di Redazione
27 gennaio 2021
PESARO – Con una lettera a firma indirizzata al Mise, CNA Installazione Impianti, ha sollevato il problema relativo alle criticità che i numerosi interventi legislativi e normativi, completamente scoordinati tra loro, stanno provocando in merito all’abilitazione dei Responsabili Tecnici delle imprese impiantiste.
Nella nota si ricorda che “sono 30 anni che l’impiantistica è regolata da una legge di abilitazione professionale (prima la Legge 46/90, poi il D.M. 37/08) che determina i requisiti tecnico professionali che devono possedere i responsabili tecnici delle imprese abilitate. A questa si sono aggiunte nel tempo altre norme che hanno implementato i requisiti richiesti agli impiantisti per svolgere il proprio mestiere”.
Per la CNA, l’elenco è lungo: si va dalla qualificazione Fer, ai continui tentativi di normazione del settore da parte dell’Uni che continua a proporre percorsi certificativi “abilitanti” e aggiuntivi (seppur volontari) per le imprese del settore, dal recente Decreto Legislativo 10 giugno 2020, n. 48 che prevede che entro 6 mesi dall’entrata in vigore del decreto stesso il Mise emani un provvedimento nel quale vengano stabiliti i requisiti tecnico-professionali che devono avere gli operatori che provvedono all’installazione dei sistemi tecnici per l’edilizia (impianti termici, elettrici ed elettronici, anche alimentati da energie rinnovabili), al nuovo schema di decreto in attuazione dell’articolo 46, comma 3, lettera a), punto 3, del decreto legislativo n. 81/2008, riguardante i criteri generali per il controllo e la manutenzione degli impianti, delle attrezzature e degli altri sistemi di sicurezza antincendio.
“Solo qualche settimana fa – prosegue la nota – siamo riusciti a scongiurare un emendamento alla Legge di Bilancio che, introducendo il Digital Bonus, attribuiva all’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom), la competenza per indicare le specifiche tecniche per l’accesso degli operatori sul mercato, senza tener conto che tali impianti sono già regolati dal D.M. 37/08”.
La lettera, firmata dal presidente di CNA Installazione Impianti, si conclude con la richiesta di tutelare il patrimonio di competenze e conoscenze che sono maturate in questi anni e di “valutare, se proprio necessaria, una revisione normativa tenendo comunque conto che interventi non coordinati potrebbero compromettere l’economia di un intero sistema di imprese, vanificando gli sforzi profusi dal Governo per sostenerne la ripartenza dopo il drammatico periodo di pandemia che, purtroppo, è tutt’altro che superato”.
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