22 febbraio 2021
PESARO – Mi sono imbattuto per caso in una trasmissione televisiva che stava terminando e raccontava un territorio che adoro: il monte San Bartolo. Lo considero una meravigliosa palestra per preparare i miei cinque Cammini di Santiago, per godere del piacere di camminare in solitudine o in compagnia, scoprendo o riscoprendo ogni angolo di un territorio che niente deve invidiare ai sentieri francesi, spagnoli e portoghesi molto conosciuti grazie al passaggio annuale di centinaia di migliaia di pellegrini diretti a Compostela.
Grazie a Rai Play, ho recuperato Domani è domenica, una nuova trasmissione su Rai Due, che ha dedicato la sua prima puntata al Parco Naturale del Monte San Bartolo.
Roberta Cannata, inviata di Domani è domenica, dopo un servizio su Gradara e il castello noto per l’amore di Paolo e Francesca cantato da Dante, è arrivata sul San Bartolo scortata da tre ciclisti in mountain bike.
“Il nostro viaggio nelle Marche inizia in bicicletta e siamo arrivati nel meraviglioso parco naturale del monte San Bartolo, meta ideale per un week-end di sport, natura, enogastronomia e tanto divertimento…“. E tanto disprezzo delle regole. Ovviamente, Roberta non ha alcuna colpa. E dubitiamo sia arrivata sul colle in bicicletta. Crediamo che il mezzo possa essere stato fornito dall’Ente Parco o dai ciclisti che l’hanno accompagnata sulla Montagnola, che molti conoscono come il Tetto del Mondo. Domanda: i ciclisti erano capitati per caso o sono stati mobilitati dall’Ente Parco?
La Montagnola, lo straordinario angolo tra Casteldimezzo e la Vallugola, è proibita ai ciclisti, che da sempre ignorano i divieti, mettendo a repentaglio la propria e l’altrui incolumità.
Roberta Cannata, che ha intervistato il direttore del parco, Marco Scriboni, e Laurent Sonet, responsabile del Servizio naturalistico ambientale, ha speso belle parole sulla meraviglia della natura qual è il colle:
“Qui nel parco San Bartolo si può fare tanto sport all’aria aperta: 22 sentieri per camminare, andare in mountain bike oppure fare trekking“.
Ecco, con tanti sentieri a disposizione, è assurdo che i ciclisti debbano invadere gli spazi riservati a chi cammina. Ma se a promuovere questa noncuranza sono i responsabili dell’Ente Parco, prendersela con chi pedala è una perdita di tempo quotidiana.
Lo confesso: sono annichilito davanti a questo comportamento esibito da chi dovrebbe promuovere il rispetto delle norme che tutelano la vita nel parco.
Venerdì, durante una lunga escursione sul San Bartolo, da Baia Flaminia a Gabicce Mare, mi sono imbattuto più volte in ciclisti che ignorano l’evidenza dei cartelli che vietano il loro passaggio. Alcuni proprio sulla Montagnola, altri sul Brisighella, un sentiero ancor più pericoloso. Peggio: qualcuno ha provato a cancellare il divieto con un pennarello.
Di fronte a questi comportamenti, mi permetto di domandare a Scriboni e Bonet: conoscete il parco e le norme che ne regolano la vita quotidiana? Conoscete gli spazi dedicati solo a chi cammina o fa trekking?
Se sì, perché vi siete prestati a pubblicizzare le mountain bike sulla Montagnola quando ai tre accessi all’area sono collocati cartelli di divieto?
Un Ente Parco che calpesta le norme che regolano la vita comune in un angolo di paradiso conferma una sensazione che nutro da anni: è un ente inutile, autoreferenziale, che si nutre di sfilate – tipo quella mostrata nel servizio televisivo di sabato 13 febbraio -, di proclami privi di significato concreto e alla prova dei fatti non esercita il controllo del territorio che gestisce.
Impossibile dimenticare la gara automobilistica che turba l’ambiente e gli animali che popolano il parco senza che l’Ente abbia battuto ciglia, quanto meno per esprimere dissenso su una scelta a dire poco discutibile.
Lo fa, anzi non lo fa, per quieto vivere, per tirare a campare, per distrazione? O – sarebbe peggio – perché ignora le norme che regolano la vita del parco?
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