“Fateci lavorare”: i pubblici esercizi scendono in piazza contro il Dpcm

di 

28 ottobre 2020

PESARO – Il mondo della ristorazione e dei pubblici esercizi di Pesaro si è radunato questa mattina in Piazza del Popolo per la manifestazione di protesta pacifica indetta dalla Fipe Confcommercio. Una manifestazione che ha coinvolto circa quattrocento persone cominciata col minuto di silenzio in memoria delle vittime commerciali “uccise” dai Dpcm governative. Dopo il minuto di silenzio tanti striscioni e proclami al megafono di categorie in sofferenza che chiedono di riaprire i locali (vedi le palestre), di ripristinare gli orari di chiusura a mezzanotte (vedi bar e ristoranti). Più semplicemente: di tornare a lavorare, ma anche di ricevere una cospicua esenzione dalle tasse di fronte ad una simile caduta libera. Il tutto messo nero su bianco in un documento in cinque punti consegnato al Comune di Pesaro e al neo-assessore regionale Francesco Baldelli.

facebook_1603901764352_67272515858315250181) Esonero da contributi e imposte almeno fino al 31 dicembre 2020

2) Fondo perduto da erogare alle aziende in maniera proporzionale alle perdite

3) Ripristino orario di chiusura per i pubblici esercizi al precedente Dpcm

4) Credito di imposta per tutti gli affitti e le locazioni proporzionale al periodo di chiusura o alla limitazione dell’orario di apertura

5) Calmierazione dei prezzi riguardanti le utenze  dilazione del pagamento delle bollette

“Siamo qui per protestare perche’ l’unica cosa che chiediamo e’ di lavorare- spiega il presidente dell’associazione dei Ristoratori di Confcommercio, Mario Di Remigio-. Abbiamo fatto una serie di investimenti da marzo ad oggi per adeguare le nostre attivita’ ed ora arriva questa decisione che ci impedisce di vedere certezze per il futuro ed, in particolare, fino a Natale. Se vogliono chiuderci devono prevedere le adeguate risorse non quelle previste dal decreto Ristori che sono briciole mentre noi abbiamo perso fatturati considerevoli. L’unica cosa da fare e’ che il Governo ci mantenga in maniera dignitosa non con i 600 euro proposti alla prima volta. Da marzo ad oggi abbiamo perso fatturati considerevoli, l’unico momento positivo e’ stato in estate. Ma adesso, specie nell’entroterra dove si apriva la stagione del tartufo, con la chiusura si perderanno altri fatturati importanti. Ci sara’ un danno notevole per l’economia e l’occupazione del territorio”.

Le delegazioni delle associazioni di categoria che poi sono state anche ricevute dal Prefetto di Pesaro-Urbino Vittorio Lapolla (leggi qui altro articolo Pu24).

 

 

Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>