Jasmin Repesa, ma la salvezza è stata comunque raggiunta, e se abbiamo imparato qualcosa dal campionato appena terminato, è che basta pochissimo per scendere dal sesto posto al quindicesimo e viceversa.
Ma noi ragioniamo da tifosi, in casa Beretta invece da imprenditori, o meglio da contabili, perché un bravo imprenditore capisce anche quando è il momento di investire, che non vuol dire valutare solo l’immediato, ma ampliare il raggio di azione, investendo una cifra adeguata, che permetterebbe alla Vuelle di approdare ai playoff, e con essi di partecipare ad una Coppa Europea nel 2022, perché siamo convinti che, oltre che in provincia di Pesaro, il prosciutto di Carpegna si possa vendere anche in Germania, in Spagna ed in Francia.
Insomma, chi pensava che si potesse avviare finalmente un progetto almeno biennale, sarà rimasto deluso dalle parole del sig.Beretta, a cui va comunque il nostro ringraziamento, sperando che non si rimangi la parola data, e continui ad essere lo sponsor anche per la stagione 2021-22, ma se invece di rilanciare, la prossima estate deciderà di abbandonare la Vuelle, sarebbe il caso di saperlo in anticipo, in modo che Costa e Amadori inizino a trovare un’alternativa il prima possibile, magari un azienda che invece di guardare ad un solo orticello, si accorga che tutta l’Italia è un bellissimo giardino.
Articolo pubblicato in: Basket, il commento, Pesaro, Pesaro-Sport, Sport