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26 agosto 2020
Noemi Murgia
PESARO – Ieri la Mostra Internazionale del Nuovo Cinema ci ha regalato un evento che, in questa estate surreale, ha quasi del miracoloso.
Oliver Stone, il pluripremiato regista e sceneggiatore statunitense, due volte premio Oscar per la miglior regia (per “Platoon” e “Nato il quattro luglio”, ma ha vinto la prestigiosa statuetta anche per la sceneggiatura di ”Fuga di mezzanotte”) è stato ospite della Mostra, durante la quale ha presentato la sua autobiografia, “Cercando la luce”, disponibile da domani in tutte le librerie (alla libreria Coop di Pesaro è disponibile una quantità limitata di copie autografate dal regista). Sul sito della casa editrice La Nave di Teseo, che l’ha pubblicata, si legge che “La storia che state per leggere parla della voglia spasmodica di realizzare un sogno a tutti i costi”. Sono parole dello stesso Stone, e sono convinta che malgrado i tempi difficili e incerti, tanti di noi hanno lo stesso desiderio. La vita intensa di un tale artista può di certo essere d’ispirazione.
Il maestro del cinema ha concesso alla stampa un incontro ai Musei Civici. Al suo arrivo, chi scrive ha colto nel suo sguardo un certo stupore nel vedere, nel cortile di Palazzo Mosca, la libreria che è stata parte della scenografia del “Moïse et Pharaon”, messo in scena al Rof nel 1997.
Stone ha parlato della sua autobiografia, scherzando sul fatto che tradotta in Italiano risulta molto più lunga (di circa 200 pagine) della versione americana, e di cui apprezza la copertina morbida, che rende il libro più pratico e maneggevole.
Da sempre autore di un cinema politicamente e socialmente impegnato, il regista ha parlato di quanto abbia creduto nel suo sogno e di quante difficoltà abbia incontrato nel realizzarlo, e di come abbia scritto e diretto tutti i suoi film con grande onestà. Ha scelto di raccontare i primi quaranta anni della sua vita perché pensa che siano quelli durante i quali si forma la personalità di una persona, tra successi e rifiuti.
Lui, che ha raccontato la guerra in Vietnam che ha vissuto personalmente combattendo come soldato, ha continuato a vedere gli Stati Uniti iniziare e prendere parte a guerre inutili, basate sul principio pericoloso “il mio paese è migliore del tuo”. Sulla situazione politica del suo paese sembra disilluso, ritiene sia impossibile contrastare il potere e quello che i suoi organismi vogliono far credere ai cittadini e afferma che ci sono verità che le persone non vogliono conoscere.
Finito l’incontro con la stampa, che il sindaco Matteo Ricci ha introdotto affermando che “la cultura, la musica e il cinema sono state il nostro grande passato, e saranno ancora una volta il nostro grande futuro”, Stone è salito sul palco della Mostra e ha indicato la luna, che con la sua bellezza faceva sembrare Piazza del Popolo il set di un film. Dopo aver ricevuto dal sindaco e dal vicesindaco una statuette di ceramica rappresentante Rossini, in compagnia del direttore artistico della Mostra Pedro Armocida ha raccontato alcuni fatti della sua vita. Tra ricordi e rimpianti (non aver fatto il cantante e l’attore) ha dichiarato di aver comunque vissuto una vita piena, “colorful”. Scrivere la sua autobiografia gli ha permesso di fermarsi e riflettere.
Ha raccontato dell’amore di sua madre per un film oggi considerato controverso, “Via col vento”, che lei vedeva semplicemente come una grande storia d’amore e per cui il tema del razzismo, oggi al centro dell’attenzione, passava in secondo piano.
Data la programmazione a Rocca Costanza di “Nato il quattro luglio”, la storia vera di Ron Kovic, veterano della guerra in Vietnam, Oliver Stone ha ricordato le difficoltà incontrate nel girare il film, interpretato magistralmente da Tom Cruise. Ha affermato di essere rimasto in ottimi rapporti con Kovic (suo coetaneo) definendolo un’anima bella.
E bella è stata la serata di ieri.
Lo svolgersi di eventi culturali internazionali quest’anno è quasi un miracolo. La presenza di Oliver Stone a Pesaro è ancora più speciale e a rendere questo evento possibile è stata anche Genoma Films. In particolare Marta Miniucchi che, conosciuto il maestro del cinema l’anno scorso in occasione di un importante evento cinematografico, ha fortemente voluto portarlo nelle Marche, dove Stone rimarrà per alcuni giorni, facendo tappa a Fano, Senigallia e Fermo per poi andare a Venezia per la Mostra del cinema.
Speriamo che s’innamori delle nostre terre marchigiane e ci torni presto.
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