di Davide Perugini
22 marzo 2021
PESARO – Siamo sempre della teoria che ogni partita ha due chiavi di lettura, la tua e quella della tua avversaria, e se valutiamo il match di sabato sera dal punto di vista della Virtus, è innegabile che non abbiamo assistito ad una prestazione degna di un club d’Eurolega, l’obiettivo che Bologna vuole raggiungere in questa stagione, vincendo l’Eurocup, dove sarà impegnata domani sera nel quarto di finale contro la Joventut Badalona, e la testa dei bianconeri era sicuramente rivolta verso quella partita.
Diciamo che contro la Vuelle non si è vista la migliore versione di Teodosic o di Belinelli, ed in generale, nessun bianconero ha offerto una prestazione da otto in pagella, lasciando aperta una porta, o meglio una porticina, all’avversaria per portare via i due punti, ma la Carpegna Prosciutto non è riuscita ad entrare in quel pertugio, anche se ci ha provato fino all’ultimo minuto, tradita da una pessima percentuale da tre, e da una prestazione sottotono di due, dei tre leader, con Robinson e Delfino che non hanno mai quasi inciso come avrebbero dovuto.
Ma la Vuelle vista sabato non ci è dispiaciuta, ed ha compiuto dei passi avanti rispetto alle precedenti sconfitte, tornando a difendere in maniera decorosa, concedendo pochi tiri facili, chiudendo sul lato debole, e con una zona che ha mandato in confusione l’attacco bolognese, a fare la differenza, in negativo, sono stati i particolari, leggi le palle vaganti che sono finite in gran parte nelle mani dei bianconeri, consentendogli di catturare rimbalzi offensivi importanti, o di partire in contropiede.
Emblematica l’ultima azione del terzo quarto, sul più sei Bologna, quando Robinson si è fatto rubare palla a metà campo da Pajola, consentendo a Weems la più comoda delle schiacciate solitarie, con la Virtus che ha chiuso il periodo sul più otto, e finirlo invece, sul meno quattro, o meno tre, avrebbe avuto un impatto psicologico diverso per la Vuelle, che poi è stata brava a tornare in parità nell’ultimo quarto, anzi era salita fino al più tre, non dando mai comunque l’impressione di poterla vincere, conscia che la Segafredo non avrebbe sbagliato più niente negli ultimi minuti
A dire la verità, qualche errorino l’ha anche commesso, ma alla fine la differenza la fanno i campioni, con Markovic a centrare la tripla decisiva da otto metri, un po’ come aveva fatto il milanese Rodriguez per far vincere Milano nel girone d’andata, e Pesaro, dei veri campioni nel suo roster non ce li ha, o meglio li potrebbe anche avere, ma né Delfino, né Filloy sembrano al massimo della loro forma fisica, e Robinson è tornato nella versione “incognita”, quella dove ha l’interruttore più spesso su off, invece che su on, e i soli otto tiri presi in 31 minuti di gioco non sono sufficienti, al di là che solo due di essi siano finiti in fondo alla retina, perché Justin rimane uno dei principali terminali offensivi di questa Vuelle, almeno fino al rientro di Massenat.
Dopo un primo quarto in cui ha tirato praticamente solo da tre, Pesaro è migliorata nel gioco offensivo, ricordandosi di servire ogni tanto il buon Tyler Cain, anche se alla fine, le triple tentate sono state più delle conclusioni da due (31 a 30), ma questo rientra nel Dna di questa squadra, che in mancanza di un secondo lungo, è praticamente “costretta” a forzare le conclusioni dall’arco, col piccolo problema che se tiri col 22%, le possibilità di valicare quota 80 punti sono praticamente nulle, e se non la superi, sono praticamente nulle anche le possibilità di portare a casa i due punti.
