Vivono d’arte, rischiano di “morire” di DPCM: il governo Conte affossa la cultura

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25 ottobre 2020

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PESARO – Se al Governo avessero voglia di capire, gli basterebbe vedere queste immagini da Pesaro: in alto il Teatro Rossini durante La cambiale di matrimonio in agosto, in basso un momento delle lezioni dell’Accademia Rossiniana “Alberto Zedda”, con tutto il distanziamento possibile (Foto Amati Bacciardi)

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L’ennesima conferma, semmai ce ne fosse stato bisogno, che in Italia sono punite le persone perbene, quelle che rispettano le regole, non urlano, non insultano, non scendono in piazza per esprimere sdegno nei confronti di chi, nel caso il Governo presieduto da Giuseppe Conte, ha affossato le Muse.
Clio, Euterpe, Thalia, Melpomene, Tersicore, Erato, Polimnia, Urania e Calliope tradite da un governo che ha considerato superflui i teatri, il cinema, la musica.
Ah se ci fosse Zeus a controllare i DPCM. Purtroppo c’è Mattarella, che non perde occasione per esprimere passione per la musica, per la cultura, ma alla resa dei conti non muove un dito per evitare gli effetti dei DPCM.
E fra i ministri ci sono anche personaggi che non hanno esitato a strumentalizzare l’arte, ribadendo che “per ogni euro investito la cultura ne produce sei”. Infatti, si è visto come il governo ne abbia tenuto conto chiudendo teatri e cinema, intanto fino al 24 novembre. Poi si vedrà.
Raccontando il ROF 2020, quello di agosto, scrivemmo che comportamenti corretti, rispetto delle misure di prevenzione del contagio, avrebbero garantito la prosecuzione autunnale. Invece…
Durante il ROF abbiano registrato uno scrupoloso rispetto del protocollo da parte degli organizzatori e di quasi tutti gli spettatori. Ma nel resto della città…Eravamo immersi nella Pesaro dei due pesi e delle due misure.
Lo scrivemmo il 18 agosto, riportando le proteste di uno spettatore: “Per entrare in piazza dobbiamo superare due controlli, mostrare un documento d’identità che confermi il nome sul biglietto e firmare una dichiarazione che non abbiamo i sintomi del Covid-19 e non l’abbiamo avuto in precedenza. Poi, finito il concerto, per raggiungere l’albergo, devo fare lo slalom tra una masnada di ragazzini che fanno assembramenti e non portano la mascherina”.
Mica solo a Pesaro, anche nel resto d’Italia, perché il governo è stato incapace di collaborare con le amministrazioni locali per imporre il rispetto delle norme.
Chi le ha rispettate, oggi si sente cornuto e mazziato.
Non abbiamo vissuto per farci gli Spritz, per andare in giro privi di mascherina, per partecipare alle affollate feste in spiaggia. Quando, nei centri commerciali, ci siamo sentiti in dovere di rimproverare chi non aveva la mascherina o la portava sotto il mento, ci siamo sentiti rispondere in malo modo.
Però, oggi, il governo Conte ha deciso di punire soprattutto chi è corretto.
Però questa è la situazione e il Rossini Opera Festival, che il primo novembre avrebbe in programma il concerto conclusivo dell’Accademia Rossiniana “Alberto Zedda”, deve fare i conti con la chiusura dei teatri. Il ROF che rispetta tutti i protocolli (osservate le fotografie dalla pagina Facebook del Festival) punito senza alcuna colpa. Come tanti altri enti e tantissime persone, Consentitemi: una vergogna!
Legittima l’indignazione delle categorie interessate: “I teatri sono sicuri”.
L’AGIS, Generale Italiana dello Spettacolo, evidenzia i dati: dal 15 giugno, giorno della riapertura dopo il lungo confinamento primaverile, sono andati in scena 2.782 spettacoli, tra opere liriche, concerti, balletto e prosa, con la partecipazione di poco meno di 350.000 spettatori. Registrato un solo caso di contagio da Coronavirus.
Il ministro Dario Franceschini, che avrebbe il dovere di tutelare le categorie che segue il suo dicastero, ha dimostrato, una volta di più, di essere il classico democristiano. Alle 10,59 ha pubblicato il seguente tweet: “Un dolore la chiusura di teatri e cinema. Ma oggi la priorità assoluta è tutelare la vita e la salute di tutti, con ogni misura possibile. Lavoreremo perché la chiusura sia più breve possibile e come e più dei mesi passati sosterremo le imprese e i lavoratori della cultura”.
Mi permetto di citare un tweet di risposta firmato da Serafino Bandini. Mi auguro che Franceschini la legga: “Lavoro in teatro. Mascherine, distanziamento, disinfettante, sanificazione, chi entra lascia i propri dati. Pensate che chi si occupa d’arte se ne fotta del bene comune? Vi do una notizia: chi si occupa d’arte si occupa esattamente del bene comune”.
Aggiungo anche il commento di @archmeo: “Chiudete #Cinema e #Teatro perché c’è gente che si assembra nelle piazze, nelle vie davanti alle birrerie, bar, enoteche, etc. Non perché ci si assembra davanti Cinema e al Teatro, dove è facile non si assembri nessuno? Vorrei capire che ci azzecca?”.
Una doverosa sottolineatura: fino a ieri ero convinto che l’attuale governo, al netto della presenza del Partito di Renzi, fosse il migliore possibile. Dopo l’ultimo DPCM ho cambiato opinione. Non c’è niente di peggio di danneggiare tutti per colpa di chi sbaglia e non viene punito. Grazie Conte di affossare la cultura, di rovinare con il DPCM chi vive, anzi visse d’arte.

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