Il meglio (Mauro Coltorti e Checco Zalone) e il peggio (l’offerta è ricca, c’è solo l’imbarazzo della scelta)

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14 maggio 2021

Mister Pressing
Il peggio: il ponte sullo strutto. Le grandi opere sono le più costose, garantiscono pochi posti di lavoro, sono utili soprattutto a… Pensate per un attimo alla criminalità organizzata radicata in Calabria (la ’ndrangheta) e in Sicilia (la mafia). Per i criminali, più che un ponte sullo Stretto, quello tra Calabria e Sicilia diventerebbe un ponte sullo… strutto.
Il peggio: Giancarlo Cancellieri, M5S. Cancellieri, sottosegretario ai Trasporti, ha dichiarato di essere favorevole al ponte, “ma non quello berlusconiano, con una campata, quello a tre campate”. Cancellieri ha dimenticato di essere stato eletto con un programma contrario al ponte e alle grandi opere. Nel caso, decine di studi non di parte hanno certificato che sarebbe un’opera pericolosissima e costosissima. Per la cronaca, solo per effettuare studi di fattibilità sono stati spesi oltre 350 milioni di euro. Cancellieri tutto questo non lo sa. O non gli importa. Gli basta avere un “ponte di visibilità”. Ma come li scelgono i candidati di M5S, con la schedina del Superenalotto? Beh, di certo chi è eletto ha fatto almeno un 5+1.
Il meglio: il professor Coltorti, senatore M5S, docente di Geomorfologia. La conferma che i 5S sono allo sbando, che ognuno viaggia per i fatti proprio, viene dalle certezze del sottosegretario Cancellieri smentite con un lungo articolo firmato da Mauro Coltorti, presidente della Commissione lavori pubblici del Senato, pubblicato su Il Fatto Quotidiano di giovedì 13 maggio. Mauro Coltorti, originario Jesi,  è professore ordinario di Geomorfologia all’Università di Siena (alla faccia degli stolti che dicono che i grillini sono degli scappati di casa). In sintesi, ma chi è interessato al tema non perda l’occasione di leggere l’articolo, una vera lezione scientifica contro l’ideologia dello spreco di denaro pubblico, Coltorti scrive che “per una gestione oculata delle risorse finanziarie, verrebbe da chiedersi se gli oltre 10 miliardi stimati possano avere destinazioni migliori”. Dal punto di vista scientifico “mi preme rimarcare come la nuova soluzione, che vorrebbe il ponte realizzato a tre campate con due piloni poggianti a circa 90 metri di profondità, è sicuramente insostenibile. Il fondale… appare interessato da un complesso di frane di oltre 3 km di larghezza e lunghezza con spessori che superano il centinaio di metri… Non esistono, a oggi, soluzioni ingegneristiche in grado di ovviare con certezza a questi movimenti… E in un’area sismica fra le più critiche d’Italia”. Qualcuno potrebbe obiettare: meglio a campata unica, quella dei sogni berlusconiani: “Presenta enormi problemi. La campata unica più lunga al mondo arriva a 1.900 metri, mentre a Messina supererebbe i 3.5 km. Entrambi i lati sono anch’essi interessati da frane. Si dovrebbe decidere di realizzare un ponte ampiamente sperimentale in un’area sismica con venti di notevole intensità. Il buon senso ci dovrebbe fare scartare questa ipotesi”. Sottosegretario Cancellieri, provi a informarsi meglio, anche grazie a un suo collega,  se lo conosce, prima di lanciarsi in proclami d’aria fritta.
Il peggio: il PD candida un veggente. L’ex ministro Gualtieri si è candidato alle primarie del PD per la guida di Roma.  Ministro dell’economia con il governo Conte 2, quindi con i 5 Stelle, Gualtieri non ha perso tempo, attaccando Virginia Raggi, attuale sindaco della capitale, sua possibile avversaria alle prossime amministrative. Ma si è affrettato ad annunciare che al ballottaggio il PD chiederà i voti di M5S. È sicuro di vincere, le primarie e le elezioni amministrative.  E i voti dei 5 Stelle non gli farebbero schifo. Gualtieri il veggente.
Il peggio: Carlo Calenda. Il politico più nato imparato della storia, che si candidato alla guida di Roma, non perde l’occasione di attaccare i 5 Stelle e di lanciare dardi avvelenati al PD, che pure lo ha fatto eleggere europarlamentare. Un uomo riconoscente.
Il peggio: il PD marchese del Grillo. A prescindere, ma nel caso di Roma ancora di più. Vuole scegliere i propri candidati, è un suo legittimo diritto, ma mette i becco anche in casa altrui. Insomma, il PD mette i nomi, gli altri portino i voti, ai candidati PD. Il marchese del Grillo.
Il peggio: Draghi&Durigon meglio di Totò. Che delusione dal “migliore di tutti”  che alla prova dei fatti si sta comportando da vero politico  italiano, non da “migliore”. Per ragioni di convenienza, ha glissato sul caso Durigon, il sottosegretario leghista che raccontava sulle indagini riguardanti i 49  milioni di euro fatti sparire dalla Lega: “Il generale della Guardia di Finanza che indaga è stato messo da noi”. Fosse anche uno sbruffone, dite voi in quale altro paese un personaggio come Durigon resterebbe al governo? Rispondendo in parlamento, Draghi se l’è cavata così: “A indagare è un colonnello”. Totò non avrebbe saputo fare meglio.
