Il peggio: la morte di Luana D’Orazio, operaia di 22 anni. Luana D’Orazio, madre di un bambino di 5 anni, è morta mente stava lavorando in un’azienda tessile toscana. Voleva un futuro per sé e per il bimbo. È morta trascinata dagli ingranaggi di un orditoio, la macchina con cui lavorava. Oggi, venerdì 7 maggio, a Prato si è svolta una manifestazione di protesta, ma non è stato il solito rituale. Fra gli interventi anche quello della mamma di Sabri Jaballah, morto a 23 anni in un analogo incidente in un’azienda tessile pistoiese. “Morire di lavoro è intollerabile” è l’invocazione, accorata. Peccato che in giro ci sia qualcuno che invidia il costo del lavoro in Arabia Saudita. Gli piacerebbe fosse così anche in Italia, è evidente. Eppure anche qui si muore per guadagnare – poco – per tirare avanti.
Il meglio: A riveder le stelle: la Divina Paola Egonu. Non solo per i quaranta punti realizzati in una finale che ha assegnato la Coppa dei Campioni di pallavolo femminile conquistata dalla sua Imoco Conegliano. Per il modo, per la gioia di farlo, per la ferocia nell’esecuzione, per il suo abbracciare le compagne, per volare in alto, così in alto da portarci A riveder le stelle. Divina Paola.
Paola Egonu, campionessa dell’Imoco Conegliano, la più forte pallavolista al mondo (Foto CEV)
Il peggio: non esistono neri italiani. Circola insistente la voce, se i Giochi Olimpici si faranno, visto che ogni giorno dal Giappone arrivano notizie preoccupanti (leggete in seguito), che la nostra portabandiera possa essere Paola Egonu. Sarebbe fantastico, un giusto riconoscimento all’atleta e a ciò che rappresenta. E per sbattere in faccia a chi urla che “non esistono neri italiani” che, sì, ci sono e ne sono/siamo orgogliosi.
Il peggio: Il TSO a uno studente diciottenne. La storia la conoscete. Cosa possiamo aggiungere? Che ci sembra assurdo ordinare un Trattamento Sanitario Obbligatorio a chi non vuole mettere la mascherina. Ci sono altre mille e più risposte, intelligenti.
Il meglio: Report. È una delle (pochissime) trasmissioni che meritano il pagamento del canone, peraltro imposto dal governo Renzi, inserendolo nella bolletta elettrica. Report ci piaceva con Milena Gabanelli e continua a piacerci con Sigfrido Ranucci perché non guarda un faccia ad alcuno, non è succube di questo o quel partito. Fa giornalismo d’inchiesta, una branca dimenticata, che non piace a chi vorrebbe il giornalismo lecca lecca, quello caro a quasi tutti i politici italiani, che amano farsi intervistare senza ricevere domande, o addirittura farsele e rispondersi da soli.
Il peggio: i sostenitori di Matteo Renzi. L’ultima puntata di Report, lunedì 3 maggio (se non l’avete vista, è disponibile anche su Rai Play), mostra Renzi a colloquio con un agente dei servizi segreti coinvolto in passato in casi poco edificanti, a incominciare dalla vicenda dell’iman egiziano Abu Omar, rapito in strada a Milano e trasferito in Egitto da agenti dei servizi segreti americani, con la collaborazione dei colleghi italiani (2003). Accadimenti per cui vengono rinviati a giudizio l’agente Marco Mancini e il generale Niccolò Pollari, ex capo del Sismi, i servizi segreti militari. Sulla vicenda cala, pesantemente, il solito segreto di Stato, posto sia da Berlusconi sia da Prodi, che salva i due: “non luogo a procedere”. Condannati invece gli agenti americani. In seguito, l’allora presidente della Repubblica Giorgio Napolitano concede la grazia al colonnello Joseph Romano. È il primo dei provvedimenti di clemenza che annacquano la sentenza dei giudici italiani. Scrive La Stampa del 31 ottobre 2019: “Nel 2016 diventa definitiva la condanna della Corte di Strasburgo nei confronti dell’Italia per il sequestro e i maltrattamenti di Abu Omar”. Mancini è il signore che, nel video diffuso da Report, appare con Matteo Renzi in un area di servizio vicino a Roma. Sulla vicenda si è scatenata Italia viva, il partito di Renzi. “Servizio che danneggia l’immagine di Matteo Renzi”. Italia viva stia serena! A danneggiare la propria immagine ci pensa lo stesso Renzi. Scritto da chi era un convinto sostenitore del politico fiorentino, tanto da votarlo alle Primarie con Bersani.
