Vuelle-Torino, l’era Boniciolli battezzata da un mezzogiorno di fuoco alla VitriFrigo Arena

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11 gennaio 2019

PESARO – La Vuelle non stava più bene, inutile negarlo, anche se fino ad un mese prima era una squadra in salute, magari non ottima, ma comunque buona, che le permetteva di restare nella scia di compagni di avventura, sicuramente più in forma di lei, ma arrivare primi non è mai stato il suo obiettivo. Poi, senza nessun preavviso, la salute è andata peggiorando, in maniera asintomatica, perché fino ad Avellino tutto filava liscio, poi qualcosa è cominciato ad andare storto, peggiorando settimana dopo settimana e il medico che l’aveva seguita negli ultimi tempi – Massimo Galli – non ci stava capendo più niente, non era più in grado di fare una diagnosi accurata, nonostante ci abbia provato a cambiare la cura. Niente da fare, la febbre saliva ogni domenica, fino ad arrivare a 42 (meno), che se continuava a salire ancora, si rischiava di rimanerci secchi. Così, come ogni buon padre di famiglia, il papà della squadra – Ario Costa – dopo aver sperato che la cosa passasse da sola, ha cominciato a preoccuparsi sul serio, a capire che ormai il dottore che l’aveva in cura, non era più in grado di guarirla, e dopo aver aspettato un paio di settimane di troppo, durante le quali si sono persi momenti preziosi per la guarigione, ha deciso di rivolgersi altrove, ad altri medici più preparati, ma a chi affidare la sua preziosa creatura? La prima idea è stata quelle di rivolgersi ad un medico amico – Procaccini – di famiglia, bravissima persona, ma forse senza la necessaria esperienza per far guarire rapidamente il paziente, così, consapevole che i medici bravi costano, il buon padre di famiglia si è rivolto agli amici di sempre, per sapere fino a dove poteva spingersi dal punto di vista economico, e una volta avute le necessarie garanzie, ha contattato due ottimi medici, che conosceva da tempo, ma con caratteristiche diverse. Il primo – Pillastrini – è un ottimo tuttologo, ovvero è ormai in giro da così tanto tempo, che le malattie le conosce quasi tutte, ma per guarirle usa sempre lo stesso sistema, che funziona nel 90% dei casi, ma va in difficoltà se i sintomi non sono chiarissimi, così la scelta è caduta sul secondo – Boniciolli – il Dr. House della situazione, uno che è abituato a prendere la situazione di petto, infischiandosene di quello che era successo fino al giorno prima, non dando nemmeno un’occhiata alle vecchie cartelle cliniche, ma iniziando la diagnosi da zero, con esami approfonditi nuovi di zecca, parlando col paziente, anche se sa che tutti mentono, ma per evitarlo, lo mette davanti alle proprie responsabilità, facendogli vedere le cose da un punto di vista diverso, iniziando però, fin da subito, a combattere la malattia, qualunque essa sia, con una terapia aggressiva, per eliminare il virus del cattivo gioco fin da domenica prossima, continuando poi fino a maggio, quando il paziente dovrebbe essersi ripreso completamente ed in grado di camminare con le proprie gambe, senza rimanere da queste parti l’anno prossimo.

Matteo Boniciolli (a destra), stretta di mano con Ario Costa

Matteo Boniciolli (a destra), stretta di mano con Ario Costa

E continuando col paragone medico, se la scelta è caduta su Boniciolli, vuol dire che la malattia è veramente grave, e che soprattutto, non è stata ancora ben individuata, e se da un lato, l’arrivo di un coach serio e preparato non può che farci piacere, dall’altra ci preoccupa, perché non sarà facile uscirne indenni, senza altre ricadute, che ci saranno sicuramente, ma che non dovranno essere eclatanti come le ultime cinque, altrimenti, più che un dottore, si dovrà chiamare un’esorcista, uno in grado di scacciare i fantasmi dalla testa dei giocatori.

