A piedi da Carugo a Fano, 430 chilometri: una storia inverosimile

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2 dicembre 2020

IMG_4680 2PESARO – Per un giorno ha battuto le notizie sul Coronavirus e quelle sul prossimo DPCM in vista delle festività natalizie e di fine anno, e ha occupato spazi importanti in radio, Tv e quotidiani, sia cartacei sia online. Il Corriere della Sera gli ha concesso l’onore della rubrica in prima pagina, Il Caffè di Massimo Gramellini. Che se non altro ha avuto un titolo divertente: Il maritoneta.
Il 48enne lombardo che avrebbe camminato da Como a Fano (come hanno scritto e annunciato quasi tutti gli organi d’informazione) si è guadagnato anche l’onore della rubrica La cattiveria nella prima pagina de Il Fatto Quotidiano.
Tra martedì e oggi, gli organi d’informazione di tutta Italia si sono sbizzarriti a raccontare la vicenda del marito che, dopo un litigio con la moglie, è uscito di casa ed è stato rintracciato, una settimana dopo, mentre camminava a Fano, in località Gimarra.
Radio, TV e giornali si sono divertiti a sviscerare la vicenda, ma hanno evitato di farsi la domanda: è vero?
Abbiamo usato il condizionale – avrebbe camminato – perché siamo di fronte, fosse vera, a un’impresa degna di un grande atleta, non di un marito di 48 anni che litiga con la moglie ed esce.
Atteniamoci ai fatti: l’uomo sarebbe sparito una settimana prima del ritrovamento. La moglie ha presentato denuncia alla questura di Como domenica mattina.
La distanza da Carugo (questo il luogo di residenza secondo il quotidiano La Provincia di Como) a Fano è di circa 430 km. Che, secondo la polizia, il 48enne avrebbe percorso camminando.
Non è possibile camminare 24 ore al giorno per sette giorni consecutivi senza riposare. Se l’uomo si fosse “accontentato” di riposare (ma dove?) 6 ore al giorno, i 61,42 km necessari per totalizzare 430 km in una settimana li avrebbe percorsi in 18 ore quotidiane, con una media di 3,41 km all’ora.
Niente male. Anche un atleta bene allenato che adopera il materiale tecnico necessario a evitare conseguenze agli arti avrebbe difficoltà a imitarlo, soprattutto scarpinando sull’asfalto.
Servono scarpe da camminata, che poi sono quelle da corsa, calze senza cuciture per prevenire le vesciche, il primo nemico di chi cammina. Lo sfregamento tra pelle e calzatura provoca arrossamento prima e ritenzione di liquido poi: la vescica. Anche una piccola vescica  obbliga a camminare in maniera irregolare. Una cattiva postura è causa delle tendiniti.
Il 48enne lombardo è un camminatore abituale? Effettua lunghe uscite? Che scarpe ha utilizzato per arrivare da Como a Fano? Aveva il cambio di indumenti? Si muoveva con uno zaino sulle spalle? Come si proteggeva dal freddo della notte?
L’esperienza di camminatore induce a molti dubbi sulla veridicità della notizia.
L’anno scorso ho percorso 9.200 chilometri, compresi i 900 del Cammino (del Nord) di Santiago, in 27 giorni. Quest’anno, al 30 novembre ho totalizzato 6.160 km, di cui 574 nel mese di novembre. 574 km  in 30 giorni, non in una settimana, camminando con scarpe e calze adeguate, curando piedi e gambe, soprattutto mangiando e dormendo a casa e riposando dopo ogni uscita quotidiana
Se il 48enne avesse camminato davvero da Como a Fano, senza mai sbagliare strada, altrimenti i chilometri aumenterebbero, avrebbe stabilito un record difficile da superare anche da parte di atleti allenati. E meriterebbe i complimenti degli appassionati delle lunghe camminate.
Ma al posto dei giornalisti italiani, che hanno fatto il copia e incolla della notizia, qualche domanda me la sarei fatta.

 

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