Il peggio: i tifosi invadono le piazze. Le immagini arrivate da Milano, Piazza del Duomo, sono imbarazzanti, soprattutto per il Governo. A meno che non sia una verifica per sapere se contro il Coronavirus l’imbecillità funziona meglio dei vaccini. Ovviamente, l’imbecillità non è esclusiva dei tifosi interisti in festa, come abbiamo sottolineato per altri festeggiamenti soprattutto in seguito a eventi calcistici.
Il peggio: il sindaco di Milano. Il sindaco Sala ha provato a spiegare così l’invasione di Milano da parte dei tifosi interisti: “Chiudere sarebbe stato più rischioso”. Perché erano in tanti, ma se apre un ristoratore gli mandano i vigili. Come sempre, prepotenti con i deboli, deboli con i (pre)potenti.
Il peggio: bar e ristoranti chiusi, tifosi in festa. Fossi al posto di baristi e ristoratori che non possono lavorare perché privi di spazi all’aperto, riaprirei anche i locali chiusi e mi presenterei al lavoro indossando una maglia di una squadra di calcio. E se arrivassero le forze dell’ordine a chiedermi conto, risponderei: “Sto festeggiando lo scudetto… Sto celebrando la salvezza… Esulto per l’accesso a una coppa europea…”.
Il peggio: il Governo. Incapace di impedire manifestazioni di massa, senza mascherina, senza alcun rispetto per il distanziamento, non apre i palazzi dello sport per le partite di pallacanestro e pallavolo. Il governo dei due pesi e delle due misure.
Il peggio: la protesta contro il coprifuoco e i pecoroni. Ho letto della protesta nella zona della Palla. Una protesta contro il coprifuoco tutto sommato civile, mi è parso di capire dai resoconti. Alcune motivazioni della protesta sono condivisibili. Mi rattrista però che si definisca “pecorone” chi non la pensa come chi protestava. Non mi pesa rispettare le norme, dall’uso della mascherina al distanziamento, all’obbligo di tornare a casa entro le ore 22, anche se avrei preferito, l’ho scritto, almeno un’ora in più a disposizione dei clienti di attività che tanto hanno sofferto le conseguenze della pandemia. Però hanno sofferto di più le famiglie private dei propri cari, senza poterli salutare. Ha sofferto chi ha dovuto fare i conti con il Covid-19 e le conseguenze. Ho un amico che, a distanza di mesi dal ricovero d’urgenza e dalla lunga degenza in ospedale, deve ancora riprendersi fisicamente e moralmente. Ha sofferto tantissimo soprattutto chi ha lavorato, in condizioni di oggettiva difficoltà, per assistere i malati. Beati voi, che non siete pecoroni, a non avere avuto alcuno di questi problemi. È per questo che vi ritenete immuni oppure siete davvero convinti che il Covid-19 non esista? Fosse così, non siete pecoroni, ma, peggio… Mi viene in mente una rima… …..oni.
Il peggio: i tifosi del Manchester United. Per protestare contro la Superlega, hanno invaso l’Old Trafford, uno degli stadi più famosi al mondo, e bloccato la partita tra Manchester United e Liverpool. Centinaia privi di mascherina, accalcati. Chissà che cosa penserà Boris Johnson, il primo ministro che si è schierato con i tifosi inglesi e contro la Superlega.
