Mentre l’Italia chiude i teatri, altri paesi europei li tengono aperti

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27 ottobre 2020

L’Europa suona, canta e balla, l’Italia, patria della cultura, dell’arte, regina dello spettacolo, è chiusa in casa, impossibilitata a respirare l’aria che fa bene ai polmoni: quella che fa circolare nel nostro sangue il cibo dell’anima.
Il governo Conte ha chiuso i teatri. Come agiscono gli altri governi europei?
Boris Johnson, premier inglese, era ferreo negazionista, poi, una volta colpito da Covid-19,  ha cambiato idea. Ma la Royal Opera House è chiusa e per salvare il proprio bilancio ha dovuto mettere in vendita un quadro dell’artista britannico David Hockney. Pare l’abbia acquistato un magnate delle telecomunicazioni, ora presidente della ROH in Covent Garden, da dove trasmettono le grandi produzioni del passato. Da oggi al 21 novembre si può vedere il Tannhäuser di Wagner.
La Gran Bretagna vive giorni critici. Se il maggiore incremento giornaliero di contagiati va agli Stati Uniti d’America (più di 72.000), con l’India al secondo posto (oltre 53.000). La Francia è terza (più di 41.000). Seguono Brasile e Regno Unito. L’Italia è al settimo posto. Però è al primo nel no alla cultura, all’arte.
Non c’è alcun dubbio che l’Opéra National de Paris sia un riferimento per tutto il mondo della musica.
La Francia sta attraversando un periodo giudicato addirittura peggiore di quello che registriamo in Italia, ma le autorità transalpine non hanno pensato neppure per un momento di cancellare la programmazione degli spettacoli.
Il prossimo concerto all’Opéra è in programma il 31 ottobre nel bellissimo Palais Garnier di cui abbiamo scritto in occasione dei recenti concerti organizzati dalla Rolex. L’appuntamento è in programma alle ore 17 e prevede musiche di Ravel e Debussy.
Il 4 novembre, alle ore 18,30, l’Amphithéâtre Bastille ospiterà l’omaggio a Georges Aperghis. Il concerto era previsto inizialmente alle ore 20, ma l’introduzione del coprifuoco dalle ore 21 nella regione di Île-de-France ha imposto di anticiparlo, così da rendere possibile la fine del concerto alle ore 20. Accompagnati al pianoforte da Felix Ramos, canteranno il soprano Andrea Cueva Molnar, il mezzosoprano Marie-Andrés Bouchard-Lesieur e il  tenore Fernando Escalona. In programma solo brani del compositore greco.
Programma anticipato anche per Bastien et Bastienne, una singspiel, recita cantata, la prima composta da Wolfgang Amadeus Mozart, in programma nell’Amphithéâtre Bastille, dal 16 al 23 novembre. In seguito all’introduzione del coprifuoco dalle ore 21 nella regione di Île-de-France, l’opera inizierà alle ore 19, invece che alle 20. La durata della stessa, senza intervallo, è stimata in circa 60 minuti.
Rimaniamo in Francia, passando dalla capitale Parigi alla città più rappresentativa del sud: Marsiglia.
Anche l’Opéra de Marseille ha preso la decisione di anticipare l’orario degli spettacoli  per consentire agli spettatori di rientrare a casa prima dell’inizio del coprifuoco. Così, Bolero, il celebre balletto di Maurice Ravel, è andato in scena, sabato 24 e domenica 25 ottobre, alle ore 19 e non alle 20.
Prossimi appuntamenti, sabato 7 novembre, alle ore 17, nel foyer dell’Opéra, celebrazioni per il 250° anniversario della nascita di Ludwig van Beethoven. Martedì 17 novembre è in programma la prima delle quattro rappresentazioni de L’italiana in Algeri di Gioachino Rossini. Sul podio, Roberto Rizzi Brignoli, un passato anche nel Festival pesarese. Il ruolo di Mustafà è affidato a Mirco Palazzi, protagonista lo scorso agosto della Petite Messe Solennelle con cui la città e il ROF hanno reso omaggio alla memoria delle vittime del Coronavirus.
La straordinaria bellezza della Staatsoper Unter den Linden non s'arrende al Covid-19 ( pagina Facebook)

La straordinaria bellezza della Staatsoper Unter den Linden non s’arrende al Covid-19 ( pagina Facebook)

Dalla Francia alla Germania, da Parigi e Marsiglia a Berlino. La Staatsoper Unter den Linden ospita domani, mercoledì 28 ottobre, Giselle, uno dei balletti più famosi. Appuntamento alle ore 19,30. Replica giovedì 29 e venerdì 30. Il 31 ottobre, alle ore 19, ma anche l’1 novembre, alle ore 15, Familienzauberflöte, musiche di Mozart, testo di Emanuel Schikaneder, per tutte le famiglie.

Il 2 novembre, alle ore 19,30, con replica il 3 novembre, alle ore 20, un grande concerto diretto da Daniel Baremboin, con la partecipazione di Genia Kühmeier, soprano, Violeta Urmana, mezzosoprano   lituano che nel ROF 1997 fu applaudita interprete della cantata Giovanna d’Arco, Klaus Florian Vogts, tenore, e Michael Volle, baritono.  Protagonisti anche la Staatskapelle Berlin e il Chor der Staatsoper Unter den Linden diretto da Martin Wright. In programma la Werke per coro, soli e pianoforte e la Sinfonia n. 8 in si minore D 759, Incompiuta di Franz. Schubert.
Da Berlino a Monaco, la Bayerische Staatsoper propone in questi giorni un programma italiano. Oggi  e giovedì 29, alle ore 19, va in scena Macbeth di Giuseppe Verdi. Fra gli interpreti, nel ruolo di Macduff, il tenore albanese Saimir Pirgu, lanciato anni fa dal’Accademia Rossiniana. Pirgu è anche protagonista, nel ruolo di Pinkerton, nella Madama Butterfly che andrà in scena il 30 ottobre.
Dalla Germania alla Spagna. Siamo a Madrid, Teatro Real. Dal 12 al 27 novembre sono previste dieci rappresentazioni di Rusalka, di Antonín Dvorák, una nuova produzione del Teatro Real, in coproduzione con la Säschsische Staatsoper di Dresde, il Teatro Comunale di Bologna, il Gran Teatre del Liceu di Barcelona e il Palau de les Arts Reina Sofía di Valencia. Il ricco programma del Teatro Real comprende anche opere di Donizetti, Puccini e Vivaldi.
A proposito del Gran Teatre del Liceu di Barcelona: va in scena in questi giorni una delle opere più amate dal pubblico di tutto il mondo: il Don Giovanni di Mozart. Dopo le prime rappresentazioni del 24 e 26 ottobre, si replica domani, sabato 31, quindi lunedì 2, giovedì 5 e domenica 8 novembre. Fra i protagonisti Luca Pisaroni, che dà voce a Leporello, che abbiamo apprezzato proprio ieri seguendo una registrazione  del 2010 proposta da Medici.tv. Pisaroni è stato un grande interprete de Le siège de Corinthe del ROF 2017, ma anche di un memorabile concerto il pomeriggio di Ferragosto dello stesso anno.
Pochi giorni fa a Barcelona grande successo per Juan Diego Flórez e Cécile Restier (Facebook Liceu)

Pochi giorni fa a Barcelona grande successo per Juan Diego Flórez e Cécile Restier (Facebook Liceu)

Nel programma del teatro catalano un doppio concerto che Juan Diego Flórez ha tenuto il 21 e 23 ottobre. Racconta Scherzo, giornale spagnolo online dedicato alla musica, che in un Liceu riempito a metà per le norme di distanziamento, Flórez ha registrato nuovi successi nella sua historial liceísta. “E sì che la pandemia non ha agevolato l’impegno del cantante e del teatro. Dal cambio di date alle restrizioni per l’accesso, ma il tenore peruviano che vive a Pesaro ha regalato – scrive ancora Scherzodue recital di 70 intensi minuti, senza pause, accompagnato dalla giovane pianista francese Cécile Restier“.

Rimanendo in Spagna, anzi in Catalunya, una notizia lega a Pesaro quanto sta accadendo nel Teatre La Faràndula di Sabadell, dove è iniziata una tournée che porterà Die Zauberflöte, Il flauto magico di Mozart, anche in altri centri, fino al bellissimo Palau de la Música Catalana. Fra i protagonisti dell’operato c’è anche il baritono Carles Pachón, interprete di Papageno.  Pachón ha studiato anche all’Accademia Rossiniana e da Barcelona ha espresso gioia nel sapere che in questi giorni a Pesaro si stanno tenendo le lezioni dell’edizione 2020 dell’accademia dedicata ad Alberto Zedda. Fra gli allievi e Pesaro nasce e resta forte un legame che accompagnerà lue loro carriere.
La Spagna, più che l’Italia, vive giorni difficilissimi. Tanto che giovedì il governo porterà in parlamento la proroga di sei mesi dello stato d’allarme e per il prossimo ponte di Ognissanti metà paese – Andalusia, Comunità di Madrid e Castiglia e León –  studia di applicare le misure di confinamenti perimetrali attualmente in corso, in Navarra, Paese Basco, Aragona, Asturie e La Rioja.
I teatri non chiudono e pure con limiti alle presenze di pubblico vanno avanti, con opere e concerti, perché la cultura, l’arte, lo spettacolo fanno bene alle nostre anime.
Ma in Italia, la patria del Rinascimento, del belcanto, dei musicisti più straordinari dobbiamo fare i conti con la grettezza del governo, che in alcuni suoi componenti è così miope da non rendersi conto dei  danni che sta facendo. Eravamo rimasti all’ineffabile ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, che affermava che con la cultura non si mangia, salvo poi smentire a parole, ma non con i fatti, visto che continuava a tagliare i contributi al settore. Oggi sembra di essere tornati a quei tempi, anzi a tempi peggiori.
Il presidente Conte, rispondendo a un appello che Riccardo Muti gli ha fatto pervenire attraverso il Corriere della Sera, ha affermato che si tratta di “una decisione particolarmente sofferta. Siamo stati costretti a prenderla perché l’obiettivo primario deve essere adesso recuperare il controllo della curva epidemiologica ed evitare che la sua continua ascesa possa compromettere l’equilibrio del nostro sistema sanitario“.
Lo confesso: non capisco le parole di Conte. Soprattutto il collegamento tra un concerto con poco pubblico e la crescita della curva epidemiologica. In estate hanno consentito concerti con migliaia di scalmanati. Uno in particolare: il concerto di Bob Sinclar in una discoteca pugliese. Dove erano, allora, Conte e i suoi ministri? In vacanza?
Governo, presidenti di Regione, sindaci hanno fatto come le tre scimmiette davanti a comportamenti scellerati, spesso organizzando manifestazioni che avrebbero potuto e dovuto evitare.  E adesso chi ne paga ne conseguenze? Chi si è comportato sempre correttamente.
Ora non resta che attendere di conoscere cosa deciderà il ROF che ha, aveva, Jun programma molto ricco per il mese di novembre. Speriamo non s’arrenda alla pochezza del governo e, come ci risulta stiano pensando fare di altre importanti realtà teatrali, allestisca gli spettacoli e li trasmetta in streaming, per dimostrare a Conte e a tutti i ministri che la cultura non s’arrende.

 

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