La Gratitudine del Comune di Pesaro al professor Guido Lucarelli. Le FOTO di Baioni

di 

17 giugno 2018

PESARO – “Un anno fa ho incontrato Lucarelli e ho visto l’affetto delle persone per lui. Questa storia ha avuto momenti di conflittualità e divisione politica: eravamo su fronti opposti. Ma la frattura doveva essere sanata: un sindaco deve sentire respirare la città, tenere insieme la comunità. Oggi diciamo a Lucarelli che Pesaro è la sua città. E riconosce il grande lavoro che il professore ha fatto, in campo scientifico e medico. Gli anni della conflittualità non tolgono nulla al valore di Lucarelli, alla sua professionalità e a ciò che ha rappresentato per tutti noi”. Lo ha detto Matteo Ricci, consegnando a Guido Lucarelli l’attestato di gratitudine ai Musei Civici.

“Tra i massimi esperti nella cura della talassemia, tra i pionieri del trapianto di midollo osseo in Italia e nel mondo”, si legge nella motivazione. Che richiama “gli oltre 1.400 trapianti” in talassemici provenienti da tutti i Paesi, “eseguiti, fino al 2001, dal Centro Trapianto di midollo osseo di Pesaro”. Con la sottolineatura: “Il ‘protocollo Pesaro’ è stato adottato universalmente e migliaia di bambini oggi guariscono in tutto il mondo”.

GRATITUDINE

Ha aggiunto Ricci: “Sono nato e cresciuto a Muraglia. Da bambino vedevo altri coetanei nel quartiere in giro con la mascherina. Noi residenti siamo stati i primi a renderci conto che arrivavano a Pesaro, con i loro genitori, per inseguire una speranza. E’ il mio primo ricordo, affiancato dalle immagini delle centinaia di iniziative di solidarietà. Organizzate per ‘i bambini di Lucarelli': una delle pagine più belle della città, che ha aperto il cuore per aiutare tante famiglie e la ricerca”. Il sindaco ha ricordato le “tante guarigioni (l’80% dei casi, ndr)” e anche “il dolore vissuto per chi purtroppo non ce l’ha fatta”. Precisando: “Tenevo molto a questo momento. Quello che Lucarelli ha seminato va avanti. La professionalità del reparto di Ematologia è riconosciuta: alcuni sono stati con il professore a Roma e ora c’è chi sta provando a tornare”.

La gratitudine “è anche per la riconoscenza dei tanti venuti qui con le loro famiglie. Lucarelli ha messo insieme palestinesi e israeliani. La città in quegli anni è stata la capitale della cultura dell’accoglienza. Qualcosa che è andato oltre la scienza. Ho letto negli occhi di Guido e sua moglie, parlandoci, un po’ di sofferenza. Come se, a un certo punto, avessero sentito Pesaro più distante. Ma oggi vi diciamo che Pesaro è orgogliosa di voi”.

Nel mezzo il racconto di Antonella Bua, giovane sarda guarita dalla talassemia, in maglia Vuelle: “Indosso una casacca che rappresenta il senso di appartenenza. Mi sento una di voi fino al midollo. Lucarelli mi ha ridato una speranza: se vivo e respiro è grazie a lui. E la bellezza umana della vita l’ho vista qui”. Con lei persone dal Veneto, dalla Sardegna e dall’Albania, introdotte dal giornalista Elio Giuliani. Guarite dal professore e arrivate ai Musei Civici per aggiungere altra “gratitudine”.

LUCARELLI

“Sono onorato e un po’ sorpreso – ha detto l’ematologo – Ringrazio Ricci per il riconoscimento, che prendo come un grazie per gli anni Ottanta e Novanta dell’Ematologia. Eravamo un gruppo compatto, che si è consolidato nel tempo”. Poi la menzione per i collaboratori e per la famiglia, “che mi ha sempre sostenuto”. Sugli inizi: “Le vere protagoniste di quella vicenda sono state le mamme. Loro mi hanno dato la forza. Nei primi tempi navigavamo a vista, ma la città ci ha supportato. Sono io che dico grazie a tutti voi. Mi onoro di appartenere a Pesaro per sempre”.

Ancora: “Nei primi anni Ottanta parlai a un convegno in Sardegna per presentare i primi casi. Avevo quasi tutti contro, ma c’era il fronte dei genitori che spingeva per spostarsi a Pesaro. Invitai Giancarlo Scriboni, Giovanni Raimondi e Mauro Mosconi. Tutti e tre si resero conto, con emozione, di cosa stava accadendo”.

Quindi “la città contro la malattia”, “il villaggio di Trebbiantico”, l’Ail: “Le volontarie giravano con un mazzo di chiavi. Appartamenti ammobiliati che i pesaresi aprivano per ospitare iraniani, greci e gente di tutti i Paesi”.

Fino a “Pesaro capitale morale del mondo”, la frase che mise d’accordo nella sala rossa il sindaco di Ramal e quello di Haifa.

LE FOTO DI FILIPPO BAIONI

Questo slideshow richiede JavaScript.

Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>