di Redazione
22 gennaio 2021
Da una mamma riceviamo, e pubblichiamo, la bellissima lettera aperta che ha scritto alla figlia liceale, alle prese col surreale percorso scolastico a distanza:
La sveglia alle 7:30 che suona ripetutamente, L. non si alza.
Vado nella sua camera la chiamo, lei si gira dall’altra parte.
Alzo le serrande faccio entrare la luce, lei non sente legge e si tira su le coperte.
Finalmente poi, dopo infiniti solleciti si alza come uno zombie, accende il computer e va in bagno.
Tra meno di 3 minuti inizia la lezione.
Io che la rimprovero, quello non è il modo giusto, ma lei con lo sguardo basso è assente, non ne vuole sapere.
Si sciacqua gli occhi e mentre il prof dà il buongiorno lei è ancora in bagno.
Si mette la prima felpa che trova e se la infila sopra il pigiama.
È pronta per la lezione… occhi assonnati, capelli poco pettinati, pantaloni del pigiama e ciabatte… questo è ciò che appare di lei, ma dentro cosa pensa, cosa rimugina, quale altra giornate le si prospetta? Un’ altra mattinata in Dad.
Prof super pronti, attenti, e ragazzi sempre più super assenti mentalmente.
Tra un’ora e un’altra neanche il tempo di andare al bagno perché le loro ore sono rimaste le solite e non sono ridotte e questa volta i prof non tardano neanche un minuto tra una campanella e un’altra, collegandosi online sono super puntuali, come è giusto che sia… ma 5 minuti di relax servirebbero anche al più bravo della classe!
I prof mantengono il ritmo e quasi lo alzano come mi dice lei, fanno di tutto non li vogliono perdere, li vogliono attenti, attivi ed aumentano il livello. O perlomeno a lei sembra così.
Compiti e verifiche a raffica, magari più difficili, perché da casa si copia più facilmente, si ha il cellulare, aiuti da Google, dal compagno che ti invia un WhatsApp, ma se l’asticella si alza, l’umore dei nostri ragazzi contrariamente si abbassa e c’è qualcuno di loro che non ce la fa più.
Questi ragazzi si trovano a combattere contro qualcosa e per qualcosa che non ha più senso!
Poche gratificazioni o nessuna.
Io le ripeto che tutti gli alunni del mondo in questo momento sono nella sua stessa situazione, che deve stringere i denti, combattere, che sono momenti difficili e che passeranno, deve continuare a far vedere quello che vale, deve provarci, per lei stessa prima di tutto, perché tutto ciò che lei farà, sarà per se stessa e ne vale veramente la pena, non deve mollare!!
Lei è stanca, ribatte che i suoi 16, 17 anni sono persi che non ritorneranno. Rivuole indietro la scuola, gli amici, il teatro, la palestra, la discoteca che non ha ancora mai visto, rivuole indietro semplicemente la sua vita. Una vita normale da liceale, con tutte le sue bellezze e i suoi problemi adolescenziali.
Vuole vivere, combattere, divertirsi, amare e litigare, vuole tornare in mezzo al mondo.
Vuole sedersi al banco ad ascoltare affascinata l’ora di filosofia, sbuffare a quella di fisica, vuole, intervenire, interagire, percepire, vedere la sua compagna di fianco che sorride, vuole riuscire a tornare seduta all’ultimo banco, vuole la normalità la bellezza dello studiare, dell’apprendere, vedere in classe un prof che spiega con gusto la sua materia, che la riprende perché non ascolta, o che entra e saluta tutti con un buongiorno finalmente reale!
In questa situazione così complessa per tutti, loro i nostri ragazzi, i nostri adolescenti, la nostra generazione futura, oltre a combattere con i propri mostri, quest’anno ne hanno uno ancora più grande da affrontare e allora questa dad per quanto intricata dovrebbe forse rallentare, o perlomeno si dovrebbe capire che lo stare seduti nella propria camera non è lo stesso che stare a scuola. Noi genitori siamo grati è vero, perché i programmi dei prof sono alla pari ma magari il loro conoscere non risiede solo nei libri e nel sapere scolastico, in questi anni è importante anche conoscere se stessi, provare a fortificarsi ed attraversare sì burrasche, perché è da quelle che si impara e ci si rialza più forti, ma il fatto è che loro in questo momento non vedono in fondo il sereno e quel sereno glielo dobbiamo far vedere noi in tutti i modi, o dobbiamo promettere loro che lo vedranno.
Tutto passerà cara ragazza mia, vedrai, vivrai anche tu la tua vita più bella di prima, la riprenderai in mano e ne farai quello che vuoi.
A L.
La mamma.
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