Cna denuncia: escluse più di 300 attività dal Decreto Ristori. Penalizzate pizzerie al taglio, piadinerie, rosticcerie. In 1826 riceveranno i sostegni

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30 ottobre 2020

piadinaPESARO – Ecco quante saranno le attività che rimarranno escluse dai benefici del Decreto ristori in provincia di Pesaro e Urbino. Lo ha calcolato CNA Agroalimentare che, sulla base dei codici Ateco contenuti nell’ultimo Dpcm, ha censito le imprese che sono state ingiustamente escluse.

Nel settore delle pizzerie al taglio, take away, friggitorie, rosticcerie e tutte le attività che per il consumo non dispongono di posti a sedere, le attività che non potranno godere dei ristori previsti sono 297. Altre 13 sono invece attività comprese tra catering e mense escluse dal bonus.

Sono ammessi a contributo invece 757 tra ristoranti, fast food; pizzerie, rosticcerie con posti a sede. Altre 25 attività tra birrerie, pub ed enoteche con cucina e posti a sedere.

Ed ancora 132 tra gelaterie, pasticcerie, 15 attività di fornitura per catering, banchetti, matrimoni. E infine ammessi anche 884 tra Bar, pub, caffetterie e birrerie con somministrazione di bevande per il consumo immediato (ma con tavoli), e senza il servizio cucina.

In totale di tratta di 2.126 attività interessate dal provvedimento. Di queste più di 300 non potranno dunque accedere ai contributi previsti.

Ma la battaglia per CNA non finisce qui.   Le imprese del settore della ristorazione che sono state inspiegabilmente escluse dagli indennizzi previsti con il Decreto ristori dovranno essere riammesse. Risultano escluse tutte le imprese che svolgono l’attività senza somministrazione, in pratica tutto l’artigianato della ristorazione: pizzerie a taglio, gastronomie, rosticcerie, piadinerie, gelaterie non sono ammesse ai contributi nonostante stiano accusando da tempo vistosi cali di fatturato.

Per questo CNA ribadisce che tali attività devono essere assolutamente comprese nel comparto della ristorazione quando si parla di indennizzi, anche perché sono sempre inserite nei provvedimenti e nelle disposizioni in materia di obblighi e norme di sicurezza.

CNA confida che l’esclusione dal Decreto sia una banale – ma gravissima svista – e che l’esecutivo porrà rimedio con tempestività.

Il provvedimento consente, infatti, ai Ministri dell’Economia e dello Sviluppo Economico di estendere la platea dei beneficiari in qualsiasi momento.

La Confederazione infine sollecita il Governo a proseguire il confronto con le associazioni datoriali per definire metodo chiaro preciso e coerente per definire il perimetro delle misure di ristoro.

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