Della lunga conferenza stampa di presentazione svoltasi martedì, ci sono rimaste impresse due-tre cose: la prima è che Boniciolli si è definito un allenatore, uno che allena la squadra e non la gestisce solamente, particolare di non poco conto al giorno d’oggi, la seconda è che sa di avere in mano una squadra potenzialmente da playoff, almeno come quintetto, ed il suo compito è quello di riportarla al livello di novembre, senza intervenire per ora sul mercato, la terza è che cercherà di convincere gli americani, che per ottenere un contratto più redditizio la prossima stagione, non gli basterà più mettere insieme buone statistiche, come avveniva in passato, perché adesso le società di buon livello, guardano anche ai risultati ottenuti, all’atteggiamento in campo e fuori, e alle percentuali, perciò, anche se sei reduce da una stagione da 20 punti e 10 rimbalzi, non è automatico che in quella successiva giocherai in Eurolega e ogni riferimento a Blackmon e McCree, non ci è sembrato puramente casuale.

 

LA PARTITA DELLA SETTIMANA

VICTORIA LIBERTAS PESARO – FIAT TORINO

DOMENICA 13 GENNAIO – ORE 12.00 – VITRIFRIGO ARENA DI PESARO

Diretta streaming su Eurosport player

 

L’AVVERSARIA DELLA SETTIMANA

Degli effettivi presenti alla prima giornata, non ne sono rimasti molti in casa Fiat, che è la squadra che ha cambiato di più in questi tre mesi, quello dove un santone della pallacanestro come Larry Brown non è riuscito a calarsi nel basket europeo, nonostante fosse stato accontentato ogni volta che pretendeva di cambiare una pedina dello scacchiere, poi si sono messe di mezzo anche i dissidi con la famiglia Forni, che potrebbe vendere l’Auxilium ad una società romana, dissidi che hanno portato alla “fuga” di Carlos Delfino, ultimo di una lunga lista di epurati, ma nonostante tutto, il roster a disposizione di coach Galbiati è di tutto rispetto, con italiani da quintetto come Marco Cusin e Peppe Poeta, che invece partono dalla panchina, insieme a Portannese, perché sono i 6 americani quelli che si dividono il maggior minutaggio, con l’ex Vuelle Dallas Moore che si è conquistato il posto di play titolare, affiancato da Tony Carr, combo guard con tanti punti nelle mani, mentre Jamil Wilson è l’ala piccola titolare di un quintetto che sotto canestro può contare sui centimetri di James McAdoo e sull’atletismo di Darington Hobson, con il francese Jaiteh utilizzato come quarto lungo, per una Fiat che non potrà più difendere la Coppa Italia conquistata lo scorso anno, ma che punta a risalire la classifica, per qualificarsi ai playoff il prossimo maggio.

 

IL DUELLO CHIAVE

Dominic Artis vs Dallas Moore: Passato e presente della Vuelle nel ruolo di play, o meglio di combo guard, perché nessuno dei due è un vero playmaker, con la differenza che Moore ha più punti nelle mani, mentre Artis ha meno tiro e meno leadership, anche se la cura Boniciolli potrebbe farlo uscire dal guscio.

IL MOMENTO DELLA SQUADRA

Sportivamente parlando, perché non bisogna mai perdere di vista le cose serie, il tifoso pesarese è un reduce, è stato testimone infatti, delle peggiori cinque partite consecutive della Vuelle nella sua lunga storia, perché di partite brutte Pesaro ne ha giocate tante, ma mai cinque una dietro l’altra e i numeri non mentono mai e raccontano che Pesaro, in queste cinque partite, ha incassato 519 punti (103.6 di media) e ne ha segnati 388 (77.7), con un differenziale negativo di quasi 26 punti a partita, partite che spesso non sono iniziate o sono finite dopo qualche minuto, perché appena questa Vuelle è andata sotto in doppia cifra, potevate andare a scommettere la vostra casa sulla vittoria dell’avversaria di turno.