Il peggio: Malagov. Giovanni Malagò è stato  riconfermato alla guida del CONI con una votazione bulgara, degna di un cambio di cognome: 55 voti su 74. A Renato Di Rocco, 74 anni, per sedici stagioni (2005-2021) presidente della Federazione Ciclistica Italiana, dopo esserne stato segretario per quattordici (1983-1997), sono andati 13 voti. Un solo voto per Antonella Belluti, due ori olimpici. Questo è un paese per vecchi… dirigenti, non per giovani ex atleti. Non lasciatevi fuorviare dalla elezione alla vice presidenza e nel consiglio di nomi al femminile. Decidono sempre loro, i vecchi dirigenti che sembrano le cozze attaccate alla poltrona, il loro scoglio.  Nello sport, più che una repubblica siamo un regno che ha per re Giovanni Malagov III.
Il peggio: Mps elargiva fortune alle società sportive. La banca senese, protagonista di operazioni più che rischiose,  andò in difficoltà e venne salvata con 3,9 miliardi dei famosi Monti bond, quindi con i soldi dei cittadini italiani, è passata alla storia per avere distribuito una fortuna alle società sportive senesi e del circondario, da quelle protagoniste a livello nazionale alle più sconosciute. Dal 2002 al 2013 ha speso in sponsorizzazioni e pubblicità 593 milioni di euro. Secondo Il Fatto Quotidiano foraggiava anche politici e organi d’informazione.
Il peggio: Enrico Letta, la Superlega e lo sport italiano. Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, Enrico Letta, che ha potuto contare sulla collaborazione di Mauro Berruto, ex ct dell’Italvolley maschile, ha invocato “1 miliardo per lo sport di base, un settore dimenticato durante la pandemia perché a torto considerato superfluo”. Parole sante. E una domanda: ma il PD non era nel governo che considerava superfluo lo sport? Poi, Letta ha aggiunto considerazioni al limite del ridicolo: “Serve un grande investimento nello sport di base. Avete presente l’idea folle della Superlega calcistica per ricchi? Il nostro approccio è l’esatto contrario”. Mettere insieme lo sport di base, che è un compito dello Stato, con una lega professionistica, che è una libera associazione privata, è come fare merenda con i cavoli. Inoltre, Letta parla di sport, cita la Superlega del calcio, ma ignora il basket. Qualcuno lo  informi. Magari girandogli la voce seguente.
Il peggio: Enrico Letta e l’Eurolega. È la massima competizione al mondo dopo la Nba ed è tutto meno che meritocratica, con buona pace dei Letta, ma anche dei Draghi, che pure hanno giocato a pallacanestro. Al momento, sedici squadre hanno licenza pluriennale, due guadagnano la partecipazione all’elitario torneo continentale vincendo l’Eurocup o partecipando alla finale. Secondo El Mundo Deportivo, quotidiano sportivo catalano, Eurolega è al lavoro per fare sì che dalla stagione 2023/24 il torneo diventi “chiuso”. Tutte le partecipanti avranno licenza definitiva pluriennale e potranno esserci cambi solo  se qualche squadra non riuscirà a rispettare i parametri. Assai peggio che la vituperata Superlega, tanto che EMD non ha dubbi che questa scelta porterà a un duro confronto con la federazione europea e le federazioni nazionali e sostiene che “la politica di Eurolega ha creato grandi difficoltà economiche alle altre società che non hanno licenza”. Resta che Eurolega ha un seguito di pubblico e una caratura tecnica che prima non esistevano. Ma Enrico questa notizia non l’ha Letta.
Il peggio: Eurosport Player e RAI. Iniziano i playoff di basket e la diretta da Milano e Venezia non incomincia. Salta anche la diretta su Rai Sport. Le immagini dal Forum di Milano-Trento e dal Taliercio per Reyer-Dinamo Sassari arrivano in ritardo. Addirittura con la partita di Venezia ancora in corso e ricca di emozioni appare la scritta che è finita quando si è appena all’inizio dell’ultimo quarto, salvo poi ricollegarsi nel tempo supplementare. Il basket all’età della pietra.
Il peggio: Legabasket. Sono iniziati i playoff e chi è appassionato e abbonato (a prescindere dai disastri di Eurosport in gara 1) avrebbe il diritto di goderseli. Invece, esclusa la sfida tra Brindisi e Trieste, tre partite in contemporanea. Complimenti a chi programma le partite.
Il peggio: Fipav e Lega Pallavolo Femminile. Aderire alla bella iniziativa di Cultura Italiae, nata da un’idea di Fabio Pagliara e Mauro Berruto, che propone una raccolta di firme per chiedere di inserire lo sport nella Costituzione non è solo giusto, è sacrosanto. Purtroppo viene da due enti che poco hanno fatto per tutelare il diritto di essere pagato di chi fa sport. La storia della pallavolo femminile è ricca di queste brutte pagine. Conosciamo giocatrici, allenatori, collaboratori e prestatori di servizi alle società che attendono da anni di essere pagati, mentre Fipav e Lega Pallavolo Femminile fanno come le tre scimmiette.
Il peggio: Cairo, la Gazzetta e il Giro d’Italia. Parte  il Giro d’Italia e la Gazzetta dello Sport, non paga di intervistarlo tutti i giorni sul calcio, concede una pagina a Urbano Cairo, editore del giornale sportivo. Roba che neppure Mediaset con Berlusconi. Ovviamente niente citazioni dello striscione, inquadrato più volte in diretta mondiale, con la scritta Cairo vattene; ovviamente  a cura dei tifosi del Torino. Impossibile non pensare che cosa avrebbero scritto i tifosi granata se la cronometro torinese fosse stata in programma dopo la 0-7 subìto mercoledì contro il Milan.
Checco Zalone ospite di Via dei Matti numero 0 (Foto da Rai Play)

