Un libro alla settimana: Il treno per Istanbul

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12 giugno 2021

Istanbul2PESARO – Mille e più motivi per leggere uno dei capolavori firmati da Graham Greene.
Il primo è una domanda: è possibile che non l’abbiate letto? Se è così, siete in buona, o cattiva, compagnia. Dipende dai punti di vista. Io sto finendo di leggerlo adesso.
Il secondo è, appunto, perché lo ha scritto uno straordinario autore che usa le parole come Raffaello il pennello e Michelangelo lo scalpello. Greene è sublime. La sua scrittura sembra… anzi, non sembra, è l’acqua fresca e limpida di un torrente di montagna, di un ruscello che toglie la sete, che vi invita a bere ancora, una, due, tre volte. Di più. Non smetterete mai di leggere.
Lo confesso: la sera, quando la testa cadeva sul cuscino, non ero contento di dormire, ma dispiaciuto di chiudere il libro.
E pensare che lo scrittore inglese lo ha terminato 89 anni fa. Sembra scritto oggi.
Venerdì sera, guardando la partita di calcio Italia-Turchia, ho pensato che avevo un altro motivo per proporre Il treno per Istanbul, il racconto di un viaggio verso una città magica, a bordo dell’Orient Express, da Ostenda al Bosforo, attraversando l’Europa.
Un altro dei mille e più motivi è la prefazione, che da sola vale il prezzo del libro, 14 euro, anzi di più. Con il titolo Un treno s’aggira per l’Europa, l’ha firmata Antonio Mazzini, che è molto, molto di più, che il semplice autore del Commissario Schiavone.
C’è un treno che viaggia e attraversa mezza Europa, su questo treno un’umanità spaventata, insicura, dubbiosa, tragica e dolente. Il paesaggio fuori è invernale, innevato, poca luce quando ce n’è, rigido, freddo, deprimente. I destini dei personaggi si intrecciano fra gli stridori delle rotaie, le fermate delle stazioni, sembrano tutti correre verso l’iceberg che li attende di lì a qualche anno. (Il libro Graham Greene lo scrive nel 1932, un anno prima che un caporale dell’esercito bavarese di origini austriache prendesse il potere). I colori del libro, la violenza sotterranea che si respira, l’odio che ogni tanto esplode com da una bocca di un vulcano, le parole, la solitudine, tutto sembra voler annunciare una catastrofe imminente, la fine di qualsiasi umanità.
…è un libro sentito, necessario, importante e profondamente attuale
A maggiore ragione nei giorni in cui si candida a sindaco della capitale un signore che ritiene il saluto romano “simbolo di igiene nel tempo del Coronavirus“.
Beh, non ha tutti i torti, pare che gli “invitati” nelle camere a gas venissero salutati, all’entrata e all’uscita, con lo stesso gesto, il braccio teso verso l’alto, simbolo di pulizia della razza ariana, la razza superiore.
Scrive ancora Manzini: La sua (di Greene; ndr) scrittura profonda e sincera, frutto di un occhio che  sa guardare dentro l’anima delle persone, dentro la Storia e le sue complicazioni, anticipa gli eventi, anzi li percepisce e li narra prima che accadano, perché come ogni spia (e artista) che si rispetti sta sempre un passo davanti agli altri.
Graham Greene è stato anche agente segreto di Sua Maestà. Insomma, uno 007 che scrive e racconta stupendamente.
Buona lettura.
Il treno per Istanbul, di Graham Greene (Sellerio editore)

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