di Redazione
12 luglio 2018
PESARO – Gli “indicatori di benessere equo e sostenibile” di un territorio sono elementi sempre più importanti per gli enti pubblici, che grazie ai dati raccolti e analizzati possono attuare una programmazione mirata e strategica degli interventi. La Provincia di Pesaro e Urbino è stato il primo ente di area vasta ad introdurre, già nel 2013, questo sistema di monitoraggio, diventando capofila di una sperimentazione che ha coinvolto negli anni altri 23 territori (17 Province e 6 Città metropolitane). Un’importanza metodologica riconosciuta a livello nazionale, tanto che gli “indicatori di benessere equo e sostenibile” Istat sono entrati per legge (legge di bilancio 163 del 2016) a pieno titolo nel Documento di Economia e Finanza (Def) 2017 e da quest’anno anche nel Documento Unico di Programmazione (Dup) di alcune Province.
In virtù del suo ruolo “pionieristico”, l’amministrazione provinciale di Pesaro e Urbino è stata chiamata dall’Istat a portare la propria esperienza alla “Conferenza nazionale di Statistica” svoltasi a Roma, dove la responsabile dell’Ufficio Statistica Paola D’Andrea, che è anche presidente del Cuspi (Comitato di coordinamento degli Uffici di statistica) ha parlato degli “indicatori di benessere” come strumento innovativo di conoscenza per la programmazione.
“All’interno dell’ampia batteria di indicatori strutturali di tipo economico e demografico, come popolazione, economia e lavoro, infrastrutture, mobilità e territorio, ambiente e rifiuti, istruzione, scuola, università – evidenzia Paola D’Andrea – sono stati individuati quegli indicatori più legati alle dimensioni di benessere, quali ad esempio vita media della popolazione, partecipazione alla vita scolastica e lavorativa, utilizzo delle energie rinnovabili, incidenza del volontariato, che forniscono una solida base di conoscenza del territorio”. Sul sito www.besdelleprovince.it sono pubblicati indicatori e dati, insieme all’edizione 2017 de “Il benessere equo e sostenibile delle province”.
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