Checco Zalone ospite di Via dei Matti numero 0 (Foto da Rai Play)

Il peggio: boicottare il libro di Giorgia MeloniIo sono Giorgia è il titolo del libro scritto da Giorgia Meloni. Edito da Rizzoli, racconta le radici e le idee della guida di Fratelli d’Italia. Contro questo libro è nata una campagna di boicottaggio che trovo decisamente sbagliata, assurda, sciocca, anche controproducente. I libri si leggono, se non interessano si lasciano in libreria o in edicola, ma non si boicottano. Fra i promotori della campagna contro anche qualche libraio. Andrà a finire che il libro venderà con Amazon. Amaza che sciocchi.

Il meglio: Checco Zalone. Ospite di Stefano Bollani e Valentina Cenni in Via dei Matti numero 0, una delle migliori trasmissioni proposte da trent’anni in RAI, Zalone ha raccontato la “Legge Fabio Fazio 2006: si può andare in televisione solo per promuovere qualcosa”. Basta guardare la Tv e vedi solo gente che promuove un disco, un film, un libro, se stesso. Viva Zalone, che ha promosso solo la propria intelligente ironia parlando di “mio fratello che sta aprendo un posto che fa panzerotti ed è pure laboratorio d’analisi”.
Il peggio: guidando e telefonando. Il Conte 1, governo formato da M5S e Lega, s’impegnò a inasprire le norme del Codice della Strada soprattutto alla voce guidare telefonando. Niente è stato fatto e la maggior parte degli incidenti è provocata dall’uso del telefono mentre si guida. Aggiungerei: soprattutto dalla mancanza di senso civico. Pochi giorni fa, in zona porto, ho visto un automobilista, al volante di una Porsche Cayenne con targa recente, guidare usando il telefono. Eppure è proprietario o comunque fruitore di un’automobile che ha il viva voce che si mette in funzione con un semplice comando vocale. Pazienza il cervello, ma almeno la voce.

 

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