Emblematico è il “caso Delfino”, che nelle ultime tre uscite ha collezionato un desolante 2 su 14 dall’arco, e per uno che sta tirando più da tre che da due in questo campionato, non aprire la scatola con il tiro da fuori è doppiamente critico, visto che sembra aver perso il passo giusto negli uno contro uno, ma il capitano non è uno che si perde d’animo, e prima o poi, quelle triple sputate dal ferro, torneranno ad entrare, e con l’imminente ritorno di Massenat, potrà permettersi di centellinare le forze in questo ultimo quarto di campionato.
I PIU’…..
Marko Filipovity: Non aveva iniziato benissimo, ma dopo aver segnato un paio di triple, ha preso fiducia, alternando anche entrate al ferro di notevole tecnica ed efficacia, e con questi 25 punti, ha scavalcato Robinson come miglior realizzatore della Vuelle, e non era così scontato la scorsa estate.
Tyler Cain: Per una sera, meglio al tiro che ai rimbalzi, merito suo, e merito dei compagni che dal secondo quarto in poi lo hanno cercato con maggior continuità, e il buon Tyler ha aggiunto anche cinque assist, confermandosi uno dei centri più tecnici del campionato.
Matteo Tambone: Dopo due partite incolori, è tornato a fare quello che deve, ovvero lo specialista nel tiro e in fase difensiva, speriamo non rimanga un caso isolato.
…… E I MENO DELLA SFIDA PESARO – BOLOGNA
Primo quarto: Pesaro si intestardisce a tirare solo da tre, sbaglia tre liberi su cinque e si dimentica di servire Cain, risultato: solo nove punti segnati in dieci minuti.
Carlos Delfino: Il tiro continua a far cilecca, e in difesa fatica a contenere avversari più veloci e reattivi, urge ritrovare il nostro capitano.
Selezione dei tiri: Pesaro continua a tirare più da fuori che da sotto, trascurando del tutto il mid-rage, anche se i vari Robinson, Filloy e Delfino avrebbero tutti i mezzi tecnici per un arresto e tiro dai quattro metri.
IL MOMENTO DELLA SQUADRA
Alla fine, la perseveranza di Repesa è stata premiata, visto che il coach croato è dalla prima giornata che lamentava l’assenza di un secondo lungo, e con il ritorno di Paul Eboua, la Vuelle si è dotata di quel lungo atletico che effettivamente le mancava.
Poi, si può discutere se Eboua sia veramente un centro, visto che per noi, almeno in Italia, è un’ala grande che può giocare anche da 5, con i suoi 203 cm e la sua “wingspan”, come dicono gli americani, che gli fa guadagnare ulteriori centimetri, specialmente nella lotta a rimbalzo, che sarà la prima cosa che gli chiederà Repesa.
La seconda sarà di presidiare l’area il più possibile, visto che la Vuelle è ultimissima nelle stoppate, e anche se non arriverà a stoppare tutte le conclusioni, potrà fare ombra e tenere lontane quelle penetrazioni avversarie, che spesso non trovano una vera opposizione,
La terza cosa che chiederà Repesa ad Eboua sarà la più complicata da ottenere, quella di aumentare il suo bagaglio offensivo, che, almeno l’anno scorso, si limitava ad un tiro da tre ondivago, e ai tanti rimbalzi offensivi tramutati in canestro.
Per diventare un lungo completo, il 21enne camerunense dovrà dotarsi di un movimento spalle a canestro che ancora non fa parte del suo repertorio, e non sarebbe male anche elevare la qualità del suo pick and roll, anche se per questo movimento, c’è sempre Tyler Cain, e finalmente potremo vedere due lunghi in campo contemporaneamente, visto che finora Zanotti è sempre stato usato come cambio di Cain, e hanno giocato insieme solo pochi minuti.