Ma il tifoso pesarese è reduce anche da sei stagioni consecutive in cui il penultimo posto “costiano” è stato sempre l’unico obiettivo perseguibile, quello che alla fine sei anche felice di aver raggiunto, tra mille sofferenze, decine di sconfitte e di figuracce in giro per il Belpaese, con la speranza che l’anno successivo sarà migliore del precedente. Speranza vana, perché gira che ti rigira, ti trovi sempre nei bassifondi a cercare di tenere fuori la testa dalla melma.

Ma siamo reduci anche da sei autunni, dove ti hanno sempre raccontato che le cose andavano bene così, che se dicevi qualcosa fuori dal coro eri un disfattista, uno che non voleva il bene della Vuelle, ma poi è sempre arrivato l’inverno e con lui i nodi sono sempre venuti al pettine, vedi cambio dell’allenatore, un paio di americani nuovi di zecca, con tanto di taglio di chi fino al giorno prima veniva considerato intoccabile, e l’inverno è arrivato anche in questo 2019, puntuale come il nuovo coach, e non stupitevi se durante la pausa per la Coppa Italia, dovesse arrivare qualche nuovo giocatore, soprattutto se Shashkov, che dovrebbe tornare disponibile a Pistoia, non darà garanzie, e se Carlos Delfino dovesse decidere di giocare in un posto dove guadagnerebbe di meno, ma giocherebbe di più rispetto a Sassari.

Il tifoso pesarese però, non vorrebbe essere più un reduce, ma protagonista di uno spettacolo dignitoso, come ai tempi belli, quelli dove ogni tanto vincevi, ma dove soprattutto, chi vestiva la maglia biancorossa, non si scambiava un cinque sul meno 30, ma si tuffava a testa bassa per recuperare un pallone, coach Boniciolli sembra l’uomo giusto per farci ripiombare in quel clima, a cominciare dal match contro Torino, squadra con qualche problema tattico da risolvere e che potrebbe presto passare di mano, con la famiglia Forni in trattativa con una cordata romana, per vendere l’Auxilium, e al quel punto, potrebbe anche ritornare sul mercato per rinforzarsi, ma per adesso, la Fiat ha gli stessi punti della Vuelle, e dopo 14 giornate non può essere una casualità e Pesaro, tra l’altro, giocherà in casa, in un clima che risentirà sicuramente delle cinque ultime orrende partite, ma ai reduci basta poco per ritornare protagonisti, bastano un paio di giocate fatte con la tigna e con la voglia di sbucciarsi le ginocchia, per far riaccendere l’entusiasmo.

 

 

LA QUINDICESIMA GIORNATA IN PILLOLE

Sarà la sfida tra Trento e Brindisi a decidere in buona parte, chi saranno le otto formazioni che si presenteranno a Firenze il prossimo febbraio, se infatti Trento perderà la sfida coi pugliesi, rimarrà a 12 punti, senza nessuna speranza di qualificazione alla Coppa Italia, mentre se la Dolomiti superasse l’Happy Casa, salirebbe anche a lei a 14, e a quel punto a decidere tutto sarà la classifica avulsa, visto che oltre a Brindisi, a quota 14 punti potrebbero rimanere Sassari, che si recherà a Cantù, Trieste che ospiterà Milano e Bologna che incontrerà Varese, a sua volta in lotta per il secondo posto, visto che Venezia non avrà vita facile a Brescia, e Pistoia cercherà di lasciare all’ultimo posto la perdente di Pesaro-Torino, battendo Avellino, in una giornata che vedrà anche la sfida tra Cremona e Reggio Emilia alle ore 19.00.

 

I PROSSIMI TURNI DELLA VICTORIA LIBERTAS PESARO

 

Domenica 20 gennaio – ore 17.30:

OriOra Pistoia – Victoria Libertas Pesaro

 

Sabato 26 gennaio – ore 20.30:

Victoria Libertas Pesaro – Happy Casa Brindisi

 

Domenica 3 febbraio – ore 17.30:

Victoria Libertas Pesaro – Umana Venezia

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