“Il re è nudo”: Cremona porta a galla qualche difetto della Vuelle finora nascosto da Repesa

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8 marzo 2021

PESARO – Vi ricordate quella favola, dove un re girava nudo per il suo regno, senza che nessuno osasse farglielo notare? Poi arrivò un bambino, che con la sua ingenuità cominciò a gridare: “Il re è nudo!”, con gli altri sudditi che lo sgridavano, perché nessuno osava dire quello che era sotto gli occhi di tutti.

FILIPOVITYE il re, o meglio l’imperatore in casa Vuelle è Jasmin Repesa, che finora era riuscito a nascondere tutti i difetti della sua squadra, magari anche evidenti e sotto gli occhi di tutti, ma finché non vengono a galla, non sembrano reali, e si è continuato a vivere nell’illusione che questa Carpegna Prosciutto fosse in grado di volare in alto con le proprie forze, anche sotto la guida del principe regnante, che in questo caso è il buon Paolo Calbini, non il solo responsabile dei 100 punti presi ieri a Cremona, ma sicuramente quello che deve assumersi la colpa maggiore, perché non si possono prendere canestri in fotocopia, senza reagire, non si può consentire a Peppe Poeta lo stesso movimento che compie da 15 anni, e non si può difendere per 40 minuti con un’intensità quasi inesistente, senza neanche provare qualche minuto di zona, perché è sempre dalla difesa che nascono le vittorie.

Ma il re è nudo anche per un altro motivo, più facile da individuare, visto che fin dallo scorso ottobre si era capito che per poter vincere, questa Vuelle deve essere supportata da una percentuale dai 6.75 superiore al 35%, altrimenti non è in grado di superare quota 80 punti, e se non la supera, i due punti andranno sempre agli avversari, ma anche in questo caso, il problema non sembrava essere così preoccupante, perché la squadra riusciva quasi magicamente a risorgere dalle sue ceneri, dalle brutte percentuali, trovando punti importanti ogni domenica da un protagonista diverso.

In molte delle vittorie della Carpegna Prosciutto, c’è sempre stato un momento del match in cui tutto sembrava perduto, ma poi, non per magia, ma perché durante la settimana tutto era stato preparato a dovere, la squadra era stato in grado di risalire da passivi anche in doppia cifra, trovando le forze per rientrare in partita e giocarsi la vittoria negli ultimi minuti, a Cremona invece, fin dal primo quarto, la Vuelle non sembrava calata dentro il match, come se non avesse le necessarie energie fisiche per opporsi, ma se c’era una partita in cui avrebbe dovuto essere al top fisicamente, era proprio quella di ieri pomeriggio, visto che aveva avuto tre settimane per ricaricare le batterie.

Invece, come spesso capita, la sosta non ha giovato a Pesaro, che forse si era convinta che, una volta raggiunta la finale di Coppa Italia, tutto sarebbe stato più semplice, ed invece si rischia l’effetto boomerang, come capitò a Torino dopo la conquista del trofeo, col serio rischio di vanificare tutto quello di buono costruito finora, perché non sarebbe neanche giusto esagerare con le preoccupazioni, visto che l’ossatura della squadra rimane buona, ma è chiaro che, non essendo dotata di un talento infinito, questa Vuelle ha bisogno di essere costantemente pungolata, sia durante gli allenamenti, che in partita, e siamo convinti che il malcapitato Zanotti, dopo essere stato scavalcato letteralmente per tre volte da Lee, sarebbe stato richiamato in panchina da Repesa in maniera energica, così come i compagni ogni volta che lasciavano un avversario libero di tirare coi piedi per terra.

Intendiamoci, non stiamo parlando di Phil Jackson o Popovich, e anche Repesa i suoi errori li ha commessi in questa stagione, e continuerà a commetterli in futuro, ma nel consueto articolo di presentazione del match del venerdì, avevamo posto l’accento, più che sull’assenza di Massenat, su quella del coach croato, che di questa Vuelle è il factotum, il deux ex machina, quello che ha costruito la squadra e che l’ha plasmata secondo le sue direttive, poi a Cremona avremmo perso lo stesso, salvando però magari la differenza canestri, perché, dopo i risultati di ieri, la quota salvezza si è alzata a quota 22, forse 24, e pensare di essere già al sicuro, sarebbe un errore, ma sappiamo che coach Repesa non lo commetterà mai, visto che parla di salvezza fin dalla prima giornata.

I PIU’……..

Matteo Tambone: Senza Massenat, era chiamato ad un rendimento più elevato rispetto alle ultime uscite, compito svolto, anche se sappiamo che non potrà mai essere lui il trascinatore della Vuelle.