Ad essere contento dell’arrivo di Eboua, sarà sicuramente anche Robinson, che potrà alzare qualche assist sopra il ferro, quei punti facili che Pesaro ha sempre subito, ma mai ricambiato, al di là di qualche gioco a due con Zanotti, che invece potrebbe essere il meno felice del ritorno del suo compagno, dato che il suo minutaggio dovrebbe scendere, e potrebbe scendere anche quello di Drell, con Filipovity che potrà scalare in ala piccola, in un ipotetico quintettone, con l’ungherese, Eboua e Cain contemporaneamente sul parquet
Sappiamo che Repesa non è un allenatore da rotazioni corte, ma uno che ama avere un’ampia scelta, qualità che accomuna tutti i coach di spessore, e col rientro di Massenat, la Vuelle avrà 10 giocatori 10 da ruotare e gestire a seconda delle necessità, sperando che il sogno playoff non sia definitivamente sfumato, dopo i risultati di ieri, con il settimo posto lontano quattro punti, la stessa distanza esistente con l’ultimo, con la Carpegna Prosciutto che, nonostante le tre sconfitte consecutive, è ancora ottava, ma non lo resterà a lungo, se non tornerà immediatamente alla vittoria.
DAGLI ALTRI PARQUET
Milano sbriga la pratica Cantù agevolmente, con i brianzoli che avrebbero potuto anche rimandare il match, visto che l’intero staff di allenatori era a casa con il Covid, ma si sono “sacrificati”, rassicurati forse dal fatto che alla fine nessuno retrocederà, dietro l’Armani, si sono fermate Sassari e Brindisi, che recupereranno il loro match a metà aprile, con i pugliesi raggiunti dalla Virtus, e i sardi agganciati da Venezia, brava ad espugnare il complicato parquet di Trieste nel posticipo, l’Allianz così si è vista affiancare al sesto posto da Treviso, vincente sulla sirena a Cremona, grazie ad un tap-in di Akele, in coda, importanti i successi ottenuti dalla Fortitudo su Reggio Emilia, e da Trento con Brescia, in una ventitreesima giornata che ha visto riposare Varese, rimasta a quota 14 punti, insieme a Cantù e Reggio Emilia.
Articolo pubblicato in: Basket, il commento, Pesaro, Pesaro-Sport, Sport
Vuelle, un passo avanti con Bologna aspettando che Repesa lavori su Eboua
di Davide Perugini
22 marzo 2021
PESARO – Siamo sempre della teoria che ogni partita ha due chiavi di lettura, la tua e quella della tua avversaria, e se valutiamo il match di sabato sera dal punto di vista della Virtus, è innegabile che non abbiamo assistito ad una prestazione degna di un club d’Eurolega, l’obiettivo che Bologna vuole raggiungere in questa stagione, vincendo l’Eurocup, dove sarà impegnata domani sera nel quarto di finale contro la Joventut Badalona, e la testa dei bianconeri era sicuramente rivolta verso quella partita.
Diciamo che contro la Vuelle non si è vista la migliore versione di Teodosic o di Belinelli, ed in generale, nessun bianconero ha offerto una prestazione da otto in pagella, lasciando aperta una porta, o meglio una porticina, all’avversaria per portare via i due punti, ma la Carpegna Prosciutto non è riuscita ad entrare in quel pertugio, anche se ci ha provato fino all’ultimo minuto, tradita da una pessima percentuale da tre, e da una prestazione sottotono di due, dei tre leader, con Robinson e Delfino che non hanno mai quasi inciso come avrebbero dovuto.
Ma la Vuelle vista sabato non ci è dispiaciuta, ed ha compiuto dei passi avanti rispetto alle precedenti sconfitte, tornando a difendere in maniera decorosa, concedendo pochi tiri facili, chiudendo sul lato debole, e con una zona che ha mandato in confusione l’attacco bolognese, a fare la differenza, in negativo, sono stati i particolari, leggi le palle vaganti che sono finite in gran parte nelle mani dei bianconeri, consentendogli di catturare rimbalzi offensivi importanti, o di partire in contropiede.
