di Redazione
24 marzo 2021
ANCONA – Approvata all’unanimità dal Consiglio regionale la mozione, di cui primo firmatario è il Vicepresidente Andrea Biancani (Pd), per coinvolgere infermieri e assistenti sanitari, dipendenti degli Enti del Servizio sanitario regionale, nella campagna di vaccinazione anti Covid-19. L’atto di indirizzo sollecita la Giunta regionale per prevedere la possibilità di effettuare le prestazioni professionali in deroga alle norme sull’esclusività del rapporto di lavoro con l’Ente pubblico di appartenenza. «Per dare una svolta alla campagna di immunizzazione, quando arriveranno le nuove forniture di vaccini dovranno aumentare non solo i punti di somministrazione, ma anche i vaccinatori e queste due categorie professionali potranno dare un contributo fondamentale – sostiene Biancani – La mozione, sottoscritta anche dalla consigliera Micaela Vitri e da tutto il gruppo del Pd, che raccoglie anche le sollecitazioni dell’Ordine degli infermieri, impegna la Regione ad attivarsi, definendo accordi e convenzioni che consentano queste prestazioni temporanee nel territorio, svincolate dall’obbligo di esclusività del rapporto di impiego, fuori dall’orario di lavoro. Gli infermieri – aggiunge – sono circa 2mila e 700 nella provincia di Pesaro-Urbino e oltre 10mila nelle Marche, rappresentano, così come gli assistenti sanitari, una categoria qualificata, competente e numerosa. Devono essere coinvolti anche a livello regionale, individuando le risorse per garantire una retribuzione equa tra i professionisti». La mozione è stata integrata da un emendamento proposto dalla maggioranza, condiviso dal Pd, nel quale viene dato mandato alla Direzione generale del Servizio Asur e al Servizio Salute di incontrare le parti sindacali per quantificare il costo dell’intervento. «Ringrazio il Consiglio regionale per aver accolto questa mozione – conclude Biancani – La preparazione e l’esperienza degli infermieri e degli assistenti sanitari sono risorse preziose per fermare il virus e per raggiungere il prima possibile un’immunità diffusa. Mettiamoli nella condizione di poter offrire la loro professionalità, garantendo condizioni di sicurezza e la giusta remunerazione, non possiamo farci trovare impreparati. Nel momento in cui si potrà disporre di grandi quantitativi di vaccini, dovremo essere in grado di utilizzarli tempestivamente».
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