Marko Filipovity: Anche l’ungherese non ha l’indole del trascinatore, ma pure a Cremona, il suo contributo offensivo non è mancato, in linea con le sue statistiche stagionali.

…. E I MENO DELLA SFIDA CREMONA – PESARO

Tiro da tre: 7 su 31, con Robinson e Filloy a spadellare, ma nessun biancorosso è esente da colpe, in una serataccia al tiro che non ammette scuse.

Carlos Delfino: Il capitano incorre in una serata storta, sia al tiro, che in difesa, dove Mian gli ha tirato sempre in testa, e senza il suo consueto contributo, le possibilità di vincere per la Vuelle si riducono notevolmente.

Justin Robinson: 4 su 16 al tiro per il newyorchese, e se da una parte, lo abbiamo sempre esortato a prendersi più conclusioni, dall’altra, non vuol dire che deve tirare ogni pallone che gli capita tra le mani.

Ariel Filloy: E se parliamo di pessimi tiratori, un paio di airball dell’argentino chiedono vendetta, in una serata in cui ha perso il passo anche in fase difensiva.

IL MOMENTO DELLA SQUADRA

Nelle ultime stagioni, non era mai successo che, a nove giornate dal termine, la differenza tra l’ottava e l’ultima in classifica fosse di soli sei punti, ad ulteriore dimostrazione di quello che stiamo affermando fin da ottobre, o meglio dall’esclusione di Roma, ovvero che questo campionato è uno dei più equilibrati di sempre, ed eravamo stati facili profeti anche quando, dopo la straripante finale di Coppa Italia, asserimmo che Milano, in campionato, avrebbe concesso regalie, visto che l’Eurolega rimane il suo principale obiettivo, e non è casuale che dopo aver giocato in Lituania venerdì, abbia segnato appena 60 punti a Trento.

Ma così vanno le cose, e anche se la classifica vede ancora la Vuelle al settimo posto, sappiamo che non possiamo dormire sonni tranquilli, visto che appena cala la concentrazione, questa Carpegna Prosciutto mostra tutti i suoi limiti, da quelli atavici, ovvero la mancanza di un’alternativa a Cain, a quelli più recenti, come l’assenza di Massenat o Repesa.

Poi, si spera che una serataccia complessiva come quella di Cremona non capiti più, e che già dalla trasferta di Varese, Pesaro ritrovi almeno un paio di protagonisti, ma la spinta non può arrivare da Tambone, Cain o Filipovity, ottimi giocatori, ma che non hanno l’indole del leader, la spinta deve arrivare dalle “stelle”, da Robinson, Delfino e Filloy, i tre battitori designati di questa Vuelle, gli unici in grado di caricarsi la squadra sulle spalle e farla rimanere a metà classifica, perché è giusto ricordare che anche Massenat non è un trascinatore, così come non lo era Gerald Robinson.

Ma qui ritorniamo sull’altro leader di questa Carpegna Prosciutto, quel Jasmin Repesa rimasto a Pesaro per i sintomi del covid-19, e che speriamo possa riprendersi per la trasferta di Varese, altro crocevia stagionale, visto che in caso di successo, la Vuelle avrebbe il 2 a 0 contro i lombardi, che unito con la differenza canestri favorevole contro Cantù, la metterebbe in zona sicurezza, ma l’Open Job Metis è una squadra in salute, e giocherà al massimo delle proprie possibilità, quello che non ha fatto Pesaro ieri a Cremona.

Una rondine non fa primavera, e una sconfitta, se pur pesante, non deve cancellare una stagione fin qui più che positiva, ma rimanere all’erta è doveroso, senza pensare a chi deve ancora rientrare, o a chi è andato in Francia, concentrandosi sul presente e sull’immediato futuro, da affrontare con lo stesso spirito mostrato alle Final Eight di Coppa Italia.

DAGLI ALTRI PARQUET

Cade Milano, stanca per gli impegni europei, con Trento che pesca il jolly, in un match dal punteggio bassissimo (61-60), a quattro punti di distanza dall’Armani salgono la Virtus, che sabato si era aggiudicata il big mach con Venezia, e Brindisi che ha dilagato in casa della Fortitudo, rimane a quota 26 Sassari, sconfitta con merito a Varese, mentre il sesto posto se lo prende Trieste, brava ad avere ragione di una coriacea Cantù nel posticipo, e sale a 18 punti anche Treviso, che ha superato Reggio Emilia, in una ventunesima giornata che ha visto Brescia osservare il suo turno di riposo.

 

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