Un libro alla settimana: Dante, di Alessandro Barbero

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29 ottobre 2020

DantePESARO – È uscito da poche settimane ed è già un successo. Non poteva essere altrimenti, visto che l’autore è Alessandro Barbero, professore di storia medievale.
La presentazione ufficiale è avvenuta in Santa Croce, a Firenze, nella Firenze che sognava di riportare a casa le spoglie di Dante, ricevendo lo sdegnato rifiuto di Ravenna, dove è morto nel settembre del 1321.
In precedenza, il professor Barbero aveva tenuto una applauditissima presentazione del libro a Vercelli,  dove insegna. E ha potuto contare sull’invito a essere ospite di Quante storie, alle ore 12,45, la quotidiana trasmissione di Rai Tre.
Come tutte le opere di Barbero, anche Dante è produzione raffinata, attenta, scrupolosa, capace di attirare l’interesse anche di chi non ama la letteratura e Dante. Ma, come spiega l’autore, il libro è tutt’altro che un’analisi letteraria.
“A questo libro – ha spiegato Barbero nell’incontro di Vercelli – abbiamo deciso di dare un taglio preciso: Dante uomo del suo tempo. Il libro è una biografia. Io non sono un letterato, non sono uno storico della letteratura, non racconto l’opera di Dante, tanto meno la Divina Commedia e la sua produzione letteraria. Racconto la vita di un uomo del Medioevo, che è il periodo che studio e insegno. Rispetto ad altre vite  di gente qualunque, sulla vita di Dante abbiamo molte informazioni. Ciò non significa che sappiamo tutto di lui. Anzi, sappiamo poco o niente. Ci sono anni della sua vita su cui siamo completamente all’oscuro. E non sappiamo quando, esattamente, abbia scritto questo o quel canto della Divina Commedia. Però a nostra disposizione abbiamo una quantità di cose sufficienti a scrivere un libro, che è un tentativo per raccontare al pubblico di oggi come ha vissuto dalla nascita alla morte un uomo del Medioevo. Dante era immerso nella sua epoca, come noi lo siamo nella nostra”.
“A un certo punto, scrivendo l’Inferno, Dante immagina di essere arrivato in uno dei luoghi più profondi, dove incontra peccatori sempre peggiori. E incontra il girone dedicato ai seminatori di discordia, di scisma. Personaggi litigiosi che creavano dissidio, conflitto. Sono quasi tutti finito male. Dante li racconta come li immagina: feriti, piagati, sanguinanti, come i reduci di una sanguinosa battaglia. A quel punto, Dante ha uno strano dialogo con Virgilio e gli dice: Credo che qui, in mezzo a questi, ci sia anche un mio mezzo parente, un spirto del mio sangue. Virgilio gli risponde. “Certo che c’è. L’ho visto indicarti con il dito, e ha fatto un gestaccio. Ho sentito che gli altri lo chiamavamo Geri del Bello“. Cugino di Alighiero, padre di Dante, era stato ammazzato molti anni prima. E se Dante lo mette all’Inferno è perché pensa che si è meritato la fine che ha fatto, che se l’era cercata…”.
Il racconto del professor Barbero è affascinante, intrigante. Impossibile non esserne conquistati. Del resto, di lui si scrive che “il professore non si discute, si venera”.
Barbero, è scritto nella penultima di copertina, è “uno dei più originali storici italiani, noto al largo pubblico per i suoi libri – saggi e romanzi (di uno ci siamo occupati nella precedente punta di Un libro alla settimana; ndr). E per le sue collaborazioni televisive”.
Ci sentiamo di aggiungere solo che a raccontare la scrupolosità dello studio che ha portato il professor Barbero a completare la sua opera dedicata al Sommo Poeta, ci sono 80 pagine di note e bibliografia. Per chi ama Dante, per chi è innamorato del professore piemontese, è un libro che non può mancare nella libreria di casa.
Dante, di Alessandro Barbero (EditoriLaterza, 20 €)

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