Emblematica l’ultima azione del terzo quarto, sul più sei Bologna, quando Robinson si è fatto rubare palla a metà campo da Pajola, consentendo a Weems la più comoda delle schiacciate solitarie, con la Virtus che ha chiuso il periodo sul più otto, e finirlo invece, sul meno quattro, o meno tre, avrebbe avuto un impatto psicologico diverso per la Vuelle, che poi è stata brava a tornare in parità nell’ultimo quarto, anzi era salita fino al più tre, non dando mai comunque l’impressione di poterla vincere, conscia che la Segafredo non avrebbe sbagliato più niente negli ultimi minuti
A dire la verità, qualche errorino l’ha anche commesso, ma alla fine la differenza la fanno i campioni, con Markovic a centrare la tripla decisiva da otto metri, un po’ come aveva fatto il milanese Rodriguez per far vincere Milano nel girone d’andata, e Pesaro, dei veri campioni nel suo roster non ce li ha, o meglio li potrebbe anche avere, ma né Delfino, né Filloy sembrano al massimo della loro forma fisica, e Robinson è tornato nella versione “incognita”, quella dove ha l’interruttore più spesso su off, invece che su on, e i soli otto tiri presi in 31 minuti di gioco non sono sufficienti, al di là che solo due di essi siano finiti in fondo alla retina, perché Justin rimane uno dei principali terminali offensivi di questa Vuelle, almeno fino al rientro di Massenat.
Dopo un primo quarto in cui ha tirato praticamente solo da tre, Pesaro è migliorata nel gioco offensivo, ricordandosi di servire ogni tanto il buon Tyler Cain, anche se alla fine, le triple tentate sono state più delle conclusioni da due (31 a 30), ma questo rientra nel Dna di questa squadra, che in mancanza di un secondo lungo, è praticamente “costretta” a forzare le conclusioni dall’arco, col piccolo problema che se tiri col 22%, le possibilità di valicare quota 80 punti sono praticamente nulle, e se non la superi, sono praticamente nulle anche le possibilità di portare a casa i due punti.
Emblematico è il “caso Delfino”, che nelle ultime tre uscite ha collezionato un desolante 2 su 14 dall’arco, e per uno che sta tirando più da tre che da due in questo campionato, non aprire la scatola con il tiro da fuori è doppiamente critico, visto che sembra aver perso il passo giusto negli uno contro uno, ma il capitano non è uno che si perde d’animo, e prima o poi, quelle triple sputate dal ferro, torneranno ad entrare, e con l’imminente ritorno di Massenat, potrà permettersi di centellinare le forze in questo ultimo quarto di campionato.
I PIU’…..
Marko Filipovity: Non aveva iniziato benissimo, ma dopo aver segnato un paio di triple, ha preso fiducia, alternando anche entrate al ferro di notevole tecnica ed efficacia, e con questi 25 punti, ha scavalcato Robinson come miglior realizzatore della Vuelle, e non era così scontato la scorsa estate.
Tyler Cain: Per una sera, meglio al tiro che ai rimbalzi, merito suo, e merito dei compagni che dal secondo quarto in poi lo hanno cercato con maggior continuità, e il buon Tyler ha aggiunto anche cinque assist, confermandosi uno dei centri più tecnici del campionato.
Matteo Tambone: Dopo due partite incolori, è tornato a fare quello che deve, ovvero lo specialista nel tiro e in fase difensiva, speriamo non rimanga un caso isolato.
…… E I MENO DELLA SFIDA PESARO – BOLOGNA
Primo quarto: Pesaro si intestardisce a tirare solo da tre, sbaglia tre liberi su cinque e si dimentica di servire Cain, risultato: solo nove punti segnati in dieci minuti.
Carlos Delfino: Il tiro continua a far cilecca, e in difesa fatica a contenere avversari più veloci e reattivi, urge ritrovare il nostro capitano.
Selezione dei tiri: Pesaro continua a tirare più da fuori che da sotto, trascurando del tutto il mid-rage, anche se i vari Robinson, Filloy e Delfino avrebbero tutti i mezzi tecnici per un arresto e tiro dai quattro metri.