Il peggio: il giornalismo (non solo) sportivo italiano tra Superlega ed Eurolega: si schiera contro la Superlega, ma poi esalta la qualificazione dell’Armani Milano alle finali di Eurolega. Decine e decine di pagine per raccontare il successo della squadra di Ettore Messina, mai spiegando come funziona l’Eurolega. Solo chi è ignorante o fa finta di esserlo può nascondere che sarebbe stata molto più meritocratica la Superlega di calcio, con 15 squadre in possesso di licenza e 5 che si giocano la qualificazione, rispetto all’Eurolega di pallacanestro, che ha 18 licenze e solo 2 che si qualificano raggiungendo la finale di Eurocup.
Il peggio: Fedez, la RAI, Corrado Augias e Draghi. Nei giorni in cui il tema del dibattito è la tentata censura a Fedez, vi propongo un passo che riguarda anch’esso la RAI e l’uso che se ne fa. Sono abituato ai giornalisti diventati politici, e viceversa, che hanno un paracadute sempre pronto a ogni evenienza, ma quello che ho ascoltato venerdì 30 aprile dalla voce di Corrado Augias – ospite di Quante storie, trasmissione di Rai Tre che ha condotto in passato – ha superato ogni immaginazione: “Bisognerebbe fare uno sforzo di astrazione repubblicana… Mi rendo conto che è difficilissimo… Se qualcuno ci riuscisse a parte Draghi. Detto tra noi, non ci sente nessuno: io ho molta fiducia in Draghi perché lui è un uomo rispettato molto anche all’estero. Può fare a meno per un po’ anche dei partiti”. L’avesse detto un politico di centrodestra, l’avrebbero accusato di attentato alla democrazia. L’afferma Augias, ex europarlamentare del PDS – tutti zitti. Conte – diceva un’altro – con i suoi DPCM era “un vulnus per la democrazia”, ma Draghi può fare a meno dei partiti.
Il peggio: Casellati e i voli di Stato per andare a casa o in vacanza: “Non c’erano treni e aerei”. Così, non sapendo di essere ascoltata, la presidente del Senato ha spiegato i 124 voli di Stato con la mancanza di tremi e aerei di linea. Anche in agosto, quando è andata in vacanza in Sardegna? Visto che Maria Elisabetta Alberti Casellati vien dal Veneto, anzi da Padova, utilizzo una frase cara ai suoi concittadini: Xe pèso el tacòn del buso. Ovvero, il rimedio è peggiore del danno. E comunque nel fine settimana ha volato ancora con l’aereo dell’Aeronautica Militare ma un servizio delle Iene ha dimostrato che alla stessa ora c’erano voli di linea.
Il meglio: il presidente austriaco. Alexander Van der Bellen, presidente austriaco in carica dal 2017, quando si sposta, anche per motivi istituzionali, viaggia in treno, come i cittadini. Dimenticavo: Alexander Van der Bellen è esponente dei Verdi. Trovate la differenza con Maria Elisabetta Alberti Casellati.
Il peggio: Mediaset, sparisce il servizio delle Iene. Il servizio sui voli della presidente del Senato ha fatto registrare un grandissimo ascolto. Peccato che il servizio sia subito sparito dalle pagine web di Mediaset. Solo un problema tecnico?
Il peggio: Draghi ringrazia la Libia, la cui Guardia Costiera picchia i migranti. Così Draghi nel recente viaggio a Tripoli: “Sul piano dell’immigrazione noi esprimiamo soddisfazione per quello che la Libia fa nei salvataggi e nello stesso tempo aiutiamo e assistiamo la Libia. Ma il problema non è solo geopolitico, è anche umanitario e in questo senso l’Italia è uno dei pochi Paesi che tiene attivi i corridoi umanitari” (Huffington Post). Parole imbarazzanti, alla luce di quanto accade in Libia e nel Mediterraneo. Sabato 1 maggio. SeaWatch, organizzazione non governativa tedesca, ha diffuso un video in cui si vede personale della Guardia costiera libica pestare migranti su un gommone. SeaWatch accusa l’Unione Europea che “finanziando e sostenendo la Guardia costiera si rende complice di questi atti di violenza”. Draghi sta imparando a conoscere la differenza tra il mondo ricco e ovattato delle banche e della finanza e quello reale, fatto anche di povera gente e di poveri diavoli.
