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22 aprile 2021
Nicola Baiocchi*
Nicola Baiocchi
PESARO – Era un lunedì, il 18 maggio 2020, il giorno in cui l’Italia ha riacceso i motori dopo il primo lockdown, secondo un «rischio calcolato», per usare un’espressione dell’allora premier Giuseppe Conte. Quello stesso giorno avevano riaperto anche i bar e i ristoranti, sia al chiuso sia all’aperto, con l’orario tradizionale, perché il coprifuoco non c’era; una settimana dopo, il 25 maggio, le piscine e le palestre. Mentre dal 4 giugno si tornava a viaggiare liberamente tra gli Stati dell’Europa, senza obbligo di quarantena, e tra regioni, senza pass, perché non c’era il sistema delle fasce di rischio.
Occorre avere ben chiaro questo quadro per capire che chiedere oggi un piano di uscita dall’emergenza certo e più deciso nella tempistica, non è un azzardo, ma un atteggiamento di assoluto buon senso. Il contesto epidemiologico e la campagna vaccinale in corso, con la progressione dell’immunizzazione delle categorie più a rischio – ricordiamo che le Marche sono la prima regione ad avere vaccinato tutti gli over 80 -, giustificano un cambio di passo energico.
Nelle settimane scorse governo e virologi hanno detto agli italiani che la prossima sarebbe stata un’estate “più serena”, “quasi normale”, “diversa dalla precedente”. Ebbene, un’estate con la spada di Damocle del coprifuoco a partire dalle 22 (almeno) sino a fine maggio e della prosecuzione delle fasce di rischio sino al 31 luglio – termine di validità del nuovo decreto -, non possiamo definirla tale.
Fratelli d’Italia è sempre stata in prima linea a livello nazionale per chiedere al governo un cambio di paradigma, a partire dalla modifica del sistema di riaperture, in taluni casi persino peggiorativo rispetto all’anno scorso: pensiamo alle palestre, che potranno riaprire i battenti solo dal 1° giugno, e ai bar e ristoranti, che dal 26 aprile potranno lavorare all’aperto solo in zona gialla, e non si sa quando potranno riaprire anche al chiuso (si parlava dal 1° giugno, ma nelle slide pubblicate dal governo non viene precisato alcun termine e il decreto “Riaperture”, nel momento in cui scrivo, non è ancora stato pubblicato, ndr). Una misura, quest’ultima, che oltre a essere discriminatoria nei confronti di chi non dispone di spazi esterni, neanche ricavabili, continuerà a penalizzare le cene, che garantiscono in media l’80% del fatturato giornaliero, a causa del coprifuoco (e delle temperature non propriamente estive).
Continueremo a lavorare affinché il sistema delle fasce di rischio e il coprifuoco vengano sospesi per l’intera stagione estiva: il “pass” non deve diventare uno strumento per giustificare la permanenza dell’Italia a colori. La sola prospettiva di un’estate che da una settimana all’altra possa tingersi di arancione o rosso, anche se in aree circoscritte, rappresenta un danno economico per gli operatori delle strutture turistico-ricettive, oltre che di immagine, poiché disincentiva le prenotazioni dei turisti, soprattutto stranieri.
Infine, chiediamo che i protocolli nazionali di sicurezza sanitaria diventino flessibili e rimodulabili. Così potranno, per esempio, riaccendersi i motori delle sagre e delle rievocazioni storiche – un “must” irrinunciabile delle estati marchigiane –, che l’anno scorso sono rimasti spenti, con un grave danno economico per le pro loco e tutte le associazioni che le organizzano, e che rischiano di restarlo anche quest’anno nel caso di protocolli troppo rigidi.
La Regione Marche, nel rispetto delle proprie competenze, è impegnata ormai da settimane a dare una prospettiva di certezza, positività e sicurezza: pensiamo alla delibera di Giunta che ha fissato al 1° maggio l’apertura della stagione balneare – rinviata al 15 maggio per effetto della decisione del governo -, e alla nuova campagna promozionale turistica regionale con il Ct della Nazionale Roberto Mancini nella veste di testimonial, che si fonda sullo slogan “Pronti per una nuova stagione”. Ora aspettiamo lo stesso impegno dal governo. Per una “Estate 2021 in bianco” e in sicurezza.
*Consigliere Regionale – Fratelli d’Italia
Articolo pubblicato in: Intervento, Pesaro, Pesaro-Politica, Politica
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