IL MOMENTO DELLA SQUADRA
Alla fine, la perseveranza di Repesa è stata premiata, visto che il coach croato è dalla prima giornata che lamentava l’assenza di un secondo lungo, e con il ritorno di Paul Eboua, la Vuelle si è dotata di quel lungo atletico che effettivamente le mancava.
Poi, si può discutere se Eboua sia veramente un centro, visto che per noi, almeno in Italia, è un’ala grande che può giocare anche da 5, con i suoi 203 cm e la sua “wingspan”, come dicono gli americani, che gli fa guadagnare ulteriori centimetri, specialmente nella lotta a rimbalzo, che sarà la prima cosa che gli chiederà Repesa.
La seconda sarà di presidiare l’area il più possibile, visto che la Vuelle è ultimissima nelle stoppate, e anche se non arriverà a stoppare tutte le conclusioni, potrà fare ombra e tenere lontane quelle penetrazioni avversarie, che spesso non trovano una vera opposizione,
La terza cosa che chiederà Repesa ad Eboua sarà la più complicata da ottenere, quella di aumentare il suo bagaglio offensivo, che, almeno l’anno scorso, si limitava ad un tiro da tre ondivago, e ai tanti rimbalzi offensivi tramutati in canestro.
Per diventare un lungo completo, il 21enne camerunense dovrà dotarsi di un movimento spalle a canestro che ancora non fa parte del suo repertorio, e non sarebbe male anche elevare la qualità del suo pick and roll, anche se per questo movimento, c’è sempre Tyler Cain, e finalmente potremo vedere due lunghi in campo contemporaneamente, visto che finora Zanotti è sempre stato usato come cambio di Cain, e hanno giocato insieme solo pochi minuti.
Ad essere contento dell’arrivo di Eboua, sarà sicuramente anche Robinson, che potrà alzare qualche assist sopra il ferro, quei punti facili che Pesaro ha sempre subito, ma mai ricambiato, al di là di qualche gioco a due con Zanotti, che invece potrebbe essere il meno felice del ritorno del suo compagno, dato che il suo minutaggio dovrebbe scendere, e potrebbe scendere anche quello di Drell, con Filipovity che potrà scalare in ala piccola, in un ipotetico quintettone, con l’ungherese, Eboua e Cain contemporaneamente sul parquet
Sappiamo che Repesa non è un allenatore da rotazioni corte, ma uno che ama avere un’ampia scelta, qualità che accomuna tutti i coach di spessore, e col rientro di Massenat, la Vuelle avrà 10 giocatori 10 da ruotare e gestire a seconda delle necessità, sperando che il sogno playoff non sia definitivamente sfumato, dopo i risultati di ieri, con il settimo posto lontano quattro punti, la stessa distanza esistente con l’ultimo, con la Carpegna Prosciutto che, nonostante le tre sconfitte consecutive, è ancora ottava, ma non lo resterà a lungo, se non tornerà immediatamente alla vittoria.
DAGLI ALTRI PARQUET
Milano sbriga la pratica Cantù agevolmente, con i brianzoli che avrebbero potuto anche rimandare il match, visto che l’intero staff di allenatori era a casa con il Covid, ma si sono “sacrificati”, rassicurati forse dal fatto che alla fine nessuno retrocederà, dietro l’Armani, si sono fermate Sassari e Brindisi, che recupereranno il loro match a metà aprile, con i pugliesi raggiunti dalla Virtus, e i sardi agganciati da Venezia, brava ad espugnare il complicato parquet di Trieste nel posticipo, l’Allianz così si è vista affiancare al sesto posto da Treviso, vincente sulla sirena a Cremona, grazie ad un tap-in di Akele, in coda, importanti i successi ottenuti dalla Fortitudo su Reggio Emilia, e da Trento con Brescia, in una ventitreesima giornata che ha visto riposare Varese, rimasta a quota 14 punti, insieme a Cantù e Reggio Emilia.
Articolo pubblicato in: Basket, il commento, Pesaro, Pesaro-Sport, Sport