Momento preoccupante, la Vuelle cerca una reazione dopo il pesante ko di Trieste

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19 aprile 2021

PESARO – Quella di Trieste è stata la classica partita in cui ti chiedi se riuscirai mai a capire come stia giocando in questa stagione la Vuelle, e se te lo chiedi ancora a due giornate dalla fine del campionato, vuol dire che ti rimangono poche speranze di capirci qualcosa.

Nel primo quarto Pesaro è stata completamente in balia dell’Allianz, con una difesa che non ha mai contrastato gli avversari, ed un attacco che non sembrava avesse un’idea chiara di cosa farci del pallone, e il meno 18 con cui si sono chiusi i primi 10 minuti, è sembrato logico e ti ha fatto chiedere come avesse fatto la Vuelle a vincere 10 partite.

Ma il secondo quarto è stato completamente diverso, quello che ti ha fatto ricordare i motivi per cui Pesaro è arrivata alla finale della Coppa Italia, con un Robinson dominante, il pallone che girava a dovere, una difesa che raddoppiava e talvolta triplicava il portatore di palla, e i rimbalzi che finivano quasi tutti nelle mani dei biancorossi, e come logica conseguenza, la Carpegna Prosciutto si è ritrovata anche davanti nel punteggio, facendo presagire un finale punto a punto.

filipovityMa purtroppo, il secondo quarto è stato l’eccezione che conferma la regola, visto che quelli successivi hanno certificato che la Vuelle post Coppa Italia è la peggiore squadra del campionato, e che se si salverà, lo farà solamente grazie ai punti conquistati fino a febbraio, ribaltando quello che accadeva nelle stagioni precedenti, dove Pesaro riusciva a salvarsi grazie ad un girone di ritorno nettamente migliore di quello d’andata.

Aggrapparsi alle assenze di Delfino e Cain non sarebbe giusto, soprattutto perché anche Trieste era senza due pedine, visto che né Fernandez, né Grazulis hanno messo piede sul parquet, anche se naturalmente l’assenza di Cain è molto pesante per lo scacchiere di Repesa, visto che da settembre è di fatto l’unico centro di ruolo a sua disposizione, e crediamo che, con Tyler in campo, Marcos Delia non avrebbe segnato il suo career high, anche se poi, senza pivot, la Vuelle è tornata a tirare più da due che da tre, al contrario di quello che aveva combinato contro Brindisi, anche se di poco (30 a 26), visto che il suo dna cestistico è ormai quello di provare tantissime triple.

Ma ai tempi belli, del dna della Vuelle faceva parte anche una difesa aggressiva, quella che avevamo ammirato e sottolineato nel girone d’andata, e che le aveva consentito di salire fino al sesto posto, ma di quella difesa si sono perse le tracce, senza un colpevole specifico, perché sul banco degli imputati ci salgono tutti, dall’allenatore a Massenat, da Robinson allo stesso Cain, da Tambone a Filipovity, quelli che avevano sorretto la baracca, e che improvvisamente hanno smesso di essere un fattore, e non ci siamo dimenticati di Drell, che un fattore non lo è mai stato, soprattutto in difesa, mentre al buon Zanotti, non gli si può chiedere anche di difendere, e ci dobbiamo accontentare di tutte le cose positive che produce in attacco e a rimbalzo.

I PIU’….

Simone Zanotti: Altra partita dove in attacco ha fatto ampiamente il suo dovere, senza far rimpiangere l’assenza di Cain, mancanza che invece si è fatta sentire in difesa, dove Zanotti ha subito la tecnica di Delia, ma, con tutto il bene che gli vogliamo, se nelle ultime partite, Simone è stato il migliore della Vuelle, è “colpa” dei compagni.

Tiri liberi: 21 su 25, buona la percentuale, e buono anche il numero dei liberi tentati, grazie ai 21 falli subiti, tra l’altro senza i due giocatori che ne subiscono di più per la Vuelle.

Secondo quarto: Pesaro segna 34 punti, rimonta da meno 18, trascinata da Robinson e dando l’impressione di potersela giocare fino al quarantesimo, ma purtroppo la vera Vuelle era quella del primo quarto e dei due successivi.

. E I MENO DELLA SFIDA TRIESTE – PESARO

Marko Filipovity: Le triple non gli entrano più, a rimbalzo si presenta di rado, ed in difesa subisce sia le ali piccole che i numeri quattro, che fine ha fatto il bel giocatore ammirato fino a febbraio?

Henri Drell e Paul Eboua: I due ragazzi del 2000 invece non li abbiamo mai ammirati, e anche a Trieste hanno confermato che se ancora non sono pronti per il nostro campionato, dovrebbero scordarsi di essere pronti per la Nba.

Frantz Massenat: Altro giocatore completamente diverso rispetto a quello che avevamo apprezzato fino all’infortunio, anche se il suo contributo in fase di costruzione del gioco non è da buttare via, ma dall’haitiano ci aspettiamo più punti e più difesa.

IL MOMENTO DELLA SQUADRA

La sconfitta subita da Cantù al fotofinish da parte di Reggio Emilia, fa respirare tutte le squadre a quota 20 punti, anche se ancora non sono matematicamente salve, con tanti scontri diretti ancora da disputare nelle ultime due giornate, tra cui la sfida fondamentale tra la Fortitudo e Cantù, ma anche quella tra Cremona e Brescia, visto che la Germani è rimasta a 18 punti, e all’ultima giornata ospiterà proprio la Vuelle.

Insomma, come ha detto sinistramente coach Repesa nel post partita, la salvezza della Vuelle dipende anche dai risultati altrui, frase sibillina e preoccupante, perché significa che l’allenatore croato, oltre a non credere in una vittoria domenica prossima contro Milano, e questo lo possiamo anche capire, dubita che la sua squadra sia in grado di vincere a Brescia, due punti che le garantirebbero la salvezza matematica.

Ma forse Repesa ha anche notizie che noi non abbiamo, ovvero che il ricorso della Fortitudo possa andare a buon fine per i bolognesi, o comunque non arrida alla Vuelle, che potrebbe vedersi confermare la vittoria, ma incorrere in qualche sanzione, non solo economica, che sembra scontata, ma anche a livello di punti in classifica, anche se non esistendo dei precedenti specifici, rimarrebbe difficile quantificarli.

Rimaniamo dell’idea che ai piani alti stiano aspettando i risultati di domenica prossima per prendere una decisione, visto che se la Fortitudo vincesse contro Cantù, sarebbe salva, come Pesaro, e a quel punto potrebbero prendere una decisione che non stravolga la classifica, visto che la quota playoff dovrebbe essere salita a 24, se non a 26 punti.

Poi ci sarebbe il discorso Champions League, visto che in Fiba hanno deciso che per il 2021-22, ci potranno partecipare tutte le squadre che si sono classificate nella parte alta della classifica, che tradotto per il nostro campionato, esclude le formazioni dall’11esimo al 15esimo posto, particolare che in questo momento sembra ininfluente, con l’obiettivo salvezza ancora da raggiungere, ma pensando al futuro, se una condizione per far rimanere la Carpegna Prosciutto come sponsor è la partecipazione ad una Coppa Europea per il prossimo anno, finire agli ultimi posti, porrebbe Pesaro nella posizione di chiedere eventualmente solo una wild card per la Fiba Europe Cup, di fatto la quarta coppa per importanza, dove si partecipa più su inviti che per merito, e che dal punto di vista mediatico, gode di poca copertura, e che anche commercialmente non riscuote un grande appeal.

Perché prima o poi bisognerà parlare di futuro, anche se il presente ancora ci fa paura, ma per la prossima stagione sono nell’aria cambiamenti, se non radicali, comunque importanti, dove il diritto sportivo andrà di pari passo con quello economico, e il campionato avrà un numero di partecipanti variabile, numero deciso più dai soldi che dal merito, insomma, oltre che sperare nelle disgrazie altrui, sarebbe ora di programmare il futuro, per non far sopire un entusiasmo che è drasticamente sceso dopo gli ultimi pessimi risultati.

DAGLI ALTRI PARQUET

Milano si riprende provvisoriamente la vetta della classifica, grazie al bel successo ottenuto contro la Virtus ed approfittando dello scivolone casalingo di Brindisi, frenata dalla tante assenze, con la Vanoli comunque brava a conquistare i due punti che le garantiscono la salvezza, e la rimettono in piena corsa per i playoff.

Fanno il loro dovere Sassari e Venezia, con i sardi che espugnano il parquet di Brescia, e l’Umana che regola la Fortitudo, mentre il colpo di giornata lo compie Varese, che vincendo a Treviso sale a quota 20, staccando di quattro punti Cantù, battuta al fotofinish da Reggio Emilia, in una giornata che ha visto Trento raggiungere la salvezza, pur riposando.

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