di Redazione
13 gennaio 2019
PESARO – Otto punti in 14 partite giocate, con soltanto quattro vittorie e ben dieci sconfitte. Basterebbe questo semplice dato, basato sui risultati, per spiegare e descrivere alla perfezione la sin qui deludente stagione della Vuelle Pesaro. Un andamento a dir poco lento e che per qualcuno – i più pessimisti – sembra diventare il preambolo a un finale, se non già scritto, comunque complicato. Il simbolo di una stagione nata male e che rischia di finire ancora peggio. C’è una statistica che dà l’immagine delle difficoltà ed è quella della differenza punti: -162, La peggiore della Serie A e d’altronde non potrebbe essere altrimenti. A mancare sono quindi difesa e attacco. Ma nel complesso non c’è organizzazione e struttura.
A pagare è stato coach Galli, esonerato qualche giorno fa. Al suo posto è arrivato Boniciolli. L’allenatore di prestigio, ex Fortitudo, è pronto a rimettersi in gioco. Il suo compito però sarà tutt’altro che semplice, in quanto dovrà ripartire da zero e lavorare tra le macerie di un gruppo che appare sfaldato e che necessità di essere ricostruito. Insomma, un’autentica sfida, che ha quasi il sapore della vera e propria impresa. Il primo obiettivo, come detto dal tecnico stesso nella conferenza stampa di presentazione, sarà innanzitutto riconquistare la stima e il rispetto del pubblico.
La salvezza è una missione proibitiva? Va detto che il basket, ma lo sport in generale, ci ha insegnato che niente è impossibile. E poi la speranza è sempre l’ultima a morire. A non credere molto nella permanenza in Serie A della Vuelle Pesaro sono però gli operatori delle scommesse sportive. Infatti, il quadro sulla Lega Basket Serie A proposto da Bwin vede la Victoria Libertas tra le tre principali indiziate alla retrocessione, insieme a Cantù e Pistoia. Per non parlare delle quote scudetto, che vedono gli uomini di Boniciolli quotati a 201. Nessuna ambizione tricolore ovviamente, ma questo serve a dare l’idea di quanto una rimonta e una risalita immediata non sia cosa banale.
Coraggio, determinazione, grinta, carattere e personalità: questo è tutto ciò che sta mancando. Il cambiamento della guida tecnica potrebbe dare la scossa e risvegliare dal torpore. L’emblema del momento complicato è senza alcun dubbio l’ultima partita contro Reggio Emilia, terminata 108-66. Pesaro è rimasta in partita per soltanto cinque minuti. Poi è arrivato un crollo vertiginoso e a dir poco ingiustificabile. A colpire sono state soprattutto le percentuali negative al tiro, sintomo di una concentrazione che non c’è e di un sistema di gioco che fa acqua da tutte le parti. L’unico a salvarsi è il solo Mockevicius. Il cestista lituano, di ruolo centro, cerca sempre di caricarsi la squadra sulle spalle, ma è molto spesso poco aiutato e supportato dai compagni.
Serve una svolta. Lo spettro della retrocessione aleggia nell’aria. A meno di un risveglio che può partire dal pubblico pesarese, che molto spesso – storicamente – ha fatto la differenza in positivo.
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