Il peggio: motovedetta libica spara contro pescherecci italiani. Poi, giovedì 6 maggio, accade un episodio lontano migliaia di miglia dalle idee di Draghi: tre pescherecci italiani finiscono sotto il tiro dei colpi di mitragliatrice di una motovedetta militare libica che hanno ferito anche uno dei comandanti. Cosa dice Draghi?
Il peggio: Italian journalists? Shameless: Ma come, direte voi, da sempre combatte una battaglia – purtroppo persa – contro l’uso dell’inglese di giornali e radiotv e poi titola proprio in inglese? Proprio per questo… “Senza vergogna”. Appunto: Italian journalists? Shameless. Sabato ha aperto, a Forlì, nei Musei San Domenico, quella che mi dicono sia la bellissima mostra Dante. La visione dell’arte, a cura di Antonio Paolucci e Fernando Mazzocca. Ad accompagnare l’esposizione un volume in lingua italiana. Evviva, in lingua italiana! L’Italia celebra il settimo centenario della scomparsa del Poeta, le librerie sono piene di volumi a lui dedicati, quasi ogni giorno i giornali pubblicano una pagina culturale che si occupa del grande fiorentino, poi leggi: lockdown, il più abusato; approvato il Recovery Plan; inizia la caccia ai Recovery Fund; apre l’hub per i vaccini, nel primo elenco i caregiver; tamponi rapidi, riapre il drive through; lavorare in smart working e in coworking; Ministro, quale sarà il prossimo step per l’upgrade?; Protesta, in piazza anche i wedding planner. E che dire di un comunicato della Cgil che tratta di food delivery. E ancora: il diritto alla privacy; una squadra con tanti millennials; la mostra è ospitata nella suggestiva location. Inglese, solo inglese, tanto che per strada accade di ascoltare: “Domani ci sentiamo in call”. Vuoi mettere rispetto a “domani ti telefono”? Domenica, Tg3 nazionale, servizio sui lavori per cambiare volto interno al Colosseo: “Sarà una struttura green”. A seguire, Tg3 Marche: “Ristoranti riaperti dopo il periodo off limits”. Il peggio l’abbiamo ascoltato su Sky Sport, nei preliminari di Imoco Conegliano – Vakifbank, finale della Coppa dei Campioni di pallavolo femminile: “Questo è un plas per l’Imoco”. Roba da matti, la conduttrice ha trasformato in anglismo il latino plus, imitando i colleghi della sezione basket. Siamo arrivati a questo punto: plus e minus, più e meno in latino, americanizzati in plas e mainus. Al gruppo si è unito anche il generale Figliuolo. Non avendo tempo per leggere quel che dice Draghi quando invita a non usare l’inglese, ha annunciato: “Il prossimo step sarà sulle classi produttive…”: Generale ma lo sa che si può dire passo, invece di step? Il paese più ignorante al mondo nella conoscenza delle lingue straniere che non riesce a vivere senza infilare una parola in english nel titolo o nell’articolo o in una conversazione.
Il peggio: Giochi Olimpici sempre più a rischio. Malgrado la sicurezza mostrata dai dirigenti del CIO – il Comitato Olimpico Internazionale – e delle singole federazioni, nonché di qualche politico giapponese, i Giochi Olimpici in programma a Tokyo nel 2020, rinviati causa la pandemia ad agosto di quest’anno, sono ogni giorno più a rischio. Le notizie di giovedì 6 maggio raccontano che il Giappone sia vivendo una criticità assai più che preoccupante, tanto che sarebbe prossima la proclamazione di un nuovo – il terzo – stato di emergenza e la stragrande maggioranza dei cittadini è contraria all’Olimpiade.
Il peggio: Valentina Vezzali, imbarazzante sottosegretario allo Sport. Valentina Vezzali deve essere all’oscuro di cosa sta accadendo, dal 2016, ad Alex Schwazer, il marciatore sudtirolese, se, al termine di un colloquio con il direttore generale della Wada, l’agenzia mondiale antidoping, Olivier Niggli, ha diffuso un comunicato in cui è scritto, fra l’altro. “Sottolineate e ribadite la stima reciproca ed il massimo rispetto istituzionale che intercorre tra l’Agenzia mondiale anti-doping ed il Governo italiano… Esprimo soddisfazione per l’esito dell’incontro”. Da non credere. Non a caso, Xavier Jacobelli, direttore di Tuttosport, ha dedicato un articolo a Valentina Vezzali che ha il seguente titolo: Vezzali, conosce Alex Schwazer? E ha scritto: “E la manipolazione delle provette di cui è stato vittima Alex Schwazer, come ha scritto nero su bianco il gip di Bolzano, Walter Pelino, scagionando l’azzurro dall’accusa di doping? E i comunicati Wada contro l’ordinanza di un tribunale italiano? Li ha letti, Vezzali? Ha letto questo passo? “La mancanza di equità e di un giusto processo è evidente”. “Ma chi caspita è la Wada per ergersi a giudice del giudice di Bolzano? E come mai Vezzali, membro del governo del paese fra i primi finanziatori della Wada, non solo ha amabilmente interloquito con il dg della sera che attacca un coraggioso magistrato italiano, ma non ha speso neppure una parola in difesa di Schwazer? Lo sa Vezzali che Schwazer ha vissuto cinque anni d’inferno, pure non avendo commesso il fatto?”. Wada vergognosa, Vezzali imbarazzante.
P.S.: mentre stiamo per pubblicare questo articolo giunge notizia che il TAS (Tribunale di Arbitrato Sportivo) ha respinto la richiesta dei legali di Schwazer di riaprire il processo sportivo alla luce della sentenza di un magistrato italiano. Vezzali doppiamente imbarazzante.
Il peggio: la Gazzetta dello Sport: raccontando la sentenza del TAS, la rosea ha scritto che un’ordinanza del gip di Bolzano lo aveva scagionato dalle accuse di doping sottolineando presunte scorrettezze della federazione mondiale e della Wada. Presunte? Documentate una a una, fin dal controllo antidoping del primo gennaio 2016, che doveva rimanere anonimo, ma nella provetta era scritto Ratschings-Racines. Che ha un solo atleta di valore mondiale. Alla rosea dovrebbero leggere anche gli altri giornali per informarsi. Ad esempio l’articolo, citato poco fa, di Xavier Jacobelli.
Il peggio: lo stipendio annuale del presidente UEFA. Aleksander Čeferin, l’avvocato sloveno che guida la UEFA, si è battuto contro il progetto Superlega. È una delle competenze per cui è pagato assai bene, è spontaneo commentare, visto che nel bilancio della federazione europea è certificato che Aleksander Čeferin, rieletto presidente nel Congresso di Roma 2019, nella stagione 2019/20, culminata nella pandemia, è costato alla UEFA 2.421.539 franchi svizzeri lordi (2,19 milioni di euro). Non solo: rispetto alla stagione 2018/19 il compenso di Čeferin è cresciuto oltre 450mila euro lordi. Niente male per un incarico che non comporta rischi di impresa. Domanda: quanti organi d’informazione italiani hanno dato questa notizia?
Il peggio: la Roma e Mourinho. Una notizia sorprendente, vista anche la storia recente di un allenatore che continua a considerarsi un “uomo speciale”, ma i fatti accertano il contrario. Come sempre, uno dei pochi che non ha taciuto, è Paolo Di Canio, grande esperto del calcio inglese: “Anni fa avrei detto che Mourinho era un lusso per la Roma, ora dico che la Roma è un lusso per Mourinho”, ha dichiarato al Corriere dello Sport. Basta leggere la storia recente dell’allenatore portoghese: Chelsea (rescissione consensuale del contratto); Manchester United (esonerato); Tottenham (esonerato). Auguri alla Roma e ai suoi tifosi, ma serviranno tutti i bus turistici della capitale per schierare la difesa della squadra giallorossa. Con il calcio proposto da Mourinho ci si diverte poco, anche perché si vince poco.
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