17 maggio 2020
PESARO – Il basket, questo sport meraviglioso che ci fa gioire ma anche soffrire, esercita da sempre un grande richiamo, soprattutto nei luoghi che si nutrono di palla a spicchi.
Noi vogliamo proporvi, oggi, la bella storia di un giocatore di basket che, dovunque si è esibito, ha lasciato il segno. E continua a lasciarlo anche adesso che ha smesso di giocare, perché chi ama il gioco di squadra fa squadra sempre, sul parquet e nella nuova attività.
Se riuscite a leggere bene nelle pieghe della vostra esistenza, raccoglierete una palla vagante che stava per uscire dal campo e nella vostra mano si trasformerà in un fantastico assist. Così realizzerete che, sì, si può, se si ha voglia d’emergere, prima dalle piccole palestre del settore giovanile, poi dai grandi palazzi dello sport e adesso nei tornanti che ti riserva la strada della vita, che conosce discese e salite, ma apprezza sempre chi lotta con il cuore e con la testa, in campo e fuori.
Prima in campo, dove, partendo dalla sua Macerata e da Pesaro che lo ha adottato, ha girato l’Italia, da Ragusa (2000) a Siena (2017), poi seguendo una passione che lo sta facendo conoscere ovunque. Simone Flamini è il capitano dell’ultima grande Scavolini, quella che, nella stagione 2011/12, portò l’EA7 Armani Milano a gara 3 della semifinale scudetto, trascinando i diecimila dell’allora Adriatic Arena a un mezzo delirio.
Simone, maceratese di nascita e pesarese d’adozione, aveva esordito in A nella stagione 1998/99, ovviamente con la maglia biancorossa della Victoria Libertas. Appese le scarpe al classico chiodo, si è dedicato a un’attività che lo ha visto subito protagonista. Prima ha aperto con Fabio Mao Cesaroni, suo grande amico e socio, il TipoPub di Viale Trieste, un locale subito entrato nel cuore degli amanti dello sport, della buona birra e di chi apprezza la gustosa semplicità di un panino.
Da Pesaro, un salto a Barcelona, per l’apertura di Pepita, un altro pub nella zona della grande biblioteca universitaria che www.pu24.it ha raccontato in passato.
Da un po’ di tempo, complice anche la situazione assai complicata vissuta in Catalunya dopo il referendum per la secessione culminato con le violenze e gli arresti, Simone è a Zaragoza, capoluogo dell’Aragón, una grande e bella città. A Zaragoza, Simone si disimpegna con la consueta professionalità, quella riconosciuta da tutti in vent’anni di carriera sui parquet, nella Cierzo Briewing CO., la cerveceria artesana ubicata nel centro storico, in Calle Josefa Amar y Borbón, 8.
Simone – l’abbiamo visto all’opera – parla un eccellente spagnolo, ma non ha dimenticato le sue origini. Il rapporto con le Marche – Pesaro e Macerata – è costante e quando può non esita a trrascorrere qualche giorno in famiglia e con gli amici.
L’ultima volta, lo scorso febbraio, in coincidenza con le Finali di Coppa Italia a Pesaro e la Fiera della Birra a Rimini. Nell’occasione, TipoPub visse una bella serata in connubio con la birreria Cierzo, ospiti il Mastro birraio Sergio Ruiz e il beersommelier Guilem Laporta.
Una passione enorme, quella di Simone, ripagata dai risultati. L’ultimo è davvero singolare. Crediamo che siano davvero pochi i giocatori di basket ai quali è stata dedicata una birra.
È nata ALA PIVOT, una birra, è la nostra idea, che sembra la metafora dei ruoli che Simone conosce: si fa apprezzare sia sotto (canestro) che fuori.
ALA PIVOT è una birra DDH (acronimo di double dry hopping, luppolatura a freddo) IPA (India Pale Ale) di 7,5 gradi, prodotta da Birra MC – 77, birrificio artigianale che ha sede a Caccamo, in provincia di Macerata, con Cierzo Brewing CO, “tra i più luppolati della penisola iberica”.
I produttori presentano così ALA PIVOT: Profilo aromatico fruttato grazie a una speciale combinazione di luppoli e lievito. Il luppolo è protagonista di tutta la bevuta, dall’aroma iniziale all’amaro finale, ed è sorretto da un corpo morbido. L’etichetta è un omaggio all’anello di congiunzione tra i due birrifici, Simone Flamini, ora protagonista nella squadra del Cierzo.
La birra è disponibile su www.mc-77.com
Una birra che parla marchigiano e spagnolo, un omaggio a Simone.
Come è nata questa intrigante idea?
“Dal desiderio, dalla volontà di fare sì che la nostra regione e il nostro territorio vengano fatti conoscere anche fuori dai nostri confini, dai confini della nostra Italia – racconta Simone -. Le Marche sono una terra che, in pochi chilometri, ti propone sia il mare sia la collina, ma anche la montagna. Sono una regione ricca di opportunità per chi le visita, ma anche di piccole aziende artigianali che meritano di essere conosciute. Dai miei campi, sia quello attuale (la birra) sia quello passato (il basket) ho promosso il connubio tra Cierzo Brewing Co ed MC – 77 di Cecilia e Matteo, un birrificio situato in una zona poco distante da dove sono nato. Ho proposto che si conoscessero, s’incontrassero e dessero vita a un prodotto che rispecchiasse il profilo di una azienda giovane, che vuole crescere, farsi conoscere, mantenendo un profilo semplice, umile, ma allo stesso tempo propositivo. Ne è scaturito, in una sorta di scambio culturale, un prodotto artigianale a cui è stato dato nome ALA PIVOT. Una birra decisamente secca, amara e con profumi agrumati e tropical”.
Un nome certamente singolare per una birra?
“Erano i giorni prima del Covid-19 e miei compagni d’avventura spagnoli hanno pensato che la birra dovesse avere qualcosa che mi ricordasse, ma anche un nome che si potesse capire immediatamente sia in italiano sia in castigliano. Poi gli amici di MC – 77 hanno voluto che si creasse un giocatore “luppolato” che indossa la maglia della Victoria Libertas Pesaro che ha i colori biancorossi, che sono gli stessi di Macerata”.
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