10 maggio 2020
PESARO – Stamattina ho seguito il consiglio-appello del sindaco Matteo Ricci: “Non andiamo tutti al mare”. Prima la visita al cimitero centrale per mettere l’acqua ai fiori nella tomba dei miei genitori. Raramente, se si esclude i giorni dedicati ai defunti, ho visto tante gente al San Decenzio. Forse perché questa domenica è dedicata alla festa della mamma, che una volta, tra dolci e fiori, era da record d’incassi per chi, da decenni, ha monetizzato i sentimenti. Salvo qualche caso sporadico, mi è sembrato che il distanziamento sociale funzionasse. Assai peggio la situazione su ciclabili e marciapiede. Ascoltando uno ciclista che, ovviamente, telefonava, mi è sembrato di capire che fosse reduce dalla discesa sul Sentiero della Santa Croce, vietato ai ciclisti. Non è una novità, nella Città della Bicicletta e dei ciclisti poco civili.
Ignorando la ciclabile che fiancheggia Via Kolbe, letteralmente intasata, con distanziamento sociale impossibile da osservare, ho risalito il colle di Montegranaro fino alle Rive: Via Michelini Tocci, Traversa di Monte Ardizio, Via Aleardi, Via Kennedy, Strada di Montegranaro. Rispetto ai tempi prima del Covid-19, molti più camminatori, soprattutto coppie. Quasi tutti con la mascherina e se si esclude l’atavica ignoranza dell’articolo 190 del Codice della Strada, che – in mancanza di marciapiede – impone di camminare a sinistra, ovviamente in fila indiana, ho registrato una situazione abbastanza tranquilla. Insomma, non da Viale Trieste e neppure da Navigli milanesi. Tra l’altro sono passati anche due vigili urbani in motocicletta.
Da Strada di Montegranaro ho preso prima Via Barsanti, poi Via Pirandello, raggiungendo le Rive, dove i camminatori, spesso con cane, non erano certamente uno, ma nemmeno centomila.
La sorpresa, dopo uno sguardo al Belvedere dell’Ardizio, al termine della discesa sulla Panoramica: pensavo di proseguire verso la Strada di Fonte Saiano, invece mi sono trovato davanti alla novità di un sentiero – applausi a chi lo ha realizzato e pulito, tanti fischi a chi ha lasciato a terra cocci di vetro – che scende dal colle e confluisce nella Statale Adriatica. Un cartello che indica “spiaggia” annuncia il sentiero, fatto anche di scalini di terra e panchine ricavate da tronchi d’albero per prendere eventualmente fiato se si sale dal mare al monte. Spero che questo articolo non istighi i ciclisti a utilizzare un passaggio che, in tutta evidenza, è pedonale.
Una volta sulla Statale Adriatica, camminando all’interno delle aree di sosta, ho raggiunto il cavalcaferrovia di zona Miramare. Una foto per constatare che la pista ciclabile era praticamente vuota, a mezzogiorno, solitamente ora di grande affluenza. Che anche altri, come me, abbianno recepito l’appello del sindaco? Spero sia davvero così.
Però mi permetto di rivolgere un appello al sindaco Ricci: faccia sì che le piste siano ciclabili, evitando che i pedoni le invadano camminando affiancati in tre-quattro, ma anche solo in due, ma faccia altrettanto con i marciapiede, impedendo ai ciclisti di calpestare, oltre alle norme del Codice della Strada, quelle sul distanziamento sociale.
Non è un caso che l’unica foto degna di nota sia quella che ho scattato, dalla Statale, a un simil assembramento di ciclisti nella curva prima del rettilineo dei camping che conduce a Fosso Sejore.
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