Il meglio (la canzone di Giorgio Gaber: “Io non mi sento italiano”) e il peggio (il “reddito di cittadinanza” a Formigoni)

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16 aprile 2021

Mister Pressing
L'aula del Senato della Repubblica sempre più palazzo del Marchese del Grillo dove la casta tutela i propri privilegi

L’aula del Senato della Repubblica sempre più palazzo del Marchese del Grillo dove la casta tutela i propri privilegi

Lo confesso: ascoltando la notizia sul vitalizio restituito a Formigoni, Del Turco e probabilmente ad altri loro colleghi, mi sono venute in mente le parole di una famosa composizione di Giorgio Gaber: Io non mi sento italiano, che fa parte di un album uscito postumo nel 2003. E ho pensato al Parlamento, il luogo che dovrebbe rappresentare il meglio di questo Paese e invece spesso propone il peggio. E ho pensato che a volere la restituzione del vitalizio a chi è stato condannato a 5 anni e 10 mesi, ma in carcere è rimasto 5 mesi, sono gli stessi che votarono che Ruby, accompagnatrice tunisina protagonista delle serate eleganti nella villa di Berlusconi, presidente del Consiglio, era la nipote di Mubarak, presidente-dittatore egiziano. E ho pensato anche a Bernie Madoff, l’organizzatore di una delle più incredibili truffe della storia. Madoff è morto giorni fa nel carcere di Butner, in North Carolina. Aveva 82 anni, era in prigione dal 2008, quando venne arrestato, processato e condannato a 150 anni di carcere per frode e riciclaggio. Una truffa da 50 miliardi.  Perché negli Stati Uniti d’America c’è la certezza della pena. In Italia esiste solo per i poveri diavoli.

Il meglio: la canzone di Giorgio Gaber “Io non mi sento italiano”: Propongo alcune strofe:
Io non mi sento italiano/ Ma per fortuna o purtroppo lo sono/
Mi scusi Presidente/ Non è per colpa mia/ Ma questa nostra Patria/ Non so che cosa sia/ 
Può darsi che mi sbagli/ Che sia una bella idea/ Ma temo che diventi/ Una brutta poesia/
Mi scusi Presidente/ Ma questo nostro Stato/ Che voi rappresentate/ Mi sembra un po’ sfasciato/ 
È anche troppo chiaro/ Agli occhi della gente/ Che tutto è calcolato/ E non funziona niente/ 
Sarà che gli italiani/ Per lunga tradizione/ Son troppo appassionati/ Di ogni discussione/
Persino in parlamento/ C’è un’aria incandescente/ Si scannano su tutto/ E poi non cambia niente
Il peggio: il “reddito di cittadinanza” a Formigoni. La Commissione Contenziosa del Senato ha deciso di riassegnare il vitalizio (circa 7.000 euro mensili secondo qualcuno, 2.450 secondo altri) all’ex parlamentare ed ex presidente della Regione Lombardia, condannato per reati gravissimi se commessi da un amministratore pubblico. Roberto Formigoni è stato condannato a 5 anni e 10 mesi per corruzione. Ha scontato 5 mesi. Più o meno come accade a tutti i poveri diavoli di questo paese, incominciando da Dennis Verdini. Scriveva Il Sole 24 Ore del 22 febbraio 2019: La tesi della procura, confermata sia dal Tribunale di primo grado che dalla Corte d’Appello, è che Formigoni abbia arbitrariamente deciso di erogare denaro pubblico, dopo essere stato corrotto dai lobbisti Antonio Simone (ex assessore alla Sanità della Lombardia) e Pierangelo Daccò, suoi amici di vecchia data.  Aggiungeva l’Huffington Post del 17 settembre 2019: All’ex numero uno del Pirellone… sono stati già sequestrati nei mesi scorsi dai pm contabili 5 milioni di euro, compresi vitalizi e pensione. Cifra che corrisponde alle utilità di Formigoni, considerato il protagonista di un “gravissimo sistema illecito di storno di denari pubblici a fini privati”. L’avvocato Domenico Menorello, difensore di Formigoni, ha dichiarato a Il Fatto Quotidiano: “Al Senato qualcuno ha riconosciuto che lo Stato di diritto è ancora un valore: non è contemplato che qualcuno debba morire di stenti come misura punitiva”. Formigoni rischierebbe di morire di stenti. Giusto assegnargli il “reddito di cittadinanza”. Stesso trattamento anche per Ottaviano Del Turco,  l’ex sindacalista della Cgil e soprattutto ex presidente della Regione Abruzzo, condannato nell’ottobre 2018 dalla Corte di Cassazione a 3 anni e 11 mesi di reclusione per induzione indebita confermando la pena decisa nel 2017 dalla Corte d’Appello di Perugia nell’appello-bis.
Il peggio: è proprio vero, è il “reddito di cittadinanza”. Martedì sera, dopo avere appreso la notizia, scrivendo di “reddito di cittadinanza“, ironizzavo. Invece, sul Corriere della Sera di giovedì, ho letto che “dalla Commissione filtra che la legge sul reddito di cittadinanza ha sbloccato le somme”. L’estensore dell’articolo ha dimenticato di aggiungere che il reddito di cittadinanza, quello vero, è bloccato a chi lo richiede con frode, a chi ha vinto premi ai giochi, al lotto e alle scommesse e non ha denunciato le vincite. Formigoni è stato condannato per avere ricevuto, negli anni, oltre 6 milioni di euro, in regalie, in cambio di milioni alla sanità privata. Altro che un 13 al Totocalcio o 100.000 euro al Gratta e vinci.
Il peggio: il messaggio della Commissione. Quello della Commissione del Senato è un messaggio  devastante per i cittadini che non hanno vitalizi e privilegi. Domanda: possibile che su questa vergogna si levi solo la voce dei 5 Stelle? Ah, è vero, loro sono scappati di casa… ma almeno non usciti di prigione.
Il meglio: “È la vittoria dei Marchese del Grillo della politica”. Il Marchese del Grillo è uno dei personaggi più citati in questa rubrica, perché “io sono io e voi non siete un c….” È la fotografia della nostra classe politica. Oggi la riprendiamo dal commento di Marco Revelli, politologo, storico, già docente universitario di Scienza della politica, sulla restituzione del vitalizio a Formigoni.
Il peggio: “Roma ladrona la Lega non perdona”. Non so se in passato vi è capitato di andare al nord, diretti da Milano a Como e Varese, e di leggere striscioni con la scritta “Roma ladrona la Lega non perdona“? Era la Lega di Umberto Bossi che raccoglieva il malcontento dei lumbard.  E di altri nordici sempre indignati contro i terún ladroni. Quanta acqua è passata da allora sotto i ponti sul Po. Umberto Bossi è finito sotto processo per avere intascato denaro pubblico, la Lega deve risarcire – pagando 100.000 euro ogni 2 mesi – i 49 milioni di euro fatti sparire dall’allora segretario Bossi e dal responsabile amministrativo Belsito. Il 26 giugno 2020 Giorgia Baronciani scriveva nell’edizione internet de Il Giornale: Salvini contro la decisione della Commissione contenziosa del Senato di ripristinare i vitalizi per gli ex senatori: “I due esponenti della Lega sono stati gli unici a votare contro questa vergogna. Il 4 luglio la Lega raccoglierà le firme anche per abolire una volta per tutte i vecchi vitalizi ancora in vigore“. Infatti… Martedì 13 aprile 2021, in Senato, la Lega ha detto sì al vitalizio a Formigoni, che sarà esteso ad altri parlamentari condannati per corruzione. Due suoi esponenti, insieme con un parlamentare di Forza Italia, hanno votato a favore di Formigoni. Fra i tre anche un’ex 5 Stelle, eletta con i voti di chi è contro i privilegi della casta, poi passata con Salvini, alla Lega di opposizione e di governo che ha dimenticato il  famoso “Roma ladrona“.
Il peggio: sesto rinvio del processo a Berlusconi. A proposito di Ruby. Rinviato per la sesta volta, per “motivi di salute” di Berlusconi, il principale imputato, il processo in corso a Siena e denominato Ruby-per. I medici dell’accusato certificano almeno 2 mesi d’impedimento. Respinta la richiesta della pubblica accusa, che peraltro ha chiesto una condanna a 4 anni e 2 mesi  per corruzione in atti giudiziari, di procedere a ulteriori accertamenti medici.
Il meglio: scarcerata Dana Lauriola. È la portavoce del movimento No Tav arrestata a settembre 2020 perché condannata a 2 anni di carcere per una manifestazione che bloccò un’autostrada, consentendo agli automobilisti in uscita di non pagare il pedaggio. Dana Lauriola è rimasta 7 mesi in carcere, 2 in più di Formigoni, arrestato perché corrotto e condannato a 3 anni e 10 mesi in più. Così vanno le cose in Italia.
Il meglio: “Il virus cammina con le nostre gambe”. È una delle frasi più intelligenti ascoltate da febbraio 2020 in poi. “Il virus non si muove da solo, cammina con le nostre gambe e sfrutta la nostra mancanza di cervello” ha detto uno sconosciuto.
Il peggio: prima il calcio. Può essere che Draghi abbia detto sì al pubblico nello stadio Olimpico di Roma per evitare che la partita tra Italia e Turchia,  che l’11 giugno aprirà i campionati europei, fosse scippata dal “dittatore” Erdogan, ma è mai possibile che in questo paese si debba partire sempre dal calcio? Sarebbe bastato un annuncio unico. No, prima il calcio.
Il peggio: bar e ristoranti ancora chiusi. È vero che – racconta la cronaca – i giorni scorsi un pranzo in un ristorante vicino a Cagliari ha provocato un decesso e un’infinità di contagi, ma perché devono pagare tutti per i comportamenti scorretti di pochi? Si aprano i  bar e ristoranti e si chiudano immediatamente quelli che non rispettano per regole; si chiudano per settimane, anche un mese se serve, non per un giorno – magari quello di chiusura settimanale, come è accaduto.
Il peggio: multano un fanese arrivato a Pesaro camminando, ignorano chi cammina senza mettere la mascherina. Una settimana fa abbiamo contestato la multa comminata dai carabinieri a una fanese arrivato a Pesaro camminando. Come se 10-12 chilometri fossero un passeggiata. Poi, vai in centro o in viale Trieste o a fare la spesa in un supermercato e vedi decine di persone che sono in giro e non mettono la mascherina e quando la mettono talvolta la tengono sotto il mento, anche al chiuso. E passi davanti ai bar e vedi frotte di clienti che fanno comunella all’entrata, spesso senza mascherine.
Il peggio: pranzo di famiglie. Le regole per prevenire il Covid-19 sono abbastanza semplici: mascherina e distanziamento, vietati gli assembramenti. Sabato scorso, due signore camminano e parlano… Una dice all’altra: “Tu prepari i panini con prosciutto, salame, formaggio… Io penso alle insalatone… Maria (nome inventato) fa le lasagne… Paola (altro nome inventato) prepara i dolci… Alberto (altra nome inventato) pensa alle bevande. Dai, che finalmente ci facciamo un bel pranzo insieme, in giardino, non vedo l’ora“. E magari fra i partecipanti al pranzo che, ascoltando le parole delle due, s’annuncia numeroso, c’è anche un asintomatico e qualcuno di loro torna a casa e regala ai genitori anziani il vero dolce a base di… COVID-19.
Il peggio: DAZN. Cambiano argomento, passando dalla pandemia da Covid-19 alla malattia da calcio in Tv. Con la complicità dei voraci presidenti delle squadre di calcio di serie A e grazie a un accordo con Tim, DAZN ha acquisito i diritti per i prossimi campionati dal 2021 al 2024. Intanto, domenica non è riuscita a trasmettere le partite tra Inter e Cagliari e Verona e Lazio, limitandosi a comunicare “Sappiamo che alcune persone stanno riscontrando problemi nella visione della partita Inter-Cagliari da APP. Stiamo lavorando per risolverlo“, per aggiungere poi: “Siamo spiacenti, ma a causa di un problema tecnico di un partner esterno, non possiamo garantire la corretta visione dei nostri contenuti“. Però gli abbonati che hanno pagato possono pensare a cosa accadrà in futuro, quando tutta la serie A, o quasi, sarà in mano a DAZN. Contro la voracità dei padroni del vapore e l’incapacità di DAZN di fornire, crediamo per scelta, un contatto diretto agli abbonati, la giusta risposta sarebbe “zero abbonamenti”. E i voraci presidenti di serie A diventerebbero in poco tempo di serie… Z.
Il peggio: a trent’anni dalla strage della Moby Prince siamo ancora in attesa della verità. La sera del 10 aprile 1991 il traghetto Moby Prince, partito da Livorno e diretto a Olbia, a poche miglia dal porto toscano entrava in collisione con la petroliera Agip Abruzzo. Le vittime furono 140, un solo superstite.   Fra le vittime anche il figlio di una persona che conoscevo bene. A distanza di trent’anni siamo ancora alla ricerca della verità su quanto accaduto. Come per il Dc9 Itavia di Ustica e altre stragi. Spesso i nostri governanti si sono trincerati dietro un vergognoso “segreto di Stato”. A esaminare bene, forse avevano  ragione. C’era lo Stato, o una parte di esso, dietro queste stragi. Altri politici si sono impegnati a fare luce, nessuno ha mantenuto, finora. Gli unici a essersi interessati attivamente sono gli uomini dei servizi segreti, i militari che hanno depistato le indagini su quasi tutti i casi ancora insoluti.
Il peggio: la morte di Massimo Cuttitta, leggenda del rugby e della Scavolini L’Aquila. Aveva – all’attenzione dei negazionisti per i quali il Coronavirus è un’influenza che colpisce solo gli anziani – 54 anni ed è morto causa Covid-19, tre giorni dopo sua mamma, anche lei colpita dal virus. Massimo è stato uno dei  più grandi protagonisti della palla ovale azzurra.
Il peggio: l’infortunio di Carlos Delfino. Sabato sera, seguendo la diretta di Fortitudo Bologna – Carpegna Prosciutto Pesaro, entusiasti per il grande primo tempo dei biancorossi, in sofferenza per le difficoltà nella ripresa, felici per il successo finale, abbiamo vissuto con tristezza l’infortunio di Carlos Delfino che potrebbe avere chiuso anzitempo la stagione. Al campione argentino auguriamo di cuore di recuperare al più presto e di rivederlo sul parquet della Vitrifrigo Arena, applaudito dai tifosi.
Il meglio: un Brindisi alla bella pallacanestro. Semplicemente ammirati dall’Happy casa Brindisi, meritatamente prima in classifica, a dispetto dei budget ricchissimi di Milano e Virtus Bologna. La dimostrazione che idee e voglia giocano meglio dei soldi.
Il peggio: Ibrahimovic. Non per l’espulsione, l’ennesima, rimediata sabato scorso a Parma, ma per l’accusa di avere ucciso un leone, sparandogli. L’episodio – ha scritto l’Expressen, quotidiano svedese online – sarebbe accaduto in Sudafrica, dove è possibile cacciare – a pagamento – i leoni tenuti in cattività appositamente per essere uccisi.
Il meglio: l’intervista di Repubblica a Mauro Berruto: un amico mi ha detto che sono prevenuto nei confronti de La Repubblica. Confermo che la lettura del quotidiano che ho tanto amato finito in mano agli Elkagnelli e oggi diretto da Molinari provoca acidità al mio stomaco. Però non ho alcuna difficoltà a  scrivere che mercoledì ho letto una bellissima intervista di Maurizio Crosetti a Mauro Berruto, l’ex ct della nazionale di volley entrato nella segreteria del PD. Complimenti a Crosetti per le domande e soprattutto a Berruto per le risposte. Un consiglio a tutti i lettori: è un’intervista da leggere, da gustare parola per parola.
Il peggio: il linguaggio del generale Figliuolo e di chi lo segue: Vi chiederete: ma come, il Generalissimo quasi in fondo alla classifica? C’è un perché, basta collegare Maurizio Crosetti a due articoli: “Ci sarà un momento in cui, quando i vaccini arriveranno di massa, si potrà fare fuoco con tutte le polveri… Noi satureremo tutti i centri, tutti i punti: ci si presenterà e ci si vaccina e si chiuderà la partita”. Lo ha detto il generale Francesco Paolo Figliuolo, commissario all’emergenza Covid-19, a Che Tempo che Fa su Rai3. Era partito, il generale, con “Tra oggi e domani arriveranno 1,3 milioni di dosi AstraZeneca“. Ad annunciarlo, lo scorso 1 aprile,   il commissario per l’emergenza. Scusate, era un pesce d’aprile. Figliuolo è passato da 500.000 vaccinazioni al giorno (annuncio del 15 marzo Adn-Kronos) a circa 315.000. Un altro lo avrebbero cacciato. Figliuolo invece può contare sulla connivenza del giornalismo italiano incapace pure di fare i conti. L’ultima è su La Repubblica di giovedì, titolo militaresco, manca solo il suono della fanfara dei bersaglieri: La marcia di Figliuolo:Sette milioni di dosi per riaprire l’Italia“; sommario: E festeggia l’annuncio della nuova fornitura di Pfizer: “Svolta vicina”. L’articolo è di Maurizio Crosetti, lo stesso della bella intervista a Berruto. Riporto qualche frase. In apertura:   Il giorno è adesso. Il numero, 7 milioni di vaccini in più.Così riapriremo l’Italia, finalmente“. Squilla il cellulare del generale Figliuolo mentre l’auto sta per entrare ad Aosta, il paesaggio è quello di Rocco Schiavone… Che Crosetti abbia avuto il privilegio del passaggio  nell’auto del generale? Finale: Anche le aziende vivono il momento della svolta… “Prendiamoci cura di noi” è scritto sulla parete del Lingotto: è tempo, forse ci siamo. Generale, la guerra non è finita, ma finirà, conclude l'”alleato” Crosetti. E stica…, direbbe Schiavone. Se La Repubblica sembrava viaggiare con Figliuolo, La Stampa fa di più: lo ospita in redazione. Sembra una guerra fra alleati, visto che entrambi i giornali sono della famiglia Elkagnelli. L’uomo che gira l’Italia in divisa ha un pensiero fisso: “Dobbiamo uscire da questa situazione”. E un’ossessione: “Anche ieri (mercoledì; ndr) 469 morti. Dobbiamo venirne fuori. La conclusione è da Generalissimo e conferma la telefonata raccontata da Crosetti: “Me l’ha comunicata direttamente il presidente Draghi: in questo trimestre l’Europa avrà 50 milioni in più di dosi Pfizer, che per l’Italia significa quasi 7 milioni… È un carico che ci permette di tamponare la situazione e le limitazioni e ci consentirà di avere 17 milioni di dosi a maggio, una potenza di fuoco superiore alle 500.000 somministrazioni al giorno…“. Niente da fare, il linguaggio dei militari è questo. Intanto c’è chi il vaccino lo ha fatto alla lingua, così può continuare a salivare senza timore di contagiare o farsi contagiare.
Il peggio: Pfizer annuncia che sarà necessaria una terza dose del suo vaccino. Mentre Figliuolo risaliva le valli del Piemonte e i luoghi di Schiavone, arrivava un annuncio assai preoccupante. Non poteva esserci viatico migliore per chi come me è stato convocato la mattina di sabato 17 aprile all’ospedale di Muraglia per la seconda dose del vaccino Pfizer. Giovedì sera Albert Bourla, amministratore delegato della casa farmaceutica americana, ha assicurato – lo ha riportato il quotidiano catalano La Vanguardia, che, al contrario dei giornali italiani, è andato al cuore del problema – che “probabilmente sarà necessaria una terza dose di rinforzo del vaccino contro il Coronavirus entro dodici mesi dalla seconda vaccinazione perché l’immunizzazione sia completa“. Sempre più autorevoli voci ipotizzano che si dovrà pensare a un vaccino annuale. Altro che immunizzati al 90-93-97-99 per 100.
Il meglio: Crozza al posto di Figliuolo. L’abbiamo scritto sette giorni fa, lo confermiamo oggi. L’ultima imitazione, venerdì 9 aprile, è da Oscar. Qui però il merito è tutto del generale che fornisce materiale ricchissimo